Il diritto all’abitazione, il diritto all’istruzione per uomini e donne, la libera scelta del coniuge, la parità di genere nell’asse ereditario, una serie di misure contro la povertà.
Queste azioni sono parte delle riforme del Codice Leuciano voluto da Maria Carolina e Ferdinando nel lontano 1789 nel Regno delle Due Sicilie.
Il codice non fu mai pienamente realizzato, per le tante vicissitudini storiche, ma rimane una testimonianza della visione innovatrice e all’avanguardia per quei tempi, soprattutto di Carolina.
Una curiosità, grazie alla Regina Maria Carolina d’Asburgo Lorena si deve la diffusione a Napoli del caffè. La bevanda era già arrivata da diverso tempo grazie ai mercanti Veneziani, ma veniva utilizzata come rimedio per i convalescenti e a causa del suo colore scuro era definita dalla chiesa cattolica come la bevanda del diavolo.
Maria Carolina, figlia di Maria Teresa D’Austria e sorella della Regina di Francia Maria Antonietta, sposò giovanissima Ferdinando IV re di Napoli.
Una strana coppia: lei giovane istruita e ambiziosa, lui per niente erudito e soprattutto poco interessato agli impegni di palazzo e molto più attratto dalla caccia e dalle donne. Eppure, fu un perfetto sodalizio.
La sovrana amava le feste e durante uno di questi ricevimenti, nel 1771, fece servire il caffè alla fine della cena trasformandola in una bevanda da consumare negli eventi aristocratici, come i balli che si svolgevano alla Reggia di Caserta.
Maria Carolina, figlia dell’Imperatrice Maria Teresa, dovette sostituire sul trono di Napoli la sorella Maria Giuseppa morta di vaiolo. Era stato faticoso per le diplomazie giungere a quest’accordo matrimoniale tra Asburgo e Borboni, la posta in gioco era il controllo dei territori italiani. Non deve dunque meravigliare che alla morte di Maria Giuseppa in una lettera di cordoglio all’Imperatrice, il re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone, scrivesse che «l’affare restava concluso con l’altra sorella».
I primi incontri intimi tra i due sposi furono alquanto complicati dalle differenze di cultura e educazione. La prima notte dei Reali di Napoli risultò a entrambi sgradevole: «Dorme come un’ammazzata e suda come un porco» aveva detto Ferdinando; e lei aveva scritto alla madre: «Confesso apertamente che preferirei morire piuttosto che rivivere un’altra volta tutto ciò che mi è capitato».
Eppure, metteranno al mondo diciotto figli. Carolina presto apprezzerà la straordinaria bellezza del luogo e la piacevolezza del clima, e scriverà alla madre che Ferdinando ha un carattere migliore del previsto e che si sta abituando al suo aspetto fisico.
Non fu un amore a prima vista, ma presto entrambi capirono che potevano dare vita alla coppia perfetta.
Maria Carolina d’Asburgo Lorena conosceva quattro lingue vive, il latino e il greco antico, sapeva di letteratura, filosofia, economia, pedagogia, musica, botanica e di molte altre discipline.
Così lei stessa si descrisse:
«La natura mi donò la bellezza e l’ingegno; imparai molte lingue, non escluse la greca e la latina. Studiai con i germani Giuseppe e Pietro Leopoldo le lettere e la filosofia, e divenni spregiudicata, spirito forte, e desiderai com’essi le riforme che ponevano fine all’usurpazione del sacerdozio e innalzassero a potenza somma il principato».
Il matrimonio con Ferdinando venne celebrato per procura nel 1768.
Matrimonio non d’amore ma una perfetta collaborazione per riforme, innovazioni e trasformazioni del Regno. I primi consigli che guidarono la Regina furono quelli della madre, oggi noi li troviamo antiquati e anche sessisti ma era pur sempre la fine del ‘700. Così le scriveva l’Imperatrice:
«Si tratta dunque di guadagnare il cuore e la fiducia di vostro marito, ma bisogna meritarla, e non la conquisterete se non rendendovi amabile con la vostra dolcezza e compiacenza, senza mai fargli sentire una qualche superiorità, punto essenziale e forse unica causa se vi è poca unione in molti matrimoni… Voi sapete che le donne sono sottomesse ai mariti, alla loro volontà e perfino ai loro capricci, se sono innocenti; non ci sono affatto eccezioni a questa regola e non saprei perdonare su questo punto. Le donne dunque non potranno essere felici se non guadagnandosi con la dolcezza e la fiducia la stima dei loro mariti».
Una delle sue prime battaglie fu proprio col suocero che aveva abdicato in favore del figlio Ferdinando IV per salire sul trono di Spagna. Carlo III, però, anche dalla Spagna voleva continuare a governare su Napoli, e lo faceva tramite il ministro Tanucci. Carolina dopo aver dato il primo figlio a re e conquistato la sua fiducia fece licenziare il ministro.
Carlo III preoccupato che la Regina potesse spostare l’asse degli interessi del Regno di Napoli verso l’Austria pensò di riferire a Ferdinando che la Regina aveva un amante. Ferdinando non prese inizialmente molto bene la cosa, ma poi capì che il tutto era una manovra del padre. Resosi conto delle grandi capacità politiche e amministrative della moglie le diede piena libertà. Ferdinando non aveva le stesse competenze, l’ampia cultura e l’istruzione della moglie, ma non ebbe remore a riconoscere queste qualità nella moglie. Probabilmente ne condivise anche l’innovativa visione. Le affidò in pratica il governo del Regno, e mai scelta fu più saggia.
Grazie a Carolina il Regno si trasformò. Le sue attenzioni non furono riservate solo alla famosa Reggia ma a lei si devono:
- la fondazione dei collegi militari e dell’accademia della Nunziatella
- il Codice Penale Militare
- la Cassa per gli orfani militari
- riordino dell’esercito e della marina
- la continuazione degli scavi di Ercolano e Pompei
- l’avvio dei lavori della Villa Reale
- la realizzazione dell’Orto Botanico a Palermo
- la costruzione dei teatri: de’ Fiorentini, del Fondo e di San Ferdinando
- il Cantiere navale a Castellammare
- il piccolo porto di Napoli
- il palazzo reale di Carditello
- vennero realizzate più di mille miglia di strade per congiungere Napoli con le province
- furono ultimate le regge di Caserta e Portici iniziate da Maria Amalia e Carlo
- fece restaurare ponti e costruirne di nuovi
- e altro ancora.
A Carolina è legato anche il nome di una camelia, in quanto la prima pianta portata in Europa fu piantata proprio nel Giardino inglese della reggia di Caserta.
Con la Rivoluzione francese del 1789 e la decapitazione della sorella, prima, e la rivoluzione napoletana del 1799, dopo, però tutto finì.
L’illuminata Regina si trasformò in una vendicatrice reazionaria, e la storiografia post-unitaria portò avanti solo questo suo ultimo periodo.
D’altronde era una straniera, era una Borbone la parte perdente della successiva unificazione d’Italia, ed era soprattutto, cosa imperdonabile, una donna.
Per approfondire su Carolina raggiungeteci domani sera in GrandiDonne di ‘donna immagine città’ su Clubhouse.
Carolina e Ferdinando, storia di un NON amore a prima vista
– 3 dicembre 2024 dalle 21:00
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