Il Superbonus 110% ha scosso le fondamenta della politica fiscale italiana, con una decisione epocale: lo spalmare i crediti derivanti su un arco di 10 anni. Questa mossa non solo promette un’immediata correzione del deficit, ma potrebbe anche cambiare il gioco per chi cerca di risparmiare sulla riqualificazione energetica delle proprie abitazioni.
Il resoconto dell’intervento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante una seduta del mercoledì ha rivelato cifre mozzafiato. L’estensione dei tempi per l’utilizzo dei crediti del Superbonus potrebbe portare a una correzione del deficit/PIL di ben 2,4 miliardi di euro in soli due anni. Il ministro ha spiegato che questa mossa è progettata per allineare l’andamento del deficit indicato nel Def 2024 con quello programmato nella Nadef 2023, con necessità di 700 milioni di euro nel 2025 e 1,7 miliardi di euro nel 2026.
Ma c’è un’altra faccia della medaglia. Mentre il governo festeggia i miglioramenti ai conti pubblici, coloro che contano sui crediti fiscali derivanti dal Superbonus potrebbero trovarsi di fronte a una situazione più complicata. Lo spalmare i crediti su un periodo più lungo potrebbe diluire i benefici nel tempo, riducendo l’impatto immediato sulle loro finanze.
Questo cambiamento solleva anche domande riguardo al futuro del settore edile e all’efficacia complessiva del Superbonus 110%. Anche se può alleviare temporaneamente la pressione sulle finanze pubbliche, potrebbe anche compromettere la fiducia dei contribuenti nel programma e scoraggiare ulteriori investimenti nell’efficienza energetica e nella riqualificazione degli edifici.
In conclusione, mentre il governo festeggia una correzione del deficit, è chiaro che lo spalmare i crediti del Superbonus su 10 anni solleva interrogativi sul suo impatto a lungo termine e sulle conseguenze per coloro che ne beneficiano. Resta da vedere come il governo affronterà queste sfide e se riuscirà a bilanciare le esigenze finanziarie immediate con gli obiettivi di lungo termine per la sostenibilità e la crescita economica.