Femminicidi in Italia: l’ombra lunga della violenza domestica e la necessità di una risposta sistemica

L’omicidio di Stefania Camboni a Fregene si aggiunge alla lista di femminicidi che scuotono l’Italia. Insieme ai casi di Emanuele De Maria e alla riapertura del caso Garlasco, emerge un quadro allarmante di violenza domestica e manipolazione psicologica. La criminologa Barbara Nocella analizza le dinamiche dietro questi crimini e sottolinea l’importanza della prevenzione e dell’educazione.

L’Italia è scossa da una serie di femminicidi che evidenziano la persistenza della violenza domestica e la necessità di interventi efficaci. L’ultimo caso riguarda Stefania Camboni, 58 anni, trovata morta nella sua abitazione a Fregene il 15 maggio 2025. La donna è stata uccisa con 15 coltellate, e la principale sospettata è la compagna del figlio, Giada Crescenzi, 30 anni, fermata con l’accusa di omicidio volontario.

Secondo le indagini, l’omicidio potrebbe essere stato premeditato, con un tentativo di inscenare una rapina per depistare le autorità. L’auto della vittima è stata trovata fuori strada, con il finestrino abbassato e il portafoglio gettato nelle vicinanze, elementi che rafforzano l’ipotesi di una messinscena.

Questo caso si aggiunge a quello di Emanuele De Maria, che, dopo aver scontato una pena per femminicidio, ha ucciso una collega e ferito un altro collega prima di togliersi la vita a Milano. La vicenda solleva interrogativi sulla valutazione del rischio e sui protocolli di reinserimento sociale per i detenuti.

Inoltre, la riapertura del caso Garlasco, con nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, evidenzia come la giustizia possa essere messa in discussione anche a distanza di anni, sollevando dubbi sull’efficacia delle indagini iniziali.

La criminologa investigativa Barbara Nocella, esperta in narcisismo maligno, manipolazione mentale affettiva e professionale, dottoressa in scienze e tecniche psicologiche con specializzazione in psicologia del lavoro, sottolinea la difficoltà di diagnosticare personalità disfunzionali, come il narcisismo maligno, e la capacità di alcuni soggetti di simulare comportamenti corretti. La violenza domestica non si manifesta solo fisicamente, ma anche attraverso forme psicologiche ed economiche, con manipolazioni e controlli all’interno delle mura domestiche.

Nocella evidenzia l’importanza della prevenzione e dell’educazione sin dall’infanzia per interrompere il ciclo della violenza. Segnali di allarme come ansia, isolamento, depressione e basso rendimento scolastico nei bambini devono essere riconosciuti e affrontati tempestivamente. Insegnanti e genitori giocano un ruolo fondamentale nell’individuare questi segnali e nel fornire supporto.

È essenziale rendere noti i servizi di supporto disponibili, come il numero verde 1522, i rifugi per vittime e l’accesso equo e tempestivo al sistema giudiziario. Romperesilenzio sugli abusi e chiedere aiuto senza vergogna è un passo cruciale per le vittime.

I recenti casi di femminicidio in Italia evidenziano la necessità di un approccio sistemico per affrontare la violenza domestica. È fondamentale implementare misure preventive, educative e di supporto per proteggere le vittime e prevenire ulteriori tragedie.

Ascolta ora il Podcast:

BRICKS AND MUSIC | Barbara Nocella
Puntata del 16/05/25
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