Paolo Ferrero: “Meloni e Letta sono a favore della guerra”
Il vice presidente della Sinistra Europea , intervenuto nel Buongiorno di Casa Italia Radio , annuncia per le prossime elezioni uno schieramento politico contro il conflitto in Ucraina.
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Abbiamo in collegamento il vicepresidente della Sinistra europea Paolo Ferrero.
Salve, buongiorno a lei, agli ascoltatori ed alle ascoltatrici.
Siamo in piena campagna elettorale, voi naturalmente vi candidate?
Sì, stiamo lavorando con Luigi De Magistris, con le varie organizzazioni sociali, politiche e culturali per costruire una lista che abbiamo chiamato Unione Popolare proprio per dare l’idea di quello che c’è bisogno, perché poi ne parleremo dopo meglio. Ma noi qui abbiamo due schieramenti grandi che sono quello della Meloni e quello di Letta, che sono tutti e due a favore della guerra e a favore delle politiche liberiste. E qui c’è bisogno di uno schieramento popolare che faccia un’altra politica e quindi noi stiamo costruendo proprio in questi giorni le liste con un problema, praticamente hanno fatto delle leggi, per cui chi sta già in Parlamento, può presentare le liste tranquillamente, chi sta fuori deve invece raccogliere decine di migliaia di firme per riuscire a presentarsi. Cioè deve essere molto più forte per poter raccogliere le firme che non quelli che si presentano così senza dover fare niente. E questa è una discriminazione di cui il Presidente della Repubblica e il Governo hanno una responsabilità pesante.
E voi a raccolta firme come siete messi?
Noi dobbiamo capire i tempi. Adesso dobbiamo fare le liste perché vanno discusse, vanno composte, ci sono 400 deputati e 600 senatori da scegliere, da trovare, da decidere nei territori e poi noi normalmente ne discutiamo territorio per territorio. Poi bisogna, entro metà agosto, raccogliere da 750 a 1000 firme autenticate da un noitaio, un consigliere comunale o da un avvocato in ogni collegio. Insomma, come si capisce benissimo, all’inizio di agosto non è così facile avere la gente che viene al banchetto a 40 gradi, anche perché i più stanno al mare. Noi siamo un Paese democratico, però norme così somigliano un pò a quei percorsi ostacoli in cui chi è già dentro il gioco può giocare e quelli che sono fuori cercano di non farli rientrare. Noi evidentemente contestiamo la Nato, la guerra, l’invio di armi, le sanzioni e tutto il resto, cioè il disastro che stanno combinando e cercano di tenerci fuori.
A proposito di questo, le volevo chiedere dove vi schiererete
La nostra proposta politica è molto semplice, noi stiamo facendo questa lista Unione Popolare con Luigi De Magistris, ma abbiamo avanzato una proposta al Movimento cinque Stelle e agli altri che, volenti o nolenti, sono rimasti fuori dal centro sinistra e che sono tendenzialmente contro la guerra, contro le politiche liberiste, cioè che hanno segnato una qualche discontinuità., di fare assieme il terzo polo, perché la cosa che noi pensiamo è che nonostante noi non la pensiamo nello stesso modo dei Cinque Stelle ma, se sulla questione della guerra, come mi è sembrato che c’è stata una sofferenza vera del Movimento cinque Stelle, e la mettiamo al centro, perché andare con le forze divise? Noi proponiamo di andare con le forze tutte unite in modo che sia possibile dire agli italiani guardate che non è che dovete scegliere tra centrodestra o centrosinistra, cioè dalla padella alla brace, ma c’è un altro polo, un terzo polo, che concorre per il governo del Paese. Questa è la proposta che noi abbiamo. Quindi noi facciamo una lista, di sinistra, su contenuti molto netti, ma proponiamo a tutti quelli che sono contro la guerra davvero, cioè che sono per smettere di mandare armi ad alimentare questo conflitto. Proponiamo a tutti questi di metterci insieme per proporre un’alternativa ai due poli perché, come abbiamo visto, sia la Meloni che Letta hanno l’elmetto in testa e continuano a voler fare una guerra di cui nessuno parla ma è il principale punto di origine della crisi che noi avremo in autunno, sul piano sociale, dell’inflazione e della difficoltà della gente di avere un posto di lavoro, della difficoltà di arrivare a fine mese. Pensi solo a come le sanzioni contro la Russia, invece che essere contro la Russia, sono contro di noi e quindi gli unici che la pagano sono le imprese. Perché i russi banalmente invece che vendere il gas a noi lo vendono da un’altra parte. Le nostre imprese che esportavano lì adesso non sanno dove esportare. In questa situazione la follia di andare dietro agli Stati Uniti va fermata e lo vogliono fare sia la Meloni che Letta. Noi diciamo ai Cinque Stelle, invece di stare lì da soli, facciamolo assieme e che questo permetta di proporre agli italiani un’alternativa.
Oggi ci sono delle ombre russe sulla crisi di governo Draghi, per Salvini i legami tra la Lega e Mosca sono solo delle fake-news. Come vede questa situazione contro la Lega? Sono strategie per ostacolare la campagna elettorale della Lega e per indebolire il centrodestra?
