L’evento, organizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con partner istituzionali e con il patrocinio delle principali associazioni di categoria, ha avuto luogo in un contesto che richiama ogni anno investitori, operatori e stakeholder: un appuntamento ormai tradizionale per comprendere lo stato di salute del comparto immobiliare e orientarsi nelle trasformazioni che attraversano le nostre città.
“I numeri in questi ultimi anni sono comunque, per l’Italia e per il resto d’Europa, numeri interessanti, tra i più alti da quando ci sono rilevazioni negli ultimi cinquant’anni. Quest’anno, secondo noi, si dovrebbe chiudere intorno a 770-780.000 compravendite. L’anno prossimo pensiamo sia superabile il target di 801.000, che significa tornare ai valori del 2003-2004”.
Con queste parole Breglia ha aperto il suo intervento, facendo subito riferimento a un punto di osservazione storico: gli anni 2003-2004, quando il mercato immobiliare toccò livelli record in Europa, trainato da fattori peculiari come la forte domanda di case da parte di immigrati e un contesto macroeconomico favorevole.
Oggi, invece, le dinamiche sono profondamente diverse. La domanda è prevalentemente interna, e risponde a esigenze di sostituzione dell’abitazione e di miglioramento della qualità abitativa. Non si tratta dunque di una crescita drogata da variabili esterne, ma di un’evoluzione strutturale che riflette i nuovi bisogni della popolazione italiana ed europea.
Breglia ha poi messo a confronto i dati di crescita del fatturato immobiliare negli ultimi quindici anni:
- +63% nominale in Europa, con una crescita reale del 40%;
- +45% nominale in Italia, pari a circa il 30% in termini reali.
Numeri che, pur in un quadro di inflazione e oscillazioni economiche, testimoniano la solidità del comparto e il suo ruolo centrale nei bilanci nazionali. L’Italia, in particolare, pur partendo da condizioni di fragilità economica più marcate rispetto ad altri Paesi europei, ha saputo mantenere un trend positivo e costante.








