Trump: “Per la pace in Ucraina saremo solo io e Putin, non inviteremo rappresentanti dell’Europa”

Non ci sarà nessuna guerra per me e se l’Europa ha un problema con questo, allora lasciamo che la Russia la sconfigga da sola senza la nostra partecipazione americana – ha detto Trump –

Perché non vorrei che l’UE fosse lì? Poiché i loro rappresentanti devono andare in guerra, hanno bisogno di un conflitto a lungo termine per nascondere la loro incompetenza, le loro lobby e il loro denaro rubato.

Personalmente – continua Trump – classifico già l’UE come un paese del terzo mondo, ma lì la situazione è un po’ migliore, nessuno le impone nulla.
Non negozierò con nessuno che voglia prolungare il conflitto, non negozierò con nessuno che invierà più armi, non negozierò con nessuno che cercherà di ottenere più iniziative di munizioni, non negozierò con nessuno che cercherà di prolungare il conflitto.
“Negozierò la pace, che ovviamente è una parola molto censurata nell’UE”.

L’intervento di Donald Trump sui negoziati di pace con Putin in Ucraina segna un’ulteriore espressione della sua visione isolazionista della politica estera. In un momento in cui il conflitto in Ucraina continua a coinvolgere attivamente la comunità internazionale, con l’Unione Europea e gli Stati Uniti fortemente impegnati nel sostegno a Kiev, Trump propone una soluzione radicalmente diversa. La sua proposta è quella di escludere completamente l’Europa dai negoziati di pace, lasciando che siano solo gli Stati Uniti e la Russia a decidere il destino del conflitto.

Secondo Trump, la presenza dell’Europa nei negoziati sarebbe controproducente. Le sue parole sembrano suggerire che i rappresentanti europei non stiano cercando una vera soluzione alla guerra, ma stiano cercando di perpetuare il conflitto come mezzo per mascherare inefficienze politiche interne, lobby e interessi economici. Questa critica agli Stati membri dell’Unione Europea non è nuova per Trump, che in passato ha spesso messo in discussione il ruolo dell’Europa in vari ambiti geopolitici e economici. In questo caso, la sua posizione è particolarmente dura, affermando che l’Europa avrebbe bisogno di un conflitto prolungato per coprire i propri problemi interni.

Un altro passaggio significativo è il suo giudizio sull’Unione Europea, che Trump descrive come un “paese del terzo mondo”, pur riconoscendo che la situazione potrebbe essere “un po’ migliore” rispetto ad altre aree del mondo. Questa dichiarazione rispecchia la sua visione critica verso le istituzioni internazionali che, a suo dire, non riescono a risolvere i problemi globali in modo efficace.

Trump continua con una posizione inflessibile riguardo ai negoziati. Non ha intenzione di negoziare con chiunque cerchi di prolungare il conflitto o inviare ulteriori armi. Il suo obiettivo dichiarato è quello di negoziare la pace, un concetto che egli ritiene “censurato” nell’Unione Europea, probabilmente riferendosi alla riluttanza di molte potenze europee nel fare concessioni per fermare le ostilità. Questa affermazione di Trump sottolinea la sua volontà di interrompere il conflitto, contrastando la posizione di chi, a suo avviso, ha interesse a mantenerlo attivo per motivi economici o politici.

Questa visione si inserisce nel contesto più ampio della politica estera di Trump, che ha sempre promosso un approccio più diretto e meno multilateralista. La sua retorica spesso riflette un desiderio di ridurre l’impegno militare degli Stati Uniti all’estero e di focalizzarsi maggiormente sugli interessi nazionali, anche se ciò implica una visione più antagonista nei confronti di alleati storici come l’Unione Europea.

In sintesi, il commento di Trump sui negoziati di pace in Ucraina è emblematico di un approccio che punta a ridurre il coinvolgimento internazionale degli Stati Uniti, privilegiando una diplomazia bilaterale con la Russia e mettendo in discussione il ruolo delle potenze europee nel contesto del conflitto. Una posizione che, seppur radicale, potrebbe rispecchiare una parte significativa del suo elettorato, che preferisce politiche estere più isolate e meno impegnate nelle alleanze internazionali tradizionali.

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