Tassi di interesse: cosa succede da domani?

I commenti sugli effetti nel mercato immobiliare di Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari (Istituto indipendente di studi e ricerche) ed Emiliano di Bartolo, amministratore delegato di G-Rent (proptech attiva nel settore dell’hospitality di immobili di lusso e di building dedicate a clientela corporate, quotata sul mercato EGM operante con il marchio Santandrea Top Properties & Luxury Houses)
Il 6 giugno 2024, la BCE, guidata da Christine Lagarde, annuncerà se procederà con il primo taglio dei tassi di interesse dell’area euro dal 2019. In precedenza, Lagarde aveva alimentato le aspettative di un taglio imminente, condizionato al supporto dei dati economici verso un processo disinflazionistico in corso.

Tuttavia, gli ultimi dati sull’inflazione non sembrano confermare questa tendenza. L’economista Daniel Lacalle ha criticato questa possibile decisione, affermando che la politica fiscale incontrollata in Europa sta compromettendo l’efficacia della politica monetaria della BCE, rendendo ingiustificato un taglio dei tassi.

Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari

“È ormai opinione condivisa che questa settimana, il 6 di giugno,  verrà annunciata da Bce la prima riduzione del tasso di deposito, per 25 punti base. Meno concordi sono gli analisti sul secondo taglio, ipotizzato da molti, ma non da tutti, per il mese di luglio. La notizia era nell’aria e la linea severa della Germania è stata superata dalla volontà della Banca Centrale, supportata dall’andamento continuativamente decelerante, nonostante il minimo rialzo di maggio, dell’inflazione. L’andamento dei tassi sui prestiti tra il 2022 e il 2023 ha portato il costo del denaro al 4,5 per cento con le rate in fortissimo aumento sia per i nuovi prestiti a tasso fisso che per quelli a tasso variabile (nel caso di tasso variabile anche sui mutui esistenti). Nel 2023 oltre il 60 per cento dei mutui erogati è stato a tasso fisso (circa il 50 per cento nell’area dell’euro), questo per la propensione non nuova delle famiglie italiane a scegliere il tipo di prestito che garantisce rate iniziali più basse. La quota di mutui a tasso fisso era pari ai due terzi delle consistenze complessive a dicembre del 2023. Le scelte della Banca Centrale daranno maggiore vigore a una tendenza i cui primi segnali positivi sono comunque giunti nell’ultimo periodo dagli istituti di credito che, nella previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva, hanno anticipato l’andamento lievemente positivo. Dalla fine del 2023 il costo dei nuovi mutui a tasso variabile si è stabilizzato attorno al 5 per cento e quello dei mutui a tasso fisso si è ridotto (al 3,6 per cento, dal 4,0 dello scorso settembre). Nel 2023 gli scambi di case hanno raggiunto le 710mila unità, una riduzione del nove per cento rispetto al 2022. Nello stesso periodo sono stati circa 270 mila gli acquisti di abitazioni assistiti da mutuo ipotecario, meno del 40 per cento del totale, nel 2022 erano circa 370 mila. La diminuzione è stata molto più forte del decremento delle compravendite, oltre un quarto del totale. Questo risultato racconta l’evidente difficoltà per le famiglie ma anche la buona dinamicità del mercato residenziale nazionale. Le famiglie hanno fatto ricorso al capitale accumulato per continuare a poter acquistare una casa. È quindi presumibile che in una condizione di più facile accesso al credito l’andamento prosegua e si consolidi. Dal lato delle allocazioni per le famiglie l’investimento nelle zone semicentrali delle grandi città continua a essere il più sicuro anche se oggi meno remunerativo che in passato perché oggetto di crescite importanti nell’ultimo quinquennio. Inoltre, sempre nel comparto residenziale, le zone periferiche dei capoluoghi di Regione ma servite da un efficiente sistema infrastrutturale. La crescita continuativa dei flussi turistici rende appetibile il mercato delle seconde case per investimento. Le numerose attività di rigenerazione rendono più sicura la scelta di allocare denaro in superfici commerciali, anche lungo le secondary street”.

Emiliano di Bartolo, amministratore delegato di G-Rent

“Il 2023 è stato un anno particolarmente performante per il mercato immobiliare, considerando che si è superato il tetto delle 700 mila compravendite (709mila), meno brillante il mercato dei mutui poco sopra i 30 miliardi, quasi dimezzati rispetto al 2022 (55 miliardi), la crescita dei tassi in sostanza non ha bloccato gli investimenti ma solo il mercato del debito. A inizio 2024 c’è stato un lieve rialzo della domanda di mutui (2%) il mercato ha ritracciato e si sono visti i primi effetti , il calo dei tassi molto attesi e la corsa ai mutui green prezzati a sconto porteranno certamente un riflesso positivo per mercato nuove abitazioni o per quelle riqualificate dalla classe energetica C in su. Il taglio dei tassi accelererà nuovamente la crescita del mercato immobiliare come ciclicamente sempre avvenuto negli anni precedenti. La forza di questa accelerazione dipenderà dal numero e dalla velocità dei tagli nonché dal conseguente andamento dall’inflazione. Oltre ovviamente alle tre importanti variabili Macro collegate alla guerra in Ucraina in primis, alle elezioni Americane ormai prossime e alla guerra in Israele. Tutte e tre queste variabili potrebbero avere un forte impatto sull’andamento macro economico mondiale sopratutto in Europa e quindi incidere su inflazione e mosse BCE. A nostro parere il mercato immobiliare nella fase iniziale ha già scontato un primo taglio dei tassi e quindi il primo impatto di un primo taglio sarà neutro. La direzione dei successivi invece darà le linee guida per la crescita del mercato. In caso di almeno tre/quattro tagli consecutivi ci sarebbe forte impatto in quanto riaccenderebbe la crescita sia dei prezzi di vendita che delle locazioni”.

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Valutazione di ECCELLENTE
In base a 25 recensioni
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Rico Conte
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