Sfumature di parità: risparmiate l’acqua, fate la doccia con un amico.

“Risparmiate l’acqua, fate la doccia con un amico.” “Los Angeles è una splendida città. L’adoro. E se abbassassero le tasse e riducessero lo smog e sistemassero la piaga del traffico, sono convinto che mi ci trasferirei fino al prossimo terremoto.”

“Risparmiate l’acqua, fate la doccia con un amico.”

La frase è di un’icona dell’indipendenza femminile e della libertà di vivere: Mae West.

Uno degli aspetti più rivoluzionari della personalità di Mae West fu il suo atteggiamento libero e spregiudicato nei confronti della sessualità. Nell’America degli anni ‘20 e 30 del Novecento, Mae West trasformò la sua libertà sessuale in un punto di forza.

Scrisse e recitò in pièce teatrali come Sex (1926), che le valse persino un arresto per “offesa al pudore”.

Nei suoi film, interpretava donne che non erano oggetti del desiderio maschile, ma soggetti attivi e consapevoli del proprio potere seduttivo.

Con frasi come “Quando sono buona, sono molto buona. Ma quando sono cattiva, sono meglio”, ridefinì il concetto di femminilità, spostandolo dalla passività alla piena autodeterminazione.

Questa sua capacità di riappropriarsi della narrazione sulla sessualità femminile è una delle leve che hanno aperto la strada alle future battaglie per i diritti delle donne e per la parità di genere.

Fu attrice, cantante, sceneggiatrice, comica, sempre libera e indipendente, proponendo un modello di donna disinibita, provocatoria, spiritosa e autoironica.

Debuttò nel cinema nel 1932 quando la Paramount la scritturò per il film Night After Night, in cui le venne data l’opportunità di riscrivere le sue battute. Un successo. E non solo. Nel 1932 West aveva già 39 anni affermandosi a un’età che segnava per la grande parte delle attrici dell’epoca l’inizio della fine della loro carriera.

La sua invece fu una lunga carriera iniziata a soli 5 anni nei teatri newyorkesi e terminatanel 1978 col film Sextette, dove apparve ottantacinquenne. 

Mae West non si limitò a parlare di libertà: la visse fino in fondo. Scelse sempre di lavorare alle sue condizioni e, anche con il passare degli anni, non rinunciò mai alla sua personalità forte e carismatica.

A differenza di molte star del cinema dell’epoca, non cadde vittima del sistema di Hollywood, né si lasciò distruggere dalla fama. Visse una lunga vita (morì a 87 anni), godendosi il successo, gli amori e l’indipendenza.

La parità, l’equità vedono in scienziate, artiste, letterate degli indubbi modelli da seguire ma non dimentichiamoci di donne come Mae West che con la sua stessa vita ci ha insegnato a essere libere. Libere da ogni pregiudizio. Libere di vivere come vogliamo, come desideriamo senza farci condizionare da una presunta morale che ha un solo scopo: controllare il corpo della donna.

Mae West morì nel 1980 a Los Angeles per cause naturali.

Los Angeles, la città degli angeli, la città a cui è dedicata questa battuta di Groucho Marx: “è una splendida città. L’adoro. E se abbassassero le tasse e riducessero lo smog e sistemassero la piaga del traffico, sono convinto che mi ci trasferirei fino al prossimo terremoto.”

In questi giorni gli incendi che hanno devastato Los Angeles sono stati dichiarati completamente contenuti dai Vigili del fuoco. Tre settimane di incendi, circa 30 morti e migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case avvolte dalle fiamme.

Cal Fire, l’agenzia antincendio dello Stato, ha dichiarato che il cento per cento degli incendi è stato spento, e i loro perimetri sono completamente sotto controllo. Gli ordini di evacuazione sono stati revocati.

La perdita economica attualmente calcolata pare sia tra i 250 e i 275 miliardi di dollari.

Secondo uno studio condotto da decine di ricercatori questi incendi sono stati causati da alcuni fattori concomitanti: il cambiamento climatico ha ridotto le precipitazioni, inaridendoulteriormente la densa vegetazione che circonda da sempre i vari quartieri, e i forti venti di Santa Ana hanno alimentato ulteriormente l’incendio. Le raffiche di vento sembra abbiano superato i 90 km/h.

Anche l’espansione urbana e la specifica pianificazione urbanistica della regione hanno giocato un ruolo decisivo nell’espansione degli incendi.

Secondo Elsa Devienne, docente senior presso la Northumbria University, Malibu è “un luogo che ha sempre bruciato. Gli amerindi appiccavano incendi regolarmente, come misura preventiva e anche per garantire la riproduzione di alcune specie. Oggi ci sono luoghi in cui non dovremmo ricostruire”.

Molte abitazioni sono costruite sulle colline o le zone montuose completamente circondate dal bosco secco. Zone in cui gli incendi ci sono da sempre.

L’unica via di fuga è la Pacific Coast Highway, e gli ingorghi che si creano impediscono un tempestivo intervento dei servizi di emergenza.

Negli Stati Uniti milioni di persone si sono trasferite in luoghi considerati a rischio incendi. Di solito sono quartieri periferici delle città che si espandono diventando delle interfaccetra centro urbano e natura selvaggia. 

Tanti americani abitano in queste aree interfacce, wildland–urban interfaces (WUI), perché da un lato, vogliono essere più vicini alla natura, dall’altro, le case in queste zone sono più economiche, spesso case mobili o prefabbricate in legno.

