Il vicepresidente del Comitato Nazionale per il Sì, ospite a Buongiorno Italia su Casa Radio, rilancia la battaglia referendaria per una riforma di civiltà.
Il professor Fabio Verna, vicepresidente del Comitato Nazionale per il Sì e leader referendario per la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e pubblici ministeri, è intervenuto nel programma Buongiorno Italia su Casa Radio, ospite del direttore Giovanni Lacagnina.
Nel corso della trasmissione, Verna ha approfondito i contenuti e gli obiettivi del prossimo referendum nazionale, che si terrà nella primavera del 2026, sottolineando come la separazione delle carriere rappresenti “un passo di civiltà e un atto di trasparenza necessario per ristabilire la fiducia dei cittadini nella giustizia”.
Il professore ha ricordato che il Comitato Nazionale per il Sì è stato il primo ad essere costituito ufficialmente con atto notarile, e che riunisce attorno a sé numerose personalità del mondo giuridico, accademico e culturale. Tra queste, spiccano gli avvocati Scala e Romolo Reboa, vicepresidenti del comitato, che insieme a Verna stanno guidando una rete di professionisti e cittadini impegnati nella promozione del referendum anche tra gli italiani all’estero.
Secondo Verna, la riforma proposta non è un attacco alla magistratura, ma una garanzia di equilibrio costituzionale. “Il giudice – ha spiegato – deve essere davvero terzo, indipendente da chi esercita l’azione penale. Accusa e giudizio non possono condividere lo stesso percorso di carriera, perché questo compromette la percezione di imparzialità del sistema. Una giustizia giusta è quella che tutela sia i colpevoli sia, soprattutto, gli innocenti.”
Rifacendosi al pensiero del grande giurista Giuliano Vassalli, che già quarant’anni fa sosteneva la necessità di questa distinzione, Verna ha ricordato come l’idea di separare le carriere abbia radici lontane nella cultura giuridica italiana, ma solo oggi trovi un terreno maturo per essere realizzata. “Non è una battaglia politica – ha aggiunto – ma una riforma che appartiene a tutti, perché riguarda i diritti fondamentali dei cittadini.”
Durante l’intervista, il vicepresidente ha richiamato anche i dati dei più recenti sondaggi pubblicati su Il Riformista, secondo i quali il 55% degli italiani si dichiara favorevole alla separazione delle carriere. “Il fronte del Sì cresce ogni giorno – ha sottolineato – e raccoglie adesioni trasversali, anche da aree del centrosinistra. Questo dimostra che non si tratta di una questione di schieramenti, ma di una scelta di giustizia, di equità e di libertà.”
Il Comitato Nazionale per il Sì ha inoltre voluto dare alla campagna referendaria un respiro culturale, coinvolgendo artisti e intellettuali. Verna ha citato l’opera Verso la nuova giustizia, realizzata da una pittrice italiana e divenuta simbolo ufficiale della campagna: un’immagine che unisce forza e delicatezza, rappresentando la giustizia come valore umano e universale. “L’arte – ha commentato – riesce a parlare al cuore delle persone e a esprimere ciò che le parole a volte non riescono a dire.”
Nel giorno del 4 novembre, anniversario della Vittoria di Vittorio Veneto e Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, Verna ha voluto dedicare un pensiero ai “ragazzi del ’99”, giovani soldati che, dopo la sconfitta di Caporetto, contribuirono alla rinascita dell’Italia. “Fu un momento decisivo per la nostra storia – ha ricordato – e rappresenta ancora oggi un simbolo di coraggio, di spirito di sacrificio e di unità nazionale. L’Italia seppe rialzarsi, e dobbiamo farlo anche oggi, con lo stesso senso di responsabilità e di comunità.”
Il professore ha poi commentato con rammarico la notizia del crollo della Torre dei Conti a Roma, sottolineando la necessità di una maggiore attenzione verso il patrimonio storico e artistico della Capitale. “Roma è un museo a cielo aperto – ha detto – ma non possiamo limitarci a contemplarla: serve una strategia di manutenzione e tutela. Non possiamo permettere che il tempo e l’incuria cancellino la nostra storia.”
Sul piano economico, Verna ha evidenziato come l’Italia stia vivendo una fase di contrazione economica, pur mantenendo i conti pubblici in equilibrio. “Il governo sta facendo sforzi importanti per tenere sotto controllo il debito e contenere lo spread – ha osservato – ma bisogna vigilare affinché il Paese non entri in recessione. Serve fiducia, investimenti e una visione industriale capace di guardare al futuro.”
Sul fronte internazionale, ha poi espresso preoccupazione per le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, che ha spostato gli equilibri commerciali globali. “La Russia guarda oggi alla Cina e al Sud-est asiatico, e l’Europa rischia di perdere terreno. L’Italia, invece, dovrebbe costruire ponti e non barriere, promuovendo il dialogo, la cooperazione e la diplomazia economica. Non si vince con le armi, ma con la cultura, il lavoro e la creatività.”
In chiusura, Verna ha lanciato un messaggio chiaro e appassionato: “La separazione delle carriere non è solo una riforma tecnica: è un segno di maturità democratica. Significa restituire fiducia ai cittadini, garantire imparzialità ai processi e rafforzare la nostra Repubblica. Invito tutti gli italiani a informarsi, a partecipare, a non restare indifferenti. Solo con l’impegno e la consapevolezza di ciascuno potremo costruire una giustizia davvero al servizio del popolo.”










