E’ morto Papa Francesco

Dolore e commozione: il mondo piange il Papa degli ultimi.

“Non respiro”: le ultime parole del Pontefice prima di tornare alla Casa del Padre

Città del Vaticano, 21 aprile 2025 – Alle 7:35 di questa mattina, nel silenzio raccolto del Monastero Mater Ecclesiae, si è spento Papa Francesco. Aveva 88 anni. Il 266º Pontefice della Chiesa cattolica è tornato alla Casa del Padre, stroncato da una crisi respiratoria improvvisa, sopraggiunta intorno alle cinque del mattino. “Non respiro” – avrebbe sussurrato con un filo di voce agli assistenti. Parole semplici, drammatiche, che segnano il passaggio finale di una vita donata.

Negli ultimi giorni le sue condizioni si erano visibilmente aggravate. Aveva scelto il silenzio e la preghiera, ritirandosi nello stesso monastero che fu dimora di Papa Benedetto XVI. Accanto a lui, fino all’ultimo istante, medici, religiosi, collaboratori e membri della Famiglia Pontificia. Poco prima di chiudere gli occhi, Francesco – raccontano i presenti – ha affidato al cielo una preghiera per “i poveri, i malati e per la pace nel mondo”.


Un annuncio colmo di dolore

A darne per primo comunicazione ufficiale è stato il cardinale Kevin Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, con voce rotta dalla commozione:
“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte del nostro Santo Padre Francesco. Alle 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma è tornato alla Casa del Padre. La sua vita è stata un’offerta incessante al servizio del Signore e della Sua Chiesa. Ci ha insegnato a vivere il Vangelo con semplicità, coraggio e amore universale.”


Un’onda di emozione abbraccia il pianeta

La notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore, generando un’onda globale di cordoglio. Da ogni continente sono giunti messaggi di vicinanza, riconoscenza e preghiera per un Papa capace di parlare al cuore, con il linguaggio dell’umiltà e della misericordia, oltre ogni confine di fede o cultura.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato:
“Con Papa Francesco il mondo ha conosciuto un testimone autentico del Vangelo vissuto. Una guida spirituale che ha saputo parlare al cuore degli uomini, illuminando le coscienze con parole di pace, giustizia e compassione.”

La Premier Giorgia Meloni ha scritto:
“Ci lascia un Pontefice straordinario, capace di leggere i segni dei tempi con forza, dolcezza e profonda umanità. Il suo messaggio ha toccato i luoghi più fragili e i cuori più feriti.”

Anche Donald Trump ha espresso il proprio tributo:
“Un uomo di Dio e di popolo, con un cuore che apparteneva a tutti.”

Commosso anche J.D. Vance, Vicepresidente degli Stati Uniti, che lo aveva incontrato appena 24 ore prima:
“Mi ha stretto la mano con quel sorriso che conosce il dolore e lo trasforma in speranza. Il mondo ha perso un faro.”

La Presidente della Commissione Europea, Kaja Kallas, ha definito il Papa:
“Una guida morale per l’intera umanità. La sua voce ci mancherà profondamente.”

Da Washington a Pechino, da Gerusalemme a Buenos Aires, si susseguono le reazioni. Patriarchi, imam, rabbini, leader politici e milioni di fedeli si uniscono nel lutto per un uomo che ha abbattuto muri e costruito ponti, incarnando la fratellanza universale.


Dalle periferie argentine al cuore della Chiesa

Jorge Mario Bergoglio nacque a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, da genitori piemontesi. Cresciuto in una famiglia semplice, si laureò in chimica prima di scegliere la via del sacerdozio nella Compagnia di Gesù. Fu ordinato sacerdote nel 1969, arcivescovo della capitale argentina nel 1998, e creato cardinale nel 2001 da Giovanni Paolo II.

Celebre per il suo stile sobrio e vicino al popolo, rifiutava i privilegi, viaggiava in metropolitana, visitava baraccopoli e ospedali. Per tutti era “il prete della gente”.

Il 13 marzo 2013 si affacciò al balcone di San Pietro con un semplice “Buonasera”. Scelse il nome di Francesco, in onore del poverello di Assisi. Un nome che conteneva già tutto il suo pontificato.


Un pontificato di svolte

Francesco ha guidato la Chiesa in un cammino di profonda trasformazione, rendendola più evangelica, più umana, più vicina alle ferite del mondo. I momenti simbolo del suo pontificato restano indelebili:

  • Il Giubileo della Misericordia (2015–2016)

  • La riforma della Curia con Praedicate Evangelium

  • Il viaggio a Lampedusa, in difesa dei migranti

  • Le encicliche Laudato Si’ e Fratelli Tutti

  • Le aperture verso famiglie non tradizionali e persone LGBTQ+

  • Il dialogo con l’Islam, l’Ortodossia e la Cina

  • Il pellegrinaggio penitenziale in Canada, per chiedere perdono alle popolazioni indigene

  • Le sue parole ferme contro la guerra, soprattutto in Ucraina


Il Papa solo sotto la pioggia

Resterà per sempre nei cuori la scena del 27 marzo 2020: Piazza San Pietro deserta, pioggia battente, pandemia in corso. Papa Francesco, solo, prega per il mondo intero.
“Abbiamo capito che non possiamo andare avanti ciascuno per conto proprio, ma solo insieme.”


Due papi, una sola Chiesa

Il pontificato di Francesco è stato segnato anche da un evento unico nella storia moderna della Chiesa: la coesistenza di due Papi viventi. Dopo le dimissioni di Benedetto XVI nel 2013 – evento che non accadeva da sei secoli – si aprì una nuova fase di transizione e dialogo.

Francesco parlava di Benedetto come di “un nonno saggio”, e il loro incontro a Castel Gandolfo rappresentò l’immagine di una Chiesa capace di unità nella diversità.

Con la morte di Benedetto il 31 dicembre 2022 e quella di Francesco oggi, si chiude un capitolo straordinario, scritto da due uomini diversi nello stile, ma complementari nella spiritualità.


Fino all’ultimo, vicino al popolo

Negli ultimi anni, nonostante l’aggravarsi della salute, Papa Francesco ha continuato a esercitare il suo ministero con tenacia. Nei giorni scorsi aveva affettuosamente  incontrato i detenuti di Regina Coeli  Anche dopo la pesante infezione respiratoria di febbraio, volle apparire alla loggia centrale per impartire la benedizione pasquale: un sorriso affaticato, ma sereno, che portava con sé tutto l’amore per il suo popolo.


Un’eredità che resterà

Francesco lascia una Chiesa più povera e più accogliente, più attenta all’ambiente e ai diritti degli ultimi, più pronta a dialogare che a giudicare. Ha denunciato l’ipocrisia e l’indifferenza, ha rifiutato il clericalismo, ha restituito voce a chi non l’aveva.

Ha camminato con coerenza, tra consensi e critiche, senza mai perdere di vista il Vangelo. Ed è così che oggi il mondo lo saluta: con le lacrime agli occhi e una gratitudine profonda.

Il suo pontificato ha segnato un tempo nuovo. E quel tempo, ora, è storia.

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