Emanuele Fiano: “Se vince la Meloni non tornerà il Fascismo Mussoliniano”

Il deputato del Partito Democratico, Emanuele Fiano,  intervenuto ai microfoni di Casa Italia Radio, nella rubrica Buongiorno Casa Italia, condotta da Giovanni Lacagnina, analizza le politiche di Fratelli d’Italia in vista delle prossime elezioni.


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Passiamo al prossimo collegamento, abbiamo in linea l’onorevole Emanuele Fiano del Partito Democratico. Vorrei chiederle subito di questo scontro tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Letta ammonisce che la Costituzione non va toccata, lei condivide questa linea politica?

Ma guardi, la cosa principale è che noi del progetto di presidenzialismo della destra italiana conosciamo molto poco. Conosciamo degli altri esempi di presidenzialismo nel mondo, soprattutto quello americano, quello francese è un semipresidenzialismo quindi è diverso, e conosciamo il fatto che in quel paese esistono dei contrappesi all’aver messo nelle mani di un uomo solo, eletto direttamente dal popolo, il potere di guidare l’esecutivo. Gli elementi di equilibrio sono fondamentali. Noi pensiamo che la situazione italiana, la democrazia italiana, necessiti invece di una prevalenza della democrazia parlamentare e non di un progetto di riassumere nelle mani di una persona sola un potere, peraltro, di cui non si capisce bene quale sarà il rapporto di equilibrio, ha detto molto bene il professor Stefano Ceccanti, con il potere legislativo parlamentare. Che cosa si pensa? Un potere di veto del Parlamento nei confronti del Presidente? Come convivono due poteri dello Stato, eletti entrambi direttamente. Il Presidente della Repubblica eletto direttamente, che rapporto avrà con il Parlamento, anch’esso eletto direttamente dal popolo? Sono problemi che si affrontano negli altri sistemi presidenziali. Di questo per adesso noi non sappiamo niente e siamo contrari al sistema presidenziale. Non pensiamo che questo sia il problema del Paese. Il problema del Paese è una ormai difficile rappresentanza del mondo politico, perché i cittadini, purtroppo, per i molti problemi che attraversano nutrono meno fiducia di un tempo nel mondo politico, quello che quello che hanno dimostrato in questi ultimi due/tre anni, di gravissime crisi che abbiamo attraversato da quella sanitria a quella adesso indotta dall’aggressione della Russia in Ucraina e cioè quella energetica del caro bollette, economica, oltre, fra l’altro alla crisi ambientale, la siccità e che solo insieme noi siamo riusciti a superare queste crisi con governi di diversa composizione ma comunque eterogenei fino all’ultimo, sostanzialmente di unità nazionale. Il progetto della destra, invece, è un progetto che vuole sintetizzare, togliere questa possibilità di agire insieme, riassumere nelle mani di una persona sola questo potere. Io non penso, tra l’altro, che gli esempi di Stati Uniti e Francia siano indenni da valutazioni critiche su alcuni aspetti. Quindi la nostra posizione non è favorevole.

Per quanto riguarda le parole di Giuseppe Conte che stiamo leggendo, in cui dice che si profila un’altra accozzaglia di governo, come le commenta?

Onestamente non so a cosa si riferisca. Chi le dice è una persona che prima ha pensato che la Lega fosse il partner ideale, che poi ha pensato che la Lega fosse il peggior partner e ha pensato che il Pd fosse il partner ideale insieme a Italia Viva per il secondo governo Conte e che poi ha pensato che si potesse governare anche insieme alla Lega, di nuovo e a noi che eravamo insieme nel Conte due e a Forza Italia. Quindi devo dire che il pulpito da cui viene questa predica sulle alleanze non mi sembra proprio integro, nel senso che parla una persona che legittimamente io penso anche che abbia fatto bene, ha scelto, come suol dirsi, per il bene dell’Italia, nel corso della legislatura alleanze molto eterogenee, quindi non capisco bene che cosa significhi questa critica. .

Lei è stato da sempre un antifascista ma secondo lei, se dovesse vincere la Meloni e il centrodestra, ci sarebbero rischi.

Non abbiamo nessuna paura che torni il fascismo mussoliniano o che Giorgia Meloni si affacci al balcone di Piazza Venezia annunciando una dittatura. Ma non solo perché la storia non si ripete mai uguale, ma perché non sono così loro. Io non penso questo della Meloni e non l’ho mai detto. Quello che penso è molto diverso. Cioè, penso che abbiano sistemi di valori in alcuni casi molto dissonanti con i nostri. Posso fare molti esempi: l’amicizia e la cura con cui intrattengono una relazione politica con Viktor Orban danno da pensare. Orbàn è il propugnatore in questi anni insieme a Putin, della idea di democrazia illiberale, quindi di una democrazia che restringe gli spazi della rappresentanza e aumenta quelli dell’esecutivo a discapito del potere esercitato dai parlamenti. Non lo dico io, lo ha detto Orban e la Meloni lo ha più volte omaggiato. Loro sono anche amici di uno che dice che le donne che lavorano sono un danno alla famiglia dice sempre Orban. Sono amici di Jarosław Kaczyński, che in Polonia contrasta i diritti della persona, i diritti individuali, i diritti alla propria natura e oltre alla questione dei diritti, lede il principio costituzionale liberale dell’indipendenza della magistratura, come lei sa, la Polonia è sotto osservazione perché in Polonia l’indipendenza della magistratura è stata cancellata, è passata sotto il potere politico. Loro sono stati e sono amici e frequentatori, non solo la Meloni parlo anche di Matteo Salvini, di Steve Bannon, l’ideologo della destra repubblicana, più volte sotto inchiesta e in questo momento sotto processoo, il più radicale esponente ideologico della destra repubblicana americana, quella che ha sostenuto Donald Trump, voglio ricordare, ne parliamo poco, ma Trump è stato il presidente che ha sobillato per la prima volta nella storia della democrazia americana e delle democrazie liberali dal dopoguerra in poi, un assalto al Senato della Repubblica. Trump rischia un processo penale gravissimo, oltre che per altri fatti. Questi sono i loro soci, i loro ispiratori, sono tutte persone che sostengono che i limiti o gli errori delle democrazie liberali vanno corretti uscendo delle democrazie liberali, cambiando proprio il registro. Questo è il comparto ideologico anche della destra italiana, perlomeno della Lega e della Meloni. E’ inutile che ci si nasconda dietro un dito. C’è una destra mondiale con accenti populisti e sovranista, che pensa di voler riformare il sistema dei valori e istituzionali delle democrazie parlamentari e questo non è il ritorno del fascismo ma è una nuova stagione, secondo noi pericolosa per alcuni versi, della fase delle democrazie. Siamo in grado di spiegarlo razionalmente, siamo in grado di discuterne in qualsiasi momento, oltre a questioni valoriali sulle questioni della donna, per esempio, tutta quella polemica che c’è stata, faccio per dire un esempio sul cimitero dei feti, sulla questione della legge 194, sul diritto all’aborto. Perché dovremmo non dire che ci sono differenze abissali tra noi? Nessuno di noi ha mai detto o pensato che la Meloni farà tornare in Italia una dittatura fascista. La storia non si ripete mai. La Meloni non lo è e non lo farebbe mai. Non lo credono o non lo pensano, ma ci sono altre questioni che sono di grandissima rilevanza, che sono altrettanto preoccupanti.

Grazie onorevole Fiano, e buona campagna elettorale.

 

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