Nell’era dei social, anche l’agente immobiliare è diventato — suo malgrado — un piccolo produttore di contenuti.
Annunci su Instagram, video su TikTok, storie su WhatsApp, caroselli su LinkedIn. Tutti alla ricerca di visibilitĂ , contatti, vendite.
Ma la domanda è: tutto questo funziona davvero?
La risposta è: dipende.
L’annuncio perfetto non basta
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera corsa all’annuncio immobiliare “instagrammabile”. Foto professionali, descrizioni accattivanti, slogan in stile pubblicità .
Eppure, nella maggior parte dei casi, il numero di visite e proposte è rimasto invariato, se non diminuito. Perché?
Perché l’algoritmo non vende case. E nemmeno le belle immagini.
A vendere casa è ancora — e soprattutto — la relazione umana, la competenza, la fiducia.
Il personal branding ha senso solo se è autentico
Un altro grande fraintendimento è il “personal branding”.
Molti agenti oggi cercano di costruire online un’immagine forte, persuasiva, credibile. Ma finiscono per sembrare più influencer che consulenti.
La reputazione si costruisce nel tempo, con contenuti utili, testimonianze vere, presenza costante. Non con i selfie davanti agli immobili venduti.
Chi ci sceglie non lo fa per un post ben fatto, ma per ciò che siamo nella realtà .
Le promozioni non sostituiscono la fiducia
Un altro trend diffuso — e spesso fallimentare — è quello delle promozioni aggressive per trovare nuovi clienti: valutazioni gratuite, provvigioni scontate, tempi garantiti.
Ma chi deve vendere casa non si affida al miglior offerente. Si affida a chi percepisce come solido, serio, trasparente.
La verità è semplice: nessuna offerta può compensare la mancanza di credibilità .
Il social è uno strumento, non un sostituto
I social media possono essere un ottimo alleato per un agente immobiliare: ci aiutano a farci conoscere, a raccontare chi siamo, a restare in contatto con il nostro pubblico.
Ma non possono sostituire la relazione umana. Possono accenderla, ricordarla, mantenerla viva. Ma il primo passo — quello decisivo — resta sempre offline.
In conclusione
Sì ai social, ma con intelligenza.
Sì alla promozione, ma con misura.
Sì al digitale, ma senza dimenticare mai di alzare lo sguardo, fare una telefonata, incontrare un cliente.
Nel nostro lavoro, la casa è importante, ma la relazione lo è di più.
Consiglio di lettura:
📚 “L’era della persuasione digitale” di Roberto Venturini
Un libro utile e divertente per imparare a usare i social con autenticitĂ .
Come dice l’autore: “La fiducia non si clicca. Si conquista.”