Posta sulla cima del poggio e rialzata dalla piattaforma del portico che ne accentua l’emergenza, la villa protesa verso il paesaggio si erge come simbolo dell’opera ordinatrice dell’uomo sulla natura.
Fu progettata da Giuliano da Sangallo per Lorenzo il Magnifico, come esempio di architettura rinascimentale che fondesse la lezione dei classici (in particolare Vitruvio) con elementi caratteristici dell’architettura rurale toscana.
In essa è evidente la lezione di Leon Battista Alberti, sia per la scelta del luogo su cui la Villa sorge, sia per ricerca di simmetria e armonia delle proporzioni.
Posta sulla cima del poggio e rialzata dalla piattaforma del portico che ne accentua l’emergenza, la villa protesa verso il paesaggio si erge come simbolo dell’opera ordinatrice dell’uomo sulla natura.
La costruzione iniziò alla metà del nono decennio del XV secolo e proseguì senza sosta fino alla morte del Magnifico nel 1492.
Diceva che un uomo potente doveva avere un luogo dove “coltivare l’anima”
I lavori ripresero nel 1512 sotto la guida del figlio Giovanni, diventato nel frattempo papa Leone X, e terminarono verso la fine del secondo decennio del XVI secolo.
Le decorazioni della facciata e del portico sono classiche: il frontone reca in alto lo stemma mediceo sopra il fregio, in cui l’inserimento della terracotta invetriata policroma costituisce un elemento di continuità con la tradizione quattrocentesca toscana.
L’edificio non ha visto solo il passaggio della famiglia Medici: dopo l’intermezzo dei Lorena, nell’Ottocento fu la residenza di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte, e nello stesso secolo, durante il periodo in cui Firenze fu capitale del Regno d’Italia (1865-1871), venne rinnovata da Vittorio Emanuele II di Savoia che la designò come una delle sue residenze di campagna.
L’interno reca testimonianze di particolare interesse lasciate dalle importanti personalità che contribuirono alla costruzione e alla decorazione della villa.
Sorprendente è in particolare, al piano nobile, la maestosa Sala di Leone X, nella quale si preserva pressoché integralmente uno dei più rilevanti cicli di affreschi toscani del Cinquecento, realizzato da Pontormo, Andrea del Sarto, Franciabigio e Alessandro Allori.
• Il Pontormo alla Villa medicea di Poggio a Caiano
Se desideri contemplare un’opera d’arte all’interno di un’autentica opera d’arte stessa, ti invitiamo a scoprire la nuova dimora temporanea di un capolavoro cinquecentesco di fama mondiale. La celebre pala del Pontormo con la Visitazione
Questa sontuosa dimora, dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dal 2013, offre un’esperienza unica per vedere il modo in cui l’opera del Pontormo si fonde armoniosamente con l’eleganza quattrocentesca della Villa. È una vera e propria immersione, gli affreschi realizzati dallo stesso Pontormo e la Visitazione nella maestosa Sala del Fregio, dove si è coinvolti in un sofisticato dialogo tra sacro e profano.
La straordinaria compresenza di elementi di così alto valore artistico crea un momento eccezionale per la visita di questo luogo! Inoltre, non possiamo dimenticare che la Villa è circondata da un meraviglioso giardino secolare offrendoti la possibilità di godere appieno di questo luogo che è un luogo magico ricco di vita e emozioni.
Al secondo piano, nel Museo della Natura Morta, sono esposti circa 200 dipinti per lo più appartenenti alle collezioni medicee.
Infine all’esterno della Villa si estendono il giardino e il parco, dominati, oltre che dalla mole della villa, dalla grande limonaia ottocentesca, ai piedi della quale sorgono le monumentali scuderie cinquecentesche.
Curiosità
• Villa con fantasmi?
