Quando si parla di Alzheimer, spesso si pensa solo alla malattia. Leo D’Angelo invece ci porta oltre: ci fa entrare in un mondo fatto di ascolto, di accoglienza, di presenza costante. In questa nuova puntata de L’Italia che vale, con Emiliano Cioffarelli e Angelica Bianco, raccontiamo una storia sanitaria, si, ma soprattutto sociale, culturale e anche imprenditoriale.
Leo D’Angelo è il presidente di AMAA Abruzzo e fondatore de Il Nodo Onlus. Due realtà che non si limitano ad assistere, ma creano reti. Il Nodo è un centro diurno pensato per alleggerire il carico delle famiglie che ogni giorno convivono con la demenza di un loro caro. Un luogo dove gli anziani vengono accolti, stimolati, accompagnati. Non esiste cura definitiva per l’Alzheimer, ma esiste la possibilità concreta di rallentarne il decorso, migliorare la qualità della vita del malato e, soprattutto, sostenere chi gli sta vicino.
Il centro, nato in Abruzzo da un’idea condivisa con due amici, è diventato un punto di riferimento grazie a un’impostazione multidisciplinare che coinvolge psicologi, terapisti occupazionali, educatori. Un modello replicabile, umano e funzionale.
Poi c’è AMAA, l’Associazione Malati Alzheimer Abruzzo, che sotto la guida di D’Angelo sta tornando a vivere dopo la pandemia. Tavoli di lavoro con le istituzioni, campagne di informazione, gruppi di mutuo aiuto: il coraggio di cambiare lo sguardo con cui si guarda la demenza.
Abbiamo anche parlato della Residenza Madonna della Pace a Francavilla al Mare, una struttura rilevata recentemente e completamente rinnovata, che diventerà una casa aperta, ai pazienti e anche alla comunità. Eventi culturali, musica, arte. Perché invecchiare, anche con una patologia, non significa spegnersi. E Leo lo dimostra con i fatti, giorno dopo giorno.
Nell’ultima parte della puntata, abbiamo toccato un punto importante: i costi della cura. Cosa accade alle famiglie che non ce la fanno da sole? Ci sono fondi pubblici, progetti, misure. Ma manca ancora una cosa: la conoscenza. Leo insiste su questo: bisogna parlare, informarsi, rompere il muro della paura. È l’unico modo per affrontare il problema con dignità.
Una puntata intensa, vera. Una di quelle che ti fa sentire quanto conti, davvero, l’umanità dentro ogni scelta di cura.