L’Agorà di Aspasia: gli schiavi sognano aquile libere? Caporalato!

Questa sera alle 21:30 terrò una serata di approfondimento sul lavoro illegale e il fenomeno del caporalato. Gli e le ospiti che ci accompagneranno sono professioniste e professionisti del giornalismo, dell’attivismo, della ricerca universitaria.

Ma cos’è il caporalato?

L’intermediazione illegale e lo sfruttamento dei lavoratori irregolari, prevalentemente nel settore agricolo.

Secondo le stime realizzate dall’Osservatorio Placido Rizzotto, specializzato in analisi sui rapporti tra la filiera agroalimentare e la criminalità organizzata, nel biennio 2018-2019 il numero delle vittime del caporalato in Italia sono state 180mila.

In gran parte sono immigrati, infatti in Italia 1 prodotto agricolo su 4 è raccolto da stranieri e la forza lavoro immigrata in agricoltura è di circa il 70%.

E nelle nostre campagne, per coprire il fabbisogno di manodopera, ci servono all’incirca altri 100.000 lavoratori. Un bacino enorme per la criminalità.

Un bacino di manodopera ma anche territoriale molto vasto, molto più ampio di quanto si pensi. 

Infatti, è opinione diffusa che il caporalato che sia un fenomeno criminale presente solo al sud. In realtà, sempre secondo l’Osservatorio Placido Rizzotto, sono 405 le aree in cui è diffuso il caporalato, 129 localizzate al nord, 123 al sud, al centro 82 e 71 nelle isole. Le aree al nord più colpite sono in Veneto e Lombardia, al centro Emilia Romagna, Lazio e Toscana (intorno a Prato). A sud, Calabria, Puglia e Sicilia.

I dati naturalmente risalgono a qualche anno fa, ma intanto la situazione sembra che sia peggiorata.

Secondo i rapporti dell’Unione Europea (UE) il fenomeno è diffuso anche in altri paesi Europei, anche paesi che consideriamo insospettabili come la Germania o l’Olanda.
In questi rapporti dell’UE i lavoratori stagionali sono assunti con contratti a breve termine, con scarsa sicurezza lavorativa e senza copertura previdenziale. 

Spesso non hanno diritto alle prestazioni sociali nel paese in cui lavorano. Molti provengono da regioni e gruppi sociali poveri e vulnerabili.
Non sempre sono consapevoli dei loro diritti e non sempre capiscono la lingua del paese ospitante.

I lavoratori migranti tendono a vivere in fattorie situate in aree rurali isolate. Ogni mattina vengono portati nei campi con il trasporto collettivo. Vivono in alloggi condivisi, nel casi peggiori in fienili, container o rifugi rudimentali senza acqua corrente, elettricità o servizi igienico-sanitari adeguati.

Anche fuori dall’Europa ritroviamo il fenomeno, e lo ha tragicamente dimostrato l’incendio scoppiato lo scorso 24 giugno in una fabbrica sudcoreana che produce batterie al litio, la Aricell. Uno dei peggiori disastri industriali nella storia della Corea del Sud costato la vita a 23 persone quasi tutti stranieri, ossia cinesi discendenti dei coreani che all’inizio del Novecento erano emigrati e adesso rientrati in Corea del Sud.

In questo paese il numero di vittime sul lavoro è alto, e i lavoratori stranieri rischiano tre volte più dei colleghi coreani. 

Dal 2004 il governo sudcoreano importa manodopera tramite un programma di permessi di lavoro temporanei, e senza intermediari, in realtà i datori di lavoro hanno un enorme e non controllato potere sugli stranieri e questo porta a fenomeni di sfruttamento.

L’evento sul lavoro illegale lo conduco nell’Agorà di Aspasia, uno spazio di discussione sui fenomeni socioculturali ed economici.

Perché questo spazio è dedicato ad Aspasia? E chi era Aspasia?

Aspasia era l’amante di Pericle ma anche una donna che superò le limitate prospettive delle donne della sua epoca, e nella Grecia del V secolo a.C. tenne uno dei più vivaci salotti di ogni epoca, dove trattava di attualità, filosofia e retorica.

La studiosa Madeleine M. Henry nota che Aspasia è descritta dagli scrittori antichi secondo i pregiudizi individuali:

“Quando abbiamo bisogno che Aspasia sia una musa casta e un’insegnante, lei è lì; quando abbiamo bisogno di una prostituta, lei è lì; quando abbiamo bisogno di una proto femminista, c’è ancora lei.”

Raggiungeteci all’ evento social di ‘donna, immagine città’:

L’Agorà di Aspasia: gli schiavi sognano aquile libere? Caporalato!

10 luglio dalle 21:30.

L’evento è su Clubhouse, app scaricabile gratuitamente sul cellullare e che funziona come una radio interattiva.

Dopo aver scaricato la app e creato l’account, cliccate alle 21:30 sul link:

https://www.clubhouse.com/invite/7V7ikE6z4V6B412qa4bvB0eeW9oOCeaKEER:ANs5fbOZmAynqLHBwKCe2R9luMtKvlhPf5Ffz0VEhks

Raggiungeteci su Clubhouse!

Informazioni per partecipare a: info@immaginecitta.org

Sito di ‘donna, immagine città’: https://www.immaginecitta.org

Ascolta ora il Podcast:

DONNA IMMAGINE CITTÁ
Puntata del 10/07/24
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