Costruire le città del futuro: Intervista esclusiva a Pietro Putetto, CEO di Planet Smart City Advisory

Come vivremo nelle città del futuro? Come sarà abitare i nuovi distretti urbani, tra spazi condivisi, servizi digitali e comunità sempre più smart? Da questi interrogativi è partita l’intervista su Casa Radio, con protagonista Pietro Putetto, CEO di Planet Smart City Advisory.

Pietro Putetto è arrivato in Planet Smart City Advisory dopo una lunga esperienza nel mondo dell’architettura e dell’ingegneria, culminata con la vendita della sua società Politecna Europa. In Planet ha trovato una sfida ancora più ambiziosa: non solo progettare edifici o quartieri, ma creare veri e propri ecosistemi urbani, dove le persone siano al centro e i servizi costituiscano un fattore distintivo.

“La nostra attività – racconta Putetto – si fonda su tre pilastri: l’advisory, il real estate e il digital. Lavoriamo perché ogni nuovo progetto integri fin dall’inizio tecnologia, sostenibilità e strumenti per formare comunità attive.”

Nel corso dell’intervista, emerge chiaramente un concetto: i servizi non sono più un semplice “plus”, ma un asset strategico che ridefinisce il valore immobiliare stesso. Putetto sottolinea come la digitalizzazione, il bisogno di vivere in comunità e l’esperienza del post-Covid abbiano cambiato profondamente le aspettative degli abitanti. “Oggi si vende sempre meno solo uno spazio fisico – spiega – ma un pacchetto di servizi, esperienze e possibilità di interazione.”

Un esempio lampante è il boom del Build to Rent in Italia, un modello nato per rispondere alle esigenze di una nuova generazione di utenti: giovani professionisti, studenti, neo-famiglie che cercano case pronte all’uso, dotate di soluzioni plug and play, più che proprietà da gestire.

Non tutto, però, è sempre andato nella direzione giusta. Emiliano Cioffarelli richiama esempi di housing sociale come Corviale a Roma, progetti pensati con grandi ambizioni ma spesso falliti proprio sul piano sociale. Pietro Putetto è netto: “La lezione è chiara. Non basta costruire. Bisogna pensare alla vita che scorre negli spazi. Per questo la nostra ricetta unisce spazi condivisi, digitalizzazione e la presenza di community manager.” Figure chiave, queste ultime, capaci di spiegare agli abitanti come utilizzare al meglio gli spazi comuni, favorire l’integrazione e accompagnare la nascita di comunità vere, non solo sulla carta.

Planet Smart City si distingue per una forte attenzione ai criteri ESG, con un focus particolare sulla “S” di “Social”.

Monitorare le interazioni comunitarie attraverso dati concreti – dalle prenotazioni delle aree comuni tramite app alle serrature digitali per la gestione sicura degli accessi – consente non solo di ottimizzare i servizi, ma anche di studiare come migliorare il senso di appartenenza. “Spesso – racconta Putetto – le comunità vanno oltre le aspettative, creando spontaneamente nuove iniziative e momenti di socialità che non erano previsti dal progetto originario.” Un segnale che i quartieri davvero “smart” non sono solo tecnologici, ma soprattutto umani.

Per realizzare questi obiettivi, servono team multidisciplinari: ingegneri, architetti, esperti di PropTech, ma anche antropologi, psicologi, operatori del terzo settore.

Una contaminazione che Planet Smart City promuove concretamente. “Per un progetto a Milano in consegna nel 2028 – spiega il CEO – i community manager stanno già incontrando i potenziali residenti per ascoltarne bisogni e aspirazioni.” Un approccio di co-progettazione, dove anche chi disegna gli spazi impara dai futuri abitanti, in un continuo scambio di idee e feedback.

Nato nel 2015, il progetto Planet Smart City si è sviluppato partendo da una semplice constatazione: non esisteva un vero e proprio “capitolato della città smart”. Così è nato un modello nuovo, che guarda ai casi internazionali più innovativi – come le society indiane o le nuove mega-città saudite – ma sempre con una bussola precisa: la persona al centro.

Tecnologia, architettura, servizi: tutto deve ruotare intorno ai bisogni umani, non viceversa.

In questo senso, i principi smart devono essere integrati “al giorno zero”, cioè dalla fase di concezione del progetto, e non aggiunti a posteriori come semplici gadget tecnologici. Planet Smart City lavora su progetti che vanno da piccole realtà di 50 appartamenti fino a masterplan da oltre 2.000 unità abitative. In ogni caso, l’approccio resta lo stesso: creare quartieri inclusivi, resilienti e tecnologicamente avanzati, ma soprattutto vivibili.

“Il nostro obiettivo – conclude Putetto – è dimostrare che è possibile coniugare business e impatto sociale. E che le città del futuro, per essere davvero intelligenti, devono prima di tutto essere fatte per e con le persone.”

Ascolta ora il Podcast:

BRICKS AND MUSIC | Pietro Putetto
Puntata del 29/04/25
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