Secondo la leggenda, la villa sarebbe infestata dal fantasma di Bianca Cappello, seconda moglie di Francesco I de’ Medici, morta in circostanze misteriose con il marito nella vicina villa di Poggio a Caiano. C’è chi dice che il suo spirito ancora vaga tra le stanze…
• Un regalo di nozze “politico”
La villa fu spesso usata per ospitare matrimoni e incontri politici: ad esempio, Maria de’ Medici vi soggiornò prima di sposare il re di Francia Enrico IV, nel 1600.
• Da villa a caserma
Durante l’occupazione napoleonica e poi nel periodo dell’Unità d’Italia, la villa fu usata anche come caserma e poi come residenza sabauda, perdendo parte del suo splendore originario.
• Il giardino segreto
Dietro la villa c’è un giardino all’italiana con siepi geometriche e piante rare, oltre a un’area agricola dove i Medici sperimentavano coltivazioni innovative.
Leggende e storie misteriose
• La maledizione di Bianca Cappello: Si dice che lo spirito di Bianca vaghi ancora nella villa, inquieto per la sua morte misteriosa. Alcuni visitatori e custodi raccontano di aver percepito strani rumori, profumi improvvisi e luci che si accendono da sole…
• La stanza segreta di Cosimo I: Una leggenda narra che esista una stanza segreta, mai ritrovata, dove Cosimo I nascondeva documenti e tesori personali. Gli studiosi non l’hanno mai trovata, ma si ipotizza sia celata dietro un muro del piano nobile.
• Il fantasma della “Bela Rosin”: Alcuni giurano di aver visto l’ombra di una donna elegante aggirarsi nei giardini: sarebbe Rosa Vercellana, che amava profondamente la villa e vi trascorse molti momenti felici con Vittorio Emanuele II.
Lorenzo il Magnifico e la villa “ideale”
Lorenzo de’ Medici non vide mai completata la villa, ma l’aveva immaginata come un luogo perfetto per il riposo, la filosofia e l’arte.
Ordinò che venisse costruita in armonia con il paesaggio, lontana dal caos di Firenze ma abbastanza vicina da controllare la città…
Francesco I e Bianca Cappello – L’amore (e la morte)
Forse la storia più celebre della villa: Francesco I de’ Medici, figlio di Cosimo I, si innamorò perdutamente della veneziana Bianca Cappello, scandalizzando la corte. La villa divenne il loro rifugio d’amore, lontano dai pettegolezzi di Firenze.
Nel 1587, entrambi morirono in modo misterioso, a pochi giorni di distanza, proprio alla villa. Per anni si parlò di avvelenamento, forse da parte del fratello di Francesco, Ferdinando, che non approvava il matrimonio. Una vera storia da romanzo!
Maria de’ Medici – Regina riluttante
Nel 1600, Maria de’ Medici passò alla villa prima di partire per la Francia, dove avrebbe sposato Enrico IV, re di Francia. Era una giovane donna, spaventata e poco convinta del matrimonio. Si dice che si rifugiò nel giardino della villa, in lacrime, chiedendo di poter restare in Toscana. Ma la politica non perdona…
Re Vittorio Emanuele II – Il re cacciatore
Nel periodo post-unitario, la villa passò ai Savoia. Vittorio Emanuele II la usava come base per le battute di caccia. La zona era ricca di fagiani e cinghiali, e pare che il re avesse fatto costruire una riserva privata proprio nei dintorni. Il tono elegante della villa fu interrotto da scene più rustiche e… selvatiche.
Napoleone e la confisca
Durante l’epoca napoleonica, la villa fu confiscata dai Francesi e trasformata in una sorta di centro amministrativo. Molti arredi andarono perduti o saccheggiati. Ma si racconta che un ufficiale francese, innamorato dell’arte italiana, fece murare una stanza piena di affreschi per salvarla dalla distruzione. Fu riscoperta solo secoli dopo.
La Villa Medicea di Poggio a Caiano è aperta al pubblico da martedì a domenica, con ingresso gratuito