Max Moritz, esperto di incendi boschivi dell’Università della California, ha dichiarato «Dobbiamo iniziare a considerare questi incendi come inevitabili e imparare a coesistere con essi».

Dunque o è necessario non ricostruire in queste zone o si devono trovare soluzioni per ridurre il rischio incendio.

La California nel 2008 ha adottato norme più severe per le nuove abitazioni in aree ad alto rischio incendio, imponendo ai costruttori di utilizzare materiali resistenti al fuoco e di fornire accesso all’acqua ai vigili del fuoco. Nel 2023 ha adottato un’altra norma, non ancora in vigore, che impone ai proprietari di edifici in aree a rischio incendio di rimuovere qualsiasi elemento infiammabile nel raggio di un metro e mezzo dalla propria abitazione. Varie strategie di attenuazione vengono messe in atto dalle stesse comunità, ad esempiofrutteti, terreni agricoli o altre misure di protezione contro il fuoco.

Dopo l’incendio a Paradise un’analisi ha rilevato che: il 51% delle 350 case di Paradise costruite secondo gli ultimi standard di sicurezza non ha subito danni, solo il 18% delle 12.100 case costruite prima non ha subito danni

Quanto accaduto a Los Angeles ci insegna che dobbiamo investire in città che sappianoadattarsi e resistere ai cambiamenti climatici, e anche sociodemografici, economici e culturali.

Investire in città che sappiano adattarsi e resistere a tutti i cambiamenti è anche un’opportunità per migliorare la qualità della vita.

Una lezione che ha le sue radici nella notte dei tempi. Fin dall’antichità, molte civiltà hanno sviluppato strategie avanzate per la gestione del territorio dimostrando una sorprendente conoscenza dell’ambiente e delle risorse naturali.

Vediamo insieme alcuni esempi di buona gestione delle città e dei territori nel passato e nel presente.

Petra (Giordania) – La Città dell’Acqua nel Deserto

Capitale dei Nabatei, fondata all’incirca nel VI sec. a.C., è un capolavoro di ingegneria idraulica nel deserto.

Nonostante il clima arido, la città riusciva a raccogliere e conservare acqua grazie a:

Canali e acquedotti scavati nella roccia, che incanalavano l’acqua piovana verso cisterne sotterranee.
Sistema di filtraggio, che depurava l’acqua grazie proprio al ripetutopassaggio dell’acqua piovana in bacini scavati nella roccia.
Cisterne, per immagazzinare acqua per i periodi di siccità, impermeabilizzate con gesso e collegate a pozzi.

Questa gestione idrica avanzata ha permesso a Petra di prosperare in un ambiente ostile per secoli.

Roma – Il Cuore di un Impero Multietnico

Roma, da semplice insediamento sulle rive del Tevere, divenne la capitale di un impero che si estendeva dall’Atlantico al Medio Oriente. La città seppe gestire afflussi massicci di popolazioni attraverso:

Cittadinanza inclusiva: Roma concesse la cittadinanza a molte popolazioni conquistate, integrandole nella vita politica e militare.
Quartieri multietnici: la città ospitava comunità straniere provenienti da buona parte del mondo allora conosciuto, che convivevano e influenzavano la cultura romana.
Strutture e infrastrutture pubbliche avanzate: acquedotti, terme, mercati e anfiteatri garantivano servizi per una popolazione che superò il milione di abitanti nel I secolo d.C.

L’abilità di Roma nell’integrare culture diverse e gestire una crescita demografica senza precedenti fu una delle chiavi della sua longevità.

Molto ci possono insegnare anche le cause della caduta dell’Impero romano:

La romanizzazione, infatti, non aveva coinvolto le masse contadine. Le crisi economiche portarono alla luce le divisioni etniche e religiose che l’unità culturale delle classi dirigenti aveva messo nell’ombra, ma non aveva eliminato.” (tratto da Zanichelli online)

È necessario, sempre, investire nella comprensione delle diversità etniche e religiose coinvolgendo tutta la popolazione di un territorio.

Hammarby Sjöstad – il quartiere più ecologico di Stoccolma, Svezia

Questo quartiere svedese è un esempio di pianificazione urbana circolare, in cui rifiuti, acqua ed energia sono gestiti in un ciclo chiuso.

È un riconosciuto modello di rigenerazione urbana di un sito dismesso, una ex area industriale e portuale trasformata in un moderno spazio a uso misto a basso impatto ambientale.

Alcune soluzioni chiave includono:

Produzione di energia dai rifiuti, attraverso impianti di biogas che coprono il 47% del riscaldamento domestico.
Recupero dell’acqua piovana per usi domestici e industriali.
Edifici a basso consumo energetico, con impianti solari e sistemi di isolamento avanzati.

Hammarby Sjöstad è diventato un modello di riferimento per le smart cities e lo sviluppo urbano sostenibile.

Di Equità e Città e Territori per il benessere e la qualità della vita ne parleremo il prossimo 21 febbraio a Europa Experience a piazza Venezia 6 in Roma.
L’ingresso è gratuito previa prenotazione a info@immaginecitta.org

Sito web: www.immaginecitta.org

Youtube: https://www.youtube.com/@donnaimmaginecitta

Telegram https://t.me/donnaimmaginecitta

Instagram: https://www.instagram.com/donna.immaginecitta/https://www.instagram.com/sonia.r.marino/

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Ascolta ora il Podcast:

DONNA IMMAGINE CITTÁ
Puntata del 03/02/25
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