Questa residenza, situata tra la spiaggia e la macchia mediterranea, è un esempio straordinario di fusione tra diverse correnti architettoniche, spaziando dall’arte moresca a influenze contemporanee, e si distingue per la sua capacità di coniugare passato e presente in maniera armoniosa e sorprendente.
Progettata dall’architetto Luigi Moretti negli anni ’50, Villa Saracena è un’opera che riflette un’interessante intersezione di stili, inserendosi nella tradizione delle ville sul mare ma superando le convenzioni del tempo grazie a soluzioni innovative e audaci. “Il trittico incompiuto di Santa Marinella” : Villa Moresca, Villa La Califfa e Villa Saracena.
Alla fine dell’800 con la vendita ospedale Santo Spirito alla famiglia Odescalchi, questa iniziò la lottizzazione di Santa Marinella che si affermò come importante centro balneare.
Il richiamo all’arte moresca, evidente già nel nome, è una delle caratteristiche peculiari della villa. Moretti si ispirò alle architetture arabeggianti e nordafricane, creando un luogo che sembra provenire direttamente dalle atmosfere delle mille e una notte. Un’imponente torre che svetta sull’edificio principale, evoca i minareti delle antiche città arabe e si inserisce nel paesaggio con un’eleganza quasi eterea. Questa torre funge sia da elemento decorativo sia funzionale, offrendo una vista mozzafiato sul mare e sulla costa.
Le arcate e le decorazioni geometriche richiamano l’estetica islamica, con i suoi motivi intricati e simbolici, che si trovano spesso in contrasto con il rigore delle linee moderne. La luce diventa un elemento architettonico, filtrata attraverso “mashrabiyya” e grate intagliate, creando giochi di ombre che mutano durante il giorno e conferiscono all’edificio un senso di movimento continuo. È come se la villa respirasse, trasformandosi costantemente sotto la luce del sole.
Se l’omaggio alla tradizione moresca è evidente, ciò che rende Villa Saracena particolarmente interessante è la sua fusione con elementi dell’architettura contemporanea. Luigi Moretti, uno degli architetti più influenti del ventesimo secolo in Italia, ha saputo inserire in questo contesto apparentemente tradizionale dettagli moderni che anticipano molte delle tendenze successive nell’architettura internazionale.
La struttura stessa della villa, con le sue forme fluide e la sua disposizione dinamica degli spazi, rappresenta una rottura rispetto ai canoni rigidi dell’architettura dell’epoca. Moretti ha concepito Villa Saracena come un organismo vivente, in costante dialogo con l’ambiente naturale circostante. Le superfici curve, i tetti a cupola e le finestre panoramiche sono tutti elementi che sottolineano questo legame profondo tra architettura e paesaggio. La natura organica del paesaggio costiero, svincola i limiti fisici.
Un altro aspetto interessante è l’utilizzo di materiali locali e moderni, come il vetro e il cemento armato, integrati con tecniche artigianali tradizionali. Questo mix di antico e moderno permette alla villa di mantenere un equilibrio perfetto tra due mondi apparentemente distanti: da un lato, il fascino storico dell’arte islamica, dall’altro, l’audacia e la sperimentazione del design contemporaneo.
Comunque di tradizione mediterranea pavimenti liquefatti in ceramica, smaltata Napoletana, rugosità chiaro oscurare intonaco a grana grossa per le pareti e manufatti artigianali dislogati nell’interno della villa.
Nella stessa zona troviamo la villa Moresca, che riprende in modo altrettanto evidente le suggestioni dell’arte islamica, creando un dialogo immaginario con Villa Saracena. La Villa Moresca, con i suoi elementi decorativi intricati, i patii interni e i giardini lussureggianti, rappresenta una versione più romantica e introspettiva dell’architettura moresca rispetto alla visione più funzionale e dinamica di Moretti.
Nonostante le differenze, le due ville condividono un comune desiderio di rompere con le convenzioni architettoniche dell’epoca, portando alla luce uno stile inedito e raffinato. Entrambe sono esempi eccellenti di come l’arte contemporanea possa dialogare con il passato senza mai rinunciare alla sua identità, ma anzi arricchendosi di nuove suggestioni e significati.
Ciò che rende villa Saracena unica, oltre alle sue peculiarità architettoniche, è il suo profondo valore simbolico. L’architettura non è solo un insieme di spazi e forme; essa riflette la cultura e l’epoca in cui è stata realizzata, e in questo caso rappresenta l’incontro tra oriente e occidente, tradizione e modernità. Il progetto di Luigi Moretti non è soltanto un omaggio all’arte moresca, ma anche una celebrazione del dialogo tra culture e visioni diverse del mondo. La commistione di stili diventa così una metafora dell’integrazione e dell’apertura, temi quanto mai attuali.
La “kalifa”, elemento centrale della villa, rappresenta simbolicamente un ponte tra civiltà, un richiamo alle radici mediterranee che uniscono Europa e Medio Oriente. Il fatto che questa villa si trovi sulla costa italiana, uno dei crocevia più importanti per gli scambi culturali nel Mediterraneo, amplifica il suo significato simbolico. Qui l’architettura diventa un linguaggio universale, capace di superare confini e di raccontare storie di incontri e contaminazioni tra mondi diversi.
La Califfa nasce come dependance della Saracena realizzata su un lato stretto e lungo, che si affianca al giardino della villa. Di piccole dimensioni, come un luogo accessorio, all’inizio doveva essere raggiunta grazie a un passaggio sotterraneo, che poi non è stato mai realizzato.
Pur nelle sua compattezza, costruita con spazi di qualità, equilibrata con una serie, di concatenazioni di spazi destinati al soggiorno e al riposo; sul mare con pareti a ventaglio, che creano il luogo unico e suggestivo.
Inoltre, villa Saracena, villa Moresca e la Califfa con la loro unione di forme tradizionali e tecniche moderne, possono essere interpretate come una rappresentazione simbolica dell’evoluzione della società italiana del dopoguerra, un momento in cui il paese era impegnato a ricostruirsi, cercando di trovare un equilibrio tra la propria storia e il desiderio di innovazione.
Villa Saracena è un unicum nel panorama architettonico italiano, non solo per le sue caratteristiche estetiche, ma anche per il suo valore simbolico e culturale. È il riflesso di un’epoca di grande fermento culturale e artistico, in cui l’architettura diventava un mezzo di sperimentazione e di espressione personale.
Oggi, queste ville affascinano i visitatori e studiosi di tutto il mondo per la sua capacità di coniugare il rispetto per la tradizione con una spinta innovativa verso il futuro. L’equilibrio tra tradizione e modernità rimangono uno degli aspetti più affascinanti di villa Saracena e della vicina villa Moresca, due opere che, a distanza di decenni, continuano a offrire spunti di riflessione sul significato dell’architettura e del design nella società contemporanea.
In conclusione, Villa Saracena, Villa Moresca e la Califfa a Santa Marinella sono due gioielli che raccontano la storia di un’architettura che non teme di osare, fondendo culture, stili e epoche diverse. Queste residenze rappresentano un inno all’arte dell’incontro, dimostrando come passato e presente possano convivere in modo armonioso e innovativo, offrendo un’esperienza visiva e culturale senza pari.
Le visite guidate alla villa Saracena si svolgono mandando una mail a villasaracena@openhausroma.org. Le visite guidate sono svolte dagli Architetti di Open City. La Saracena è di proprietà privata ed è inserita nelle dimore storiche del Lazio e del vincolo delle belle arti; dopo anni di abbandono è tornata il suo splendore grazie a un accurato restauro.