Sarà vero che gruppi organizzati, nell’Ottocento e a inizio Novecento, abbiano incendiato ed eliminato grandiosi architetture del passato per oscurare le tracce di una tecnologia o di civiltà precedenti alla nostra?
E chi avrà voluto distruggere Notre-Dame nel 2019?
Uccisioni architettoniche, incendi famosi e teorie del complotto:
parliamone con Patrick Bamonte, Professore Associato di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano. I suoi argomenti di ricerca sono le strutture in calcestruzzo armato e il comportamento degli organismi strutturali in presenza di alte temperature/incendio.
Con il professore Bamonte parleremo delle vere cause di alcuni incendi famosi ma anche di come oggi si utilizzi l’Intelligenza Artificiale nell’antincendio.
Patrick Bamonte ci ha spiegato che l’ingegneria strutturale è definita come un ramo dell’ingegneria civile che si occupa dell’analisi, progettazione, verifica e controllo delle strutture portanti di edifici e infrastrutture come ponti, dighe, torri, viadotti e stadi. L’obiettivo principale è garantire la sicurezza e la durabilità nel tempo. Le radici storiche dell’ingegneria strutturale risalgono alle grandi strutture di antiche civiltà, come le piramidi in Egitto e le ziggurat in Mesopotamia, con significativi progressi con l’antesignano del calcestruzzo nell’Antica Roma. Nel XIX e XX secolo, l’ingegneria strutturale si è evoluta in una disciplina scientifica.
Gli incendi del Crystal Palace e di Notre Dame
Una teoria del complotto sugli incendi di grandiose architetture del passato le spiega come volontarie distruzioni di gruppi organizzati per oscurare tracce di una tecnologia o di civiltà precedenti. Le uccisioni architettoniche sarebbero una forma di controllo globale, un modo per riscrivere la storia e nascondere ciò che potrebbe mettere in discussione l’ordine dominante. Uno di questi complottistici incendi fu quello che ridusse in cenere l’iconico Crystal Palace avvenuto nel 1936, struttura in ferro, ghisa e vetro creata per l’esposizione universale del 1851 a Londra.
Come ci ha spiegato il professore Bamonte, il Crystal Palace era un simbolo di innovazione tecnologica ingegneristica e potenza industriale britannica dell’epoca, ed era anche un centro di aggregazione in quanto ospitò esposizioni, concerti e persino la finale della FA Cup (Football Association Challenge Cup in italiano Coppa d’Inghilterra). Fu anche la sede della società televisiva, con sistema elettromeccanico, fondata da John Logie Baird.
L’incendio iniziò nella zona degli uffici e del guardaroba delle donne, probabilmente a causa di un’esplosione di bombole di gas, o un corto circuito oppure un mozzicone di sigaretta. L’allarme fu dato in ritardo e il fuoco si diffuse rapidamente a causa del legno secco utilizzato per pavimenti e arredi, alimentato da un forte vento che spirava quella notte sulla collina.
Dunque nessun complotto dietro questo incendio.
Nel 2019 si incendia la magnifica cattedrale di Notre Dame a Parigi, evento immediatamente oggetto di disinformazione. Si diffusero rapidamente l’errata e islamofoba convinzione che l’incendio fosse stato deliberatamente appiccato e che si fossero sentiti canti di “Allahu Akbar” fuori dalla chiesa. La particolarità di Notre Dame era proprio la copertura di legno di quercia, chiamata “la foresta” per l’enorme quantità di legno che era stata necessaria per costruirla tra il XII e il XIII secolo, inoltre era costituita anche da elementi in piombo. Naturalmente anche in questo caso, come spiegato dal professore Bamonte, nessun complotto, bensì le perizie hanno escluso l’incendio doloso e confermato una causa accidentale, ad esempio il famigerato mozzicone di sigaretta. Tra l’altro erano in corso dei restauri e dunque era presente in quell’area della cattedrale un cantiere. La propagazione dell’incendio venne facilitata dalla struttura interamente lignea e dalla mancanza di compartimentazioni. Contribuirono anche l’assenza dei sistemi antincendio attivi, come gli impianti sprinkler, e l’impianto di allarme non pienamente efficiente, e infine la difficoltà di accesso alla zona investita dal fuoco a causa dell’altezza fuori dalla portata delle autoscale in dotazione ai vigili del fuoco.
Complotti e disinformazione contribuiscono a “inquinare” la nostra società e sono veicolo di discriminazione e iniquità. Per questo è necessario contrastarle e informare sulle corrette e scientifiche versioni degli accadimenti.
La più grande cupola in calcestruzzo non armato: il Pantheon
Col professore Bamonte ci siamo soffermati anche sulle innovazioni strutturali di uno dei capolavori del passato, e che ancora è da considerarsi la più grande cupola in calcestruzzo (per la precisione un antenato dell’attuale calcestruzzo) non armato del mondo. La cupola presenta una particolarità interessante, ovvero a circa 50 gradi di angolo dalla sommità, dove c’è il famoso occhio (oculus), si vede un aumento di spessore e questo secondo alcuni ha spiegazioni esoteriche perché ha a che fare indirettamente con la sezione aurea, in realtà c’è dietro una motivazione statica, ovvero, probabilmente già i Romani si erano accorti che al di sotto di questo angolo si verifica un comportamento particolare dei sistemi a cupola e dunque ritennero necessario ispessire la cupola. Inoltre il calcestruzzo non è omogeneo dalla sommità della cupola sino alle imposte perché presenta caratteristiche variabili e questo perché probabilmente i Romani avevano già capito che per questioni statiche si potevano adottare dei materiali che cambiavano la loro composizione rispetto alle condizioni esterne e del materiale stesso. Oggi questi materiali vengono definiti FGM (I Functionally Graded Materials costituiscono un’innovazione relativamente nuova nella scienza dei materiali. Si tratta di sofisticati materiali compositi la cui composizione e struttura si modifica gradualmente in funzione del volume, generando, di conseguenza, variazioni nelle proprietà dei materiali stessi – CORDIS-EU).
(IA) Intelligenza Artificiale nell’Antincendio
Anche nel settore dell’antincendio è presente e importante l’implementazione dell’intelligenza artificiale, in particolare nei sistemi di rilevamento precoce e prevenzione degli incendi (allarmi intelligenti con sensori e riconoscimento immagini video, che ad esempio rilevino in modo rapido dei pennacchi di fumo), sia negli edifici, sia degli incendi boschivi (tramite l’apprendimento di reti neurali artificiali che mettano insieme analisi meteo, topografia e dati storici), e nell’ottimizzazione dei piani di evacuazione. Patrick Bamonte ha ribadito l’importanza del controllo umano che coadiuvi l’uso dell’IA sottolineando che l’ingegneria deve semplificare i problemi ai minimi termini per descriverli in modo essenziale e accurato quelli che sono i parametri in gioco.
Nell’intervista il professore Bamonte ha accennato anche alle modalità di lavoro del gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile del Politecnico di Milano.
Dopo questa chiacchierata tra uccisioni architettoniche, incendi famosi e teorie del complotto vi lascio col mio seguente pensiero: le teorie del complotto si moltiplicano perché offrono risposte semplici a realtà complesse. Di fronte all’incertezza o al caos, molte persone preferiscono credere a un colpevole chiaro e una regia occulta, piuttosto che accettare la complessità, l’ambiguità o semplicemente il caso, determinato da un banale e comune mozzicone di sigaretta.
D’altronde il fumo fa decisamente male.
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