L’imprenditoria culturale con sguardo inclusivo: Intervista esclusiva ad Anita Falcetta

Protagonista dell’intervista condotta da Paolo Leccese, insieme a Emiliano Cioffarelli, è stata Anita Falcetta, imprenditrice culturale, presidente di Women of Change e co-fondatrice di Mokastudio International. Una figura che incarna alla perfezione quel cambio di paradigma sempre più urgente nella società contemporanea: una nuova imprenditoria, colta, sensibile, inclusiva, che pone al centro la persona e il suo contesto sociale e urbano.

Anita Falcetta è tutto questo e molto di più. È una donna che ha fatto della contaminazione tra mondi – cultura, impresa, innovazione sociale – una cifra stilistica e una missione concreta. Durante i circa trentacinque minuti di conversazione, abbiamo attraversato insieme temi centrali come l’imprenditoria culturale, la certificazione per la parità di genere, il ruolo delle donne nella trasformazione urbana e i progetti futuri, molti dei quali vedono in Casa Radio un possibile partner strategico.

CHI È ANITA FALCETTA: UN’IMPRESA CHE NASCE DALLA CULTURA

Classe, determinazione e una visione chiarissima. Anita Falcetta si presenta come imprenditrice culturale, un titolo che oggi assume un significato tanto più profondo quanto più viene ancora frainteso. “L’imprenditoria culturale – ci spiega – è la capacità di trasformare i contenuti culturali in motori di sviluppo economico e sociale. Ma non è solo questo. È anche visione, responsabilità, impatto”.

Un concetto che si incarna in due progetti distinti ma complementari. Il primo è Mokastudio International, agenzia con sedi operative tra Roma e Berlino, specializzata in sonorizzazione per pubblicità, eventi e produzioni audiovisive. “Con Moka Music – racconta – abbiamo curato la direzione musicale di eventi internazionali, tra cui il prestigioso Sync Summit in Arabia Saudita, organizzato dalla Famiglia Reale. Abbiamo portato la nostra visione anche in contesti lontani, con un’identità sonora che riflette valori e messaggi”.

Il secondo progetto, ancora più ambizioso sul piano sociale, è Women of Change, associazione nata in piena pandemia nel 2022, oggi diventata una rete internazionale di donne che dialogano con imprese, istituzioni e territori per il cambiamento. “Siamo partite da una community informale – dice – ma oggi abbiamo una struttura che lavora su progetti concreti, dalla formazione alla consulenza, passando per la promozione del talento femminile nei settori strategici”.

PDR 125: PARITÀ DI GENERE COME DRIVER DI CRESCITA

Tra i temi che Falcetta ha voluto sottolineare con maggiore convinzione c’è quello della certificazione PDR 125, uno strumento oggi ancora volontario ma sempre più indispensabile per le aziende che vogliono essere competitive e responsabili.

“Il mio lavoro come auditor – racconta – mi porta ogni giorno a confrontarmi con realtà che stanno finalmente comprendendo il valore dell’equità. La certificazione PDR 125 misura davvero il gender gap, attraverso criteri oggettivi. Non è solo un timbro, è un processo di consapevolezza”.

I vantaggi sono evidenti anche sul piano fiscale: sgravi fino all’1% e crediti fino a 50.000 euro annui. Ma, come Falcetta sottolinea, “il vero valore sta nella trasformazione culturale che attiva all’interno delle aziende: formazione, trasparenza, leadership diffusa”.

Particolarmente delicato il nodo del divario retributivo nei settori STEM, quelli a più alto rendimento economico. “È lì che il gap si fa più marcato – spiega – ed è lì che bisogna agire con più forza. Serve formazione, ma anche coraggio da parte delle imprese”.

VERSO UNA CITTÀ INCLUSIVA: L’IDEALE DI OLIVETTI COME STELLA POLARE

La parte più visionaria dell’intervista emerge quando Falcetta parla di città del futuro, un tema che le sta a cuore non solo da attivista ma da cittadina consapevole. E lo fa evocando la figura di Adriano Olivetti, modello insuperato di imprenditore sociale e urbanista illuminato.

“Dobbiamo tornare a pensare alle città come organismi viventi – afferma – non come contenitori. Servono spazi relazionali, servizi accessibili, una progettazione che ascolti i bisogni. Il modello della ‘città dei 15 minuti’ ci dà una direzione: ogni cittadino deve poter vivere, lavorare, curarsi, formarsi a pochi minuti da casa. È un’idea rivoluzionaria, ma fattibile”.

Il dialogo si allarga alla leadership inclusiva, che per Falcetta è l’unico modo per uscire da una società sempre più polarizzata. “Serve un patto intergenerazionale – dichiara – in cui si riconosca il valore della diversità, dell’esperienza e della freschezza. Le città devono essere pensate insieme, non calate dall’alto”.

Una visione che trova piena sponda nei microfoni di Casa Radio, al punto che Leccese offre ufficialmente uno spazio all’interno della programmazione per dare voce ai progetti di Women of Change. “C’è bisogno di strumenti nuovi per raccontare queste storie – conclude – e la radio è ancora un mezzo potente, soprattutto quando incontra contenuti veri”.

Ascolta ora il Podcast:

BRICKS AND MUSIC | Anita Falcetta
Puntata del 16/04/25
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