Fare il tributarista non è solo bilanci, codici fiscali e calcoli. È responsabilità. È ascolto. È relazione. È fiducia.
Riccardo Alemanno, presidente nazionale dell’Istituto Nazionale Tributaristi e vicepresidente vicario di Confassociazioni, è stato nostro ospite a L’Italia che Vale, e con lui abbiamo affrontato una puntata tosta. Ma utile. Di quelle che aprono il cervello e mettono a fuoco quello che spesso sfugge: dietro ogni dichiarazione dei redditi, c’è una persona.
Abbiamo parlato di fisco, certo. Ma anche di deontologia, riforme, intelligenza artificiale, tutela dei cittadini e credibilità dei professionisti. Con un tono diretto, mai accademico, Riccardo Alemanno ha messo al centro un concetto che dovrebbe essere scolpito nella testa di tutti: il tributarista è un ponte tra il cittadino e lo Stato. E in quel ponte ci passano dati, soldi, ma anche fragilità e fiducia.
Una delle riflessioni più potenti riguarda proprio la tecnologia. Alemanno non si è nascosto: l’intelligenza artificiale cambierà il lavoro di tutti. Anche il loro. Ma – e qui arriva il punto – non deve mai sostituire il pensiero umano. Deve essere uno strumento, non un oracolo. E l’Istituto che rappresenta ha già aggiornato il proprio codice etico per obbligare i professionisti a dichiarare quando e come usano l’IA. Un passo avanti. Vero.
Abbiamo toccato anche il tema delle responsabilità: l’assicurazione obbligatoria, il rispetto delle regole, i confini tra errore umano e negligenza. E poi, il rapporto con le istituzioni: Agenzia delle Entrate, Ministero dell’Economia, Parlamento. Dialogo aperto, ma non sempre facile.
Riccardo Alemanno ha ribadito una cosa semplice, che dovrebbe essere ovvia: la riforma fiscale è necessaria, ma serve tempo. E serve visione. Non si semplifica senza coperture. Non si digitalizza senza formazione. Non si costruisce un sistema giusto se si guarda solo ai numeri e non alle persone.
Abbiamo chiuso la puntata con una consapevolezza nuova. Il tributarista – quello vero – è un professionista che si prende cura. Di dati, ma anche di storie. E oggi più che mai abbiamo bisogno di professionisti che sappiano coniugare competenza e umanità.