Nella puntata odierna di Bricks and Music, a cura di Paolo Leccese ed Emiliano Cioffarelli, su Casa Radio, abbiamo approfondito la notizia relativa alla sentenza storica emessa dalla Corte di Cassazione il 7 maggio 2024, con il numero 12395, risolvendo una questione giuridica che per oltre un decennio ha tenuto banco tra proprietari di immobili e le autorità fiscali italiane. La decisione permette l’applicazione della cedolare secca anche agli affitti destinati alle società che utilizzano gli immobili per alloggiare dipendenti, clienti o fornitori.
Che cosa è la cedolare secca? Prima di analizzare la sentenza, è essenziale comprendere il funzionamento della cedolare secca, come delineato dall’Agenzia delle Entrate. Questo regime fiscale facoltativo consente ai proprietari di immobili di pagare un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali locali sui redditi derivanti da affitti, fissata al 21% o al 10% per i contratti a canone concordato in aree con carenze abitative o ad alta tensione abitativa.
Un vantaggio significativo della cedolare secca è l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e di bollo che normalmente accompagnano la registrazione, la risoluzione o la proroga dei contratti di locazione. Questa opzione, una volta scelta, blocca la possibilità di aggiornare il canone di locazione per tutta la sua durata, inclusa la variazione per l’inflazione.
L’importanza della sentenza La sentenza della Cassazione arriva a conclusione di un lungo periodo di incertezza durante il quale molti proprietari avevano evitato di scegliere la cedolare secca per contratti di locazione aziendali, temendo possibili sanzioni per l’applicazione impropria del regime. Il caso specifico riguardava un contratto di affitto stipulato nel 2010 con una compagnia aerea per un immobile residenziale a Milano, che la Commissione tributaria regionale della Lombardia aveva ritenuto inadatto alla cedolare secca per la natura commerciale dell’inquilino.
Contrariamente a precedenti interpretazioni, la Cassazione ha chiarito che il regime della cedolare secca può essere applicato indipendentemente dalla natura commerciale dell’inquilino, a patto che l’immobile sia destinato ad uso residenziale. Questa decisione amplia notevolmente l’ambito di applicazione del regime, permettendo a più proprietari di beneficiarne e offrendo alle imprese maggior flessibilità nella gestione degli alloggi per i propri dipendenti.
Implicazioni pratiche e future Con questa sentenza, i proprietari di immobili possono ora considerare la cedolare secca una scelta vantaggiosa anche per gli affitti aziendali, potendo godere di un regime fiscale più conveniente senza il timore di sanzioni. Tuttavia, è fondamentale che l’Agenzia delle Entrate aggiorni le proprie linee guida e sistemi telematici per riflettere questa nuova interpretazione giuridica.
Inoltre, la decisione potrebbe avere effetti retroattivi per coloro che avevano scelto di non optare per la cedolare secca in passato a causa dell’incertezza legale, potenzialmente aprendo la porta a richieste di rimborso delle imposte pagate in eccesso.