“Villa Girasole: l’utopia che ruota con il sole”  

 

Sulle colline di Marcellise, piccolo borgo tra Verona e le Prealpi venete, si nasconde un edificio fuori dal comune. Da lontano sembra una strana torre con un braccio orizzontale, una sorta di nave spaziale piantata tra i vigneti. Ma avvicinandosi, si scopre un’invenzione sorprendente: una casa che ruota seguendo il sole, come fa un girasole. È Villa Il Girasole, una delle architetture più audaci e poetiche del Novecento italiano.

Una villa per inseguire la luce

L’idea nacque negli anni Trenta, in un’epoca in cui l’ottimismo tecnico sembrava non avere limiti. L’ingegnere veronese Angelo Invernizzi, insieme all’architetto Ettore Fagiuoli e a un’équipe di collaboratori, volle realizzare non solo una dimora per le vacanze, ma un esperimento abitativo: un edificio capace di ruotare durante il giorno, per offrire alle stanze principali una costante esposizione al sole.

Costruita tra il 1929 e il 1935, la villa è composta da una torre fissa alta oltre 40 metri e da un corpo abitativo a forma di “L” rovesciata, montato su una piattaforma circolare che può compiere una rotazione completa in 9 ore, muovendosi a pochi centimetri al secondo. Il sistema era alimentato da un motore elettrico derivato dalla tecnologia ferroviaria: un geniale intreccio tra ingegneria, arte e desiderio di modernità.

Vivere in una macchina

Chi ha avuto il privilegio di soggiornarvi racconta di un’esperienza quasi surreale. Al risveglio, il panorama visibile dalle grandi finestre era cambiato rispetto alla sera prima. Al tramonto, la terrazza si apriva verso nuove colline. La casa, silenziosa ma viva, sembrava partecipare al ritmo del giorno, come un organismo in ascolto del paesaggio.

Ogni dettaglio era studiato: la disposizione delle stanze, le vetrate che incorniciano la campagna, le finiture moderne per l’epoca. I bambini della famiglia Invernizzi, si racconta, giocavano a “girare il mondo” camminando lungo i corridoi in movimento, mentre gli adulti pranzavano con la luce sempre perfetta, come in una scenografia progettata dalla natura.

Un’utopia concreta

Villa Il Girasole non è solo una meraviglia tecnica. È anche una dichiarazione di intenti: abitare significa anche dialogare con l’ambiente, con la luce, con il tempo. Invernizzi, da ingegnere ma anche da visionario, dimostrò che la casa poteva diventare una macchina sensibile, capace di adattarsi invece di imporsi.

E in un’Italia ancora dominata dallo stile neoclassico o dal razionalismo severo, questa costruzione sembrava uscita da un romanzo di Jules Verne o da un film di fantascienza. Alcuni la paragonarono a un transatlantico, altri a un aeroplano atterrato per sbaglio in collina. Di certo, non lasciava indifferenti.

Un’eredità nascosta

Dopo la morte di Invernizzi, la villa è rimasta proprietà della famiglia, che ne ha curato la conservazione con discrezione. Oggi non ruota più — il meccanismo è stato disattivato — ma la struttura è integra, visitabile in occasioni speciali o su richiesta. La sensazione, entrando, è quella di entrare in un sogno moderno, sospeso tra terra e cielo.

Molti architetti, anche internazionali, l’hanno visitata con reverenza. Alcuni la considerano un’anticipazione dell’architettura sostenibile, altri una macchina surreale degna del mondo di Escher o di un film di Fritz Lang. Ma per chi la guarda con occhi semplici, è soprattutto una casa che guarda il sole, come farebbe un fiore.

Il girasole e l’uomo

Il nome della villa, scelto dallo stesso Invernizzi, non è casuale. Il girasole, pianta semplice ma geniale, segue il sole con naturalezza, senza fatica. Invernizzi volle imitare la natura, non dominarla. E nel farlo, costruì un simbolo: quello di un uomo moderno, capace di fondere scienza e poesia, tecnica e bellezza, sogno e concretezza.

In un’epoca in cui parliamo tanto di energia solare, di intelligenza architettonica, di case che si adattano al clima, Villa Il Girasole ci ricorda che qualcuno ci aveva già pensato quasi cent’anni fa, con coraggio, con competenza e con un tocco di meraviglia.

Chi passa per Marcellise e alza lo sguardo verso la collina, potrà ancora vedere la torre bianca spuntare tra gli alberi. E immaginare, anche solo per un attimo, com’era vivere in una casa che si muove con il sole.

Ascolta ora il Podcast:

ABITARE L’ARTE | Villa Il Girasole
Puntata del 30/06/25
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