Un addio sobrio e profondo al Pontefice che ha segnato la storia della Chiesa con semplicità e misericordia. La salma esposta nella Basilica di San Pietro per l’omaggio dei fedeli.
Cinque giorni di lutto nazionale, il mondo in preghiera, poi sguardo rivolto al prossimo Conclave
Mercoledì 23 aprile 2025, la Chiesa e il mondo intero hanno reso omaggio a Papa Francesco in un momento di intensa commozione e raccoglimento. Alle ore 9:00, la salma del Pontefice è stata traslata dalla Cappella della Domus Sanctæ Marthæ alla Basilica di San Pietro. La processione ha attraversato Piazza Santa Marta e Piazza dei Protomartiri Romani, per poi entrare nella Basilica attraverso la porta centrale, accolta da una folla silenziosa e commossa.
Il Cardinale Camerlengo, Kevin Joseph Farrell, ha presieduto un momento di preghiera e la Liturgia della Parola presso l’altare della Confessione, dove il feretro è stato poi esposto per la venerazione dei fedeli. Papa Francesco, fedele alla sua visione di Chiesa povera per i poveri, riposa in una bara di legno e zinco, semplice e senza ornamenti, adagiata su una pedana inclinata su un tappeto, in sostituzione del tradizionale catafalco. Anche nella morte, il Papa ha scelto di essere testimone di sobrietà e coerenza.
Per onorarne la memoria, il Governo italiano ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale: le bandiere resteranno a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici fino a domenica, giorno successivo ai funerali. È un gesto che sottolinea quanto profonda sia stata l’influenza di Papa Francesco non solo sulla Chiesa, ma anche sulla società civile, nel suo ruolo di guida morale e voce degli ultimi.
Il funerale solenne si terrà sabato 26 aprile, alle ore 10:00, in Piazza San Pietro. A celebrare sarà il Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. Alla cerimonia sono attesi oltre 150 delegazioni da tutto il mondo, tra cui Donald Trump, Volodymyr Zelensky, Emmanuel Macron e Luiz Inácio Lula da Silva. La presenza di così tante figure internazionali è la testimonianza della portata globale di un pontificato che ha saputo parlare a credenti e non credenti.
Al termine della celebrazione, la salma sarà traslata alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove Papa Francesco verrà sepolto vicino all’icona della Salus Populi Romani, simbolo mariano della sua profonda devozione e spiritualità popolare.
L’eredità di un pontificato rivoluzionario
La morte di Papa Francesco segna la fine di un’epoca, ma anche l’inizio di una riflessione profonda sul futuro della Chiesa. Jorge Mario Bergoglio, il “Papa venuto dalla fine del mondo”, ha incarnato una rivoluzione pastorale fatta di vicinanza, ascolto e misericordia. Ha scelto il nome di Francesco e ha saputo viverlo fino in fondo, rifiutando ogni forma di potere e scegliendo la strada del servizio.
Il suo insegnamento non muore con lui. Resta viva la sua voce a favore dei migranti, dei poveri, della pace, della custodia del creato. Un’eredità spirituale e sociale che continuerà a ispirare milioni di persone.
Verso il Conclave: le prime ipotesi sul successore
Con la conclusione dei funerali, inizierà la fase di preparazione del Conclave, che potrebbe svolgersi già entro la metà di maggio. Tra i nomi che circolano con maggiore insistenza figurano il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, simbolo di una Chiesa asiatica in espansione; il cardinale canadese Marc Ouellet, figura di equilibrio e profilo internazionale; e il cardinale africano Peter Turkson, promotore della giustizia sociale e ambientale, molto vicino alla visione di Francesco.
Non è esclusa però la possibilità che i cardinali si orientino verso un profilo meno noto ma capace di unire le diverse anime della Chiesa, in continuità con il cammino tracciato da Papa Francesco.
Un Papa che resterà nella storia
Francesco non è stato solo il 266° Vescovo di Roma. È stato il Papa della tenerezza, del coraggio e della riforma. Il suo sorriso, la sua predicazione diretta, i suoi gesti quotidiani di umanità resteranno impressi nella memoria collettiva come testamento di fede e di amore.
Oggi la Chiesa è in lutto, ma il mondo intero è anche in ascolto. Perché da Roma non si leva soltanto un addio, ma un’eredità viva, e una domanda aperta: chi guiderà ora il popolo di Dio?