Scilipoti: ” Scilipotismo è sinonimo di libertà “

Le parole del Senatore Domenico Scilipoti Isgrò, rilasciate durante un’intervista alla trasmissione radiofonica “Buongiorno Italia di Casa Radio” dal Direttore Giovanni Lacagnina, offrono una riflessione che va ben oltre l’ambito politico, sollevando interrogativi cruciali sul ruolo dei politici nella società e sulla funzione della politica stessa. A una prima analisi, ciò che emerge dalla sua dichiarazione è un’invito ad approfondire la natura e il significato della politica, specialmente in un contesto come quello attuale, caratterizzato da forti tensioni ideologiche e politiche, e da un crescente disincanto nei confronti delle istituzioni.

Il Senatore Scilipoti ha dedicato ampio spazio alla sua interpretazione del termine “Scilipotismo”, un’etichetta che, secondo lui, è stata utilizzata per delegittimarlo, ma che oggi sta acquisendo un significato diverso, più autentico e positivo. Lo “Scilipotismo”, come lo definisce il Senatore, rappresenta “colui che difende le proprie idee fino al punto di essere delegittimato”. In questo, Scilipoti si oppone fermamente alla visione diffusa di “trasformismo”, cioè alla tendenza di adattarsi alle circostanze politiche per opportunismo personale. Al contrario, lo “Scilipotismo” sarebbe l’affermazione della libertà di pensiero e della coerenza, anche a costo di andare controcorrente o di subire critiche.

Questo concetto offre un’interessante chiave di lettura del comportamento di Scilipoti, il quale, nella sua carriera, ha deciso di non piegarsi alle logiche di partito, ma ha scelto di applicare il principio costituzionale che definisce la libertà del parlamentare. In un momento storico in cui le scelte politiche sono spesso influenzate dalla necessità di mantenere il consenso e di non scontentare gli elettori, il Senatore ha preferito rimanere fedele ai suoi principi, senza farsi intimidire da pressioni esterne. La sua scelta di non seguire la corrente politica, ma di agire in modo autonomo, risulta esemplare in un contesto politico in cui le etichette di “traditore” o “opportunista” sono spesso usate per denigrare chi non si allinea a un determinato schieramento. Il fatto che il Senatore si definisca “scilipotista” diventa, quindi, un atto di orgoglio, una rivendicazione della propria indipendenza e del diritto di seguire la propria coscienza politica.

L’intervista si inserisce anche in un contesto più ampio, quello della politicizzazione esasperata e della polarizzazione che attraversano il panorama politico italiano. La politica, oggi, appare sempre più come un gioco di potere in cui le alleanze e i compromessi sembrano prevalere sull’interesse reale dei cittadini. La riflessione di Scilipoti, infatti, non riguarda solo la sua esperienza personale, ma offre uno spunto per una più ampia discussione sul valore della politica come servizio pubblico. Il Senatore ha parlato del suo impegno nel 2010, durante il governo Berlusconi, quando decise di non votare la mozione di sfiducia, nonostante la forte pressione dell’opinione pubblica e dei partiti di sinistra. La sua scelta di non aderire al mainstream politico di quel periodo, anche se ciò lo esponeva a critiche feroci, è stata motivata dalla volontà di evitare che il Paese finisse sotto il controllo di lobby internazionali, un rischio che Scilipoti giudicava più dannoso per l’Italia rispetto alla permanenza di Berlusconi al governo.

Questa posizione solleva una domanda fondamentale sul ruolo che un politico dovrebbe assumere: quello di rappresentare l’interesse collettivo e non quello di una parte, di non farsi sopraffare dal pensiero di massa, ma di agire in base a un’analisi ragionata e indipendente. L’indipendenza di pensiero è, infatti, un elemento centrale nel discorso di Scilipoti, che rifiuta la visione della politica come mero gioco di potere e competizione tra fazioni. Per lui, un vero politico è quello che agisce con responsabilità e discernimento, ponendo sempre al primo posto l’interesse della collettività.

Un altro aspetto rilevante del suo intervento è la visione di una politica non legata a un’ideologia rigida e settaria, ma ispirata dai principi morali di un “pensiero giudaico-cristiano”. Il Senatore richiama il famoso passo evangelico “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, suggerendo che un politico non deve necessariamente identificarsi con una parte politica, ma deve sempre perseguire la giustizia e il bene comune, mettendo da parte le divisioni ideologiche. Questa visione è quella di un politico che, pur provenendo da un determinato contesto culturale e ideologico, riesce a guardare oltre le proprie convinzioni per agire nel migliore interesse del Paese.

In un’epoca in cui la politica sembra essere sempre più distante dai bisogni concreti dei cittadini, e dominata dal calcolo elettorale e dal trasformismo, il Senatore Scilipoti lancia un messaggio di speranza, invitando i leader politici a mettere in primo piano la responsabilità verso il Paese, piuttosto che l’egoismo delle proprie carriere politiche. La sua affermazione che l’Italia abbia bisogno di più “Scilipoti” è un invito a tutti coloro che sono chiamati a servire la comunità a farlo con coerenza, coraggio e, soprattutto, con una visione di lungo periodo che ponga l’interesse del Paese al di sopra delle convenienze politiche del momento.

Il commento che si può trarre da queste riflessioni è che la politica, come servizio pubblico, dovrebbe essere priva di compromessi che la corrompono, e i politici dovrebbero sempre agire con una forte etica, cercando di promuovere il bene comune al di là delle appartenenze partitiche. La visione di Scilipoti, infatti, ci invita a pensare a una politica che non sia solo una lotta per il potere, ma un’arte di governare con saggezza e responsabilità. In un momento storico in cui l’Italia si trova a dover affrontare sfide complesse, da quelle economiche a quelle sociali, la necessità di un ritorno a una politica del servizio, guidata da valori di giustizia, equità e solidarietà, è più che mai urgente.

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Buongiorno Italia | Domenico Scilipoti Isgrò
Intervista del 21/01/25
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