Non vi siete collegati alla room dello scorso 26 giugno sull’Intelligenza Artificiale? Dunque avete perso il discorso sul Sex Tech. Nessun problema, potete recuperare.
Potreste andare su Clubhouse, cercare la house GrandiDonne, e ascoltare la registrazione dello scorso 26 giugno.
Oppure vi accenno qualcosa nella puntata di oggi di ‘donna, immagine città on-air’.
Ma cosa è il SexTech? Semplicemente l’applicazione delle nuove tecnologie al settore dei prodotti utili a intensificare il piacere erotico e che favoriscono una sessualità giocosa.
È un settore che vede da sempre coinvolti nel processo creativo e produttivo designer ma oggi anche ingegneri, informatici, ergonomi, medici ed esperti vari, in quanto questi prodotti utilizzando oggi nuove tecnologie, dall’IA alla robotica e ambienti virtuali, non solo rendono più coinvolgente l’esperienza sessuale ma permettono di migliorare il benessere e la salute.
Facciamo un esempio di sesso immersivo a distanza. I partner indossano una tuta ricoperta di sensori che offre un’interazione bidirezionale in un ambiente immersivo simile ai videogiochi.
La tuta proietta la presenza di chi l’indossa in un ambiente virtuale sottoforma di un avatar che segue i movimenti del soggetto, dall’altra stimola nervi e muscoli con piccole correnti elettriche, in aggiunta un dispositivo controlla la temperatura della pelle.
L’Intelligenza Artificiale utilizza i dati che arrivano dai sensori durante l’atto e l’orgasmo. Tutti i dati raccolti possono aiutare gli esperti a capire, sia come migliorare l’esperienza, sia come trattare, ad esempio, disfunzioni erettili.
Questi sistemi vengono definiti anche teledildonica, ossia che utilizza prodotti collegati alla rete per creare incontri sessuali virtuali.
Questa tecnologia tra l’altro può trovare applicazioni anche nella sicurezza sul lavoro per prevenire le malattie muscoloscheletriche valutando il rischio biomeccanico a cui potrebbe incorrere la lavoratrice e il lavoratore.
La privacy però rimane il grande problema.
Infatti per rendere sempre più personalizzata e coinvolgente l’esperienza è necessario inviare molti dati, e questo può portare alla creazione di deep fake, come foto e filmini con volti delle persone comuni che si ritrovano ad essere oggetti sessualizzati; oppure alla creazione di avatar, rappresentazioni oniriche, perfettamente costruiti secondo i nostri desideri da noi stessi espressi.
Quali sono i pericoli:
i deep fake naturalmente possono minare la reputazione di una persona, ma anche l’autostima;
gli avatar che rispondono perfettamente al nostro ideale di partner possono empaticamente entrare in contatto con noi, e renderci più vulnerabili a truffe e frodi.
E infine cosa accadrebbe se questi dati sulle preferenze sessuali delle persone venissero rubati?
Argomento totalmente diverso per la prossima room GrandiDonne, parleremo di Caporalato.
Nei primi anni 2000 girando per il meridione e la Puglia, era facile sentirsi dire che il caporalato non esisteva. In pratica si negava il fenomeno come per la mafia a inizio novecento.
Sfortunatamente esiste e lo dimostrano non solo i rapporti italiani e internazionali ma anche quanto accaduto pochi giorni fa a Satnam Singh, il bracciante indiano morto e abbandonato per la strada dopo un incidente sul lavoro nei campi di Latina.
Negli anni la magistratura ha aperto varie inchieste su alcuni casi di braccianti morti in circostanze poco chiare, in quanto i corpi presentavano segni di violenza, ma alla fine, causa anche l’omertà diffusa e la paura di ritorsioni, sono stati tutti archiviati come “morti naturali”.
Il fenomeno delinquenziale del caporalato e del lavoro illegale in agricoltura non è un problema esclusivamente italiano, ma lo ritroviamo anche in altre zone d’Europa. Numerosi rapporti anche dell’Unione Europea evidenziano il fenomeno, dal Portogallo alla Romania, passando per la Germania ma anche l’Olanda, in special modo nelle colture stagionali come la nota raccolta dei tulipani.
In Spagna, nella Murcia, nota anche come la “huerta de Europa” ovvero il frutteto d’Europa, nel 2019 il 75% dei contratti per i lavoratori e le lavoratrici del settore è stato fatto tramite contratti con agenzie interinali che in realtà celano condizioni di lavoro non dignitose e che mette il bracciante nella situazione di accettare qualsiasi condizione pur di poter guadagnare qualcosa e mantenere il permesso di soggiorno.
Nella Huelva, una provincia andalusa famosa per la coltivazione di fragole, la manodopera agricola stagionale è prettamente femminile e di origine marocchina, e secondo i rapporti sistematicamente vittime di violenza.
Per saperne di più, raggiungeteci all’ evento social di ‘donna, immagine città’:
L’Agorà di Aspasia: gli schiavi sognano aquile libere? Caporalato!
10 luglio dalle 21:30.
L’evento è su Clubhouse, app scaricabile gratuitamente sul cellullare e che funziona come una radio interattiva.
Dopo aver scaricato la app e creato l’account, cliccate alle 21:30 sul link:
Raggiungeteci su Clubhouse!
Informazioni per partecipare a: info@immaginecitta.org
Sito di ‘donna, immagine città’: https://www.immaginecitta.org