Martino Ghielmi al “Salotto del Coach”: una nuova visione tra impresa, dignità e opportunità
C’è chi guarda all’Africa come a un sogno lontano, e chi la osserva come una sfida. Poi c’è Martino Ghielmi, che da oltre vent’anni la vive come una realtà presente e concreta, un continente dove il futuro è già in corso. Fondatore di VadoinAfrica.com (ViA Group) e ideatore dell’Africa-Italia Summit, Ghielmi ha trasformato una passione personale in un progetto di visione economica e culturale, capace di collegare due mondi ancora troppo distanti: quello africano e quello italiano.
Tutto comincia con una corsa. Letteralmente. Vent’anni fa Martino parte per il Kenya con un sogno da atleta: scoprire i segreti dei migliori corridori del mondo. Quel viaggio, però, diventa qualcos’altro. Da esperienza sportiva si trasforma in percorso umano e professionale, un’“apertura di sguardo” che lo porta a comprendere come l’Africa non sia una terra da aiutare, ma una terra con cui collaborare.
Oggi lo racconta con la forza dei dati e la lucidità di chi ci vive da dentro. Una frase mi ha colpito: “L’Africa non è il continente del futuro è un mercato prioritario già oggi.”
Le cifre parlano da sole: 1,5 miliardi di persone, che diventeranno 2,5 miliardi entro il 2050, con il 50% della popolazione sotto i 20 anni e il 70% sotto i 35. Una crescita demografica che si accompagna a un tasso medio annuo di urbanizzazione del +5% e a un PIL previsto in aumento del 4,1% nel biennio 2025-26. Numeri che, messi insieme, raccontano una forza economica giovane, dinamica e in rapida espansione.
Eppure, mentre il mondo corre, l’Italia resta indietro: solo il 3,4% del nostro export è diretto verso il continente africano. “Una percentuale minima,” spiega Ghielmi, “soprattutto se confrontata con quella di altri Paesi europei che hanno compreso prima di noi l’importanza strategica di questo mercato.”
Il problema non è la distanza, appena tredici chilometri separano Africa ed Europa nello Stretto di Gibilterra, ma la mentalità. “Guardiamo all’Africa con la lente del rischio,” dice, “quando in realtà rischio e opportunità sono due facce della stessa medaglia. Dove la percezione è più lontana dalla realtà, spesso si nascondono le occasioni migliori.”
Martino invita quindi le imprese italiane a superare paure e stereotipi, e a considerare l’Africa non solo come una destinazione di export, ma come un partner di sviluppo reciproco.
Le possibilità sono molteplici: joint venture, progetti di formazione, innovazione condivisa, filiere corte e produzione locale. In altre parole, un nuovo modello di collaborazione win-win, dove la competenza italiana incontra la fame di crescita africana.
Dietro questo approccio c’è anche un messaggio politico e umano: “L’Africa non è un charity case,” ribadisce. “È un continente in cerca di rispetto, dignità e sovranità. E proprio lì, più che altrove, il saper fare italiano può fare la differenza.”
Una frase che racchiude la filosofia di VadoinAfrica.com: spostare il racconto dall’assistenzialismo al partenariato, dalla beneficenza alla cooperazione, dall’idea di “aiutare” a quella di crescere insieme.
Durante la conversazione al Salotto del Coach su CasaRadio.it, Martino Ghielmi non parla solo di economia. Parla di visione. Di come il modo in cui guardiamo un continente — o una persona, o un’impresa — possa determinare il tipo di relazione che costruiamo.
E forse è proprio qui il punto: l’Africa non chiede di essere salvata, ma riconosciuta. Come mercato, come comunità, come spazio di innovazione.
Per le PMI italiane, spesso soffocate da un mercato interno maturo e da una concorrenza sempre più globale, l’Africa rappresenta una nuova frontiera di crescita sostenibile: una terra giovane, digitale, affamata di tecnologia e know-how, dove il made in Italy può ancora significare valore, qualità e fiducia.
“Serve però una visione a lungo termine,” conclude Ghielmi, “e la capacità di mettersi in gioco oltre gli stereotipi.”
Non è solo un invito alle imprese, ma a tutto un Paese che può riscoprire se stesso guardando un po’ più a sud.
