Il nuovo petrolio dell’immobiliare si chiama dato: Intervista esclusiva a Mattia Schirru

Al centro del dibattito: la rivoluzione tecnologica nel real estate, l’uso strategico dei dati, la collaborazione tra professionisti e l’irrinunciabile ruolo umano dell’agente immobiliare. Un’intervista che anticipa i temi caldi del prossimo Roadshow e del Business Beats di ottobre.

In un’epoca dove i dati scorrono come benzina nel motore del mercato immobiliare, è essenziale chiedersi: quanto vale davvero un’informazione? E chi è in grado di trasformarla in valore reale? Queste sono le domande su cui si è aperta l’ultima puntata di Bricks and Music, il format radiofonico ideato e condotto da Paolo Leccese con Emiliano Cioffarelli, andata in onda su Casa Radio. Ospite d’eccezione: Mattia Schirru, CEO di onOffice Italia, protagonista di una riflessione puntuale e appassionata sul futuro della professione immobiliare.

«I dati sono il nuovo petrolio, sì, ma grezzo – afferma Schirru –. Senza capacità di lettura e interpretazione, restano inutili». L’analisi parte da un dato ormai assodato: ogni click su un annuncio, ogni visita a una pagina web, ogni apertura di email lascia una traccia. Ma la vera sfida è saper leggere dietro quei numeri, capendo che una richiesta di trilocale con terrazzo può nascondere esigenze profondamente diverse: dalla passione per le cene all’aperto alla necessità di spazio per un cane di grossa taglia.

Dati intelligenti e agenti consapevoli: la sinergia che fa la differenza

«L’agente immobiliare oggi è un traduttore di bisogni umani – prosegue Schirru –. È colui che sa trasformare un dato in una soluzione, che sa ascoltare tra le righe, guardare negli occhi il cliente e intuire ciò che non viene detto.» In questo processo, la tecnologia non è nemica ma alleata. Sistemi di matching automatico tra immobili e clienti, email che si aggiornano in base al cambiamento delle esigenze, descrizioni generate dall’intelligenza artificiale: tutti strumenti pensati per liberare tempo prezioso all’agente, che così può concentrarsi su ciò che conta davvero.

Il software diventa dunque un assistente silenzioso ma instancabile. Tuttavia, avverte Schirru, «è l’agente che deve controllare la macchina, non il contrario». E fa un esempio emblematico: «Un sistema può suggerire un immobile con balcone, ma se il cliente aspetta un figlio, forse la priorità è un’altra. Solo un professionista attento può cogliere questo cambiamento in tempo reale».

Specializzazione e collaborazione: la nuova filiera dell’immobiliare

Il discorso si sposta poi sul modello organizzativo delle agenzie immobiliari. Secondo Schirru, il futuro passa attraverso la specializzazione e la collaborazione. «Non possiamo più pensare all’agente “tuttologo”. Servono figure specializzate, come già avviene con successo grazie a esempi come quello di Mirko Frigerio».

Ma è qui che emerge una delle criticità del settore: la difficoltà nella creazione di una vera filiera. «Troppo spesso agenti, amministratori, architetti, ingegneri, tecnici IT lavorano in compartimenti stagni – denuncia Paolo Leccese – Dobbiamo immaginare agenzie ‘senza muri’, in grado di offrire un servizio integrato, dove le competenze si contaminano e si rafforzano reciprocamente».

L’intelligenza artificiale c’è già. Ora servono le soft skills

L’intelligenza artificiale è già entrata a pieno titolo nel lavoro quotidiano degli agenti immobiliari. Schirru lo conferma, portando l’esempio concreto di come onOffice abbia integrato l’IA nella generazione automatica di email, nella stesura delle schede immobile e nell’analisi comportamentale degli utenti.

Ma questo non basta. «Il vero salto – afferma – è nella mentalità. Gli agenti devono essere curiosi, desiderosi di aggiornarsi, pronti a sperimentare». E se la componente tecnologica diventa imprescindibile, altrettanto vale per le competenze relazionali. «Le soft skills sono il nuovo oro: capacità di ascolto, empatia, negoziazione, comunicazione digitale efficace. Nessuna dashboard può sostituire l’umanità di una stretta di mano, l’empatia di una voce rassicurante, la comprensione profonda di un bisogno inesprimibile».

Eventi in presenza: la forza della relazione dal vivo

Una parte significativa dell’intervista è stata dedicata al valore degli eventi in presenza. «Il Roadshow – racconta Schirru – ha avuto un impatto straordinario. Ha permesso a professionisti di incontrarsi, creare sinergie, stringere collaborazioni concrete. Cose che il digitale, per quanto potente, non può offrire con la stessa efficacia».

È in questa cornice che si inserisce anche l’annuncio della partecipazione di Paolo Leccese ai prossimi appuntamenti di ottobre: il Roadshow e il Business Beats, due eventi che promettono di catalizzare attenzione e progettualità in un mese considerato cruciale per il settore immobiliare.

Verso un ecosistema immobiliare evoluto e integrato

In conclusione, Schirru traccia una visione chiara del futuro del real estate: un ecosistema ibrido, umano e digitale, dove l’agente non è sostituito ma potenziato dalla tecnologia. Un professionista che sa leggere i dati, ma anche interpretare i silenzi. Che sa usare l’AI, ma anche stringere una mano. Che automatizza i processi, ma personalizza le relazioni.

«Il miglior agente del futuro – chiude Schirru – sarà quello che saprà fondere efficienza e umanità. Che userà la tecnologia per liberare tempo da dedicare all’unica cosa che nessuna macchina potrà mai replicare: la relazione umana.»

Una lezione che vale oro in un’epoca dove tutto corre veloce, ma dove fermarsi ad ascoltare – davvero – fa ancora la differenza.

Ascolta ora il Podcast:

BRICKS AND MUSIC | Mattia Schirru
Puntata del 27/05/25
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