E’ difficilissimo da dire, perché che la Lega si sia fatta qualche giro di valzer col governo russo a me sembra innegabile poi fin dove si sia arrivato e se questo ha determinato i comportamenti della Lega oppure no francamente io non sono in grado di dirlo e credo che non sia in grado di dirlo nessuno. Il punto vero è un altro, chi ha tirato giù il governo è Draghi. Draghi ha voluto una fiducia dicendo: “incoronatemi e decido io” ed è stato sfiduciato. Questo è avvenuto politicamente, poi che ci siano stati rapporti con la Russia della Lega io questo non sono in grado di saperlo, ci saranno delle inchieste e sarà la magistratura a dover fare luce. La cosa che so è che la crisi del governo Draghi l’ha creata lui. Draghi l’ha messo lì il presidente della Repubblica e i partiti l’hanno votato non so se gli italiani avessero dovuto votarlo, non so se lo avrebbero votato. È stato dipinto come l’uomo della Provvidenza, ci ha portato in guerra, ci ha portato un’inflazione al 10%, Draghi tra qualche anno sarà visto esattamente come adesso è visto Monti. I soldi del PNRR sono stati impiegati in parte larga per finanziare le imprese, ma invece che per finanziare una transizione per le imprese sono state usati a pioggia, come dicevano un tempo i democristiani. Per tenere buona la gente hanno dato i ristori, ma la cosa che dà più fastidio e che alla fine della fiera in Italia non ci sono più diritti, cioè non è che la gente dice prima avevo diritto a delle cure mediche fino lì e adesso ho diritto anche al dentista che funzioni. No, perché i diritti sono diminuiti, la sanità pubblica è diminuita e sono aumentate le lotterie. C’è il bonus per i monopattini, fatto da Conte, poi c’è il bonus per le verande, poi c’è il bonus per la macchina elettrica, sembra che se c’hai un po di soldi in quel momento lì e ti serve quella roba lì, il governo ti dà. A lei sembra un modo di governare? Per me il modo di governare dovrebbe essere quello di garantire i diritti della persona
E’ caduto un governo in piena estate e si va frettolosamente verso una consultazione post-estiva, con gli italiani distratti da tante cose e comunque in vacanza, assenti dalla comunicazione. Secondo lei questa fretta è voluta? Non sarebbe stato meglio rinviare la crisi di governo più avanti proprio per coinvolgere gli italiani, magari in autunno.
E’ difficile da dire. Una volta s facevano le manovre economiche a fine luglio, perché così le fabbriche erano chiuse e non si beccavano uno sciopero generale. Adesso ci hanno addirittura messo le elezioni. C’è il tentativo di rendere la politica una cosa sempre più separata dall’attenzione della gente. I giornali non ne parlano. Non ne parla nessuno di questa situazione. L’impressione mia è che Draghi, di fronte a delle contraddizioni che c’erano, invece che provare a risolverle positivamente, ha cercato di risolverle con l’autorità , facendo una forzatura e a quel punto si è trovato a litigare sia con i Cinque Stelle e sia con la destra che banalmente, gli hanno servito su un piatto d’argento il fatto che se volevano potevano andare alle elezioni con qualche ragionevole ipotesi di poterle vincere e questo ha prodotto una crisi che, dal mio punto di vista è dovuta alla totale incapacità di Draghi di gestire quell’enorme potere che aveva, perché lui, invece che usarlo per condurre una sintesi in avanti, lo ha usato malamente per chiedere di non venir disturbato, come questi banchieri che non vogliono essere disturbati e questo ha prodotto un elemento di crisi abbastanza incomprensibile. Il Presidente della Repubblica legittimamente ha deciso di mandare subito il governo a casa e di procedere con elezioni, solo che il mandato che è stato dato a Draghi non è solo per il disbrigo degli affari correnti invece Mattarella ha delineato i punti di iniziativa del governo, che sono esattamente i punti che il governo avrebbe affrontato se fosse stato nel pieno del suo mandato. Questo è completamente fuori dalla Costituzione. Cioè, noi siamo in un governo che nei fatti è in crisi, anche se non ha formalmente avuto la sfiducia, si va alle elezioni anticipate come se il governo fosse nel pieno dei suoi poteri e prenderà decisioni che riguarderanno il futuro. Questo è completamente folle, ma questa è veramente la sospensione della democrazia in un modo in cui le forme rimangono del tutto a posto. Non è che abbiamo un governo di militari o i generali per le strade. Tutto sembra a posto. Ma poi fai le elezioni nel mese di agosto, quelli che sono fuori del Parlamento hanno da raccogliere così tante firme che è probabile che ci rimangano in eterno fuori del Parlamento. I governi cadono, ma si fa finta che non siano caduti e continuano a fare quello che dovevano fare. In più, con tutta sta roba c’è sempre questa idea del cambiare la Costituzione, per cui la destra già propone di fare stravolgimenti della Costituzione. Questa è una situazione che produce una tensione nel Paese assurda, perché se lei ci pensa, quando c’era un grande conflitto sociale nel Paese, 50 anni fa nessuno proponeva di cambiare la Costituzione tutti accettavano di giocare dentro le regole del gioco, fissate in qualche modo da quella Costituzione nata dalla Resistenza e lì dentro si è retto anche un conflitto sociale molto forte e il Paese è migliorato, è cambiato positivamente e cresciuto. Dall’Italietta siamo diventati la 5ª potenza più industrializzata, più grande del mondo, ora Siamo un Paese distrutto. Letta e la Meloni litigheranno accusandosi delle peggiori nefandezze per un mese e mezzo, dopodiché, sono tutti e due per stare nella Nato, sono tutti e due per continuare la guerra in Ucraina, son tutti e due per mandare le armi in Ucraina, son tutti e due per continuare le sanzioni, sono tutti e due a favore del pareggio di bilancio in Costituzione che, dall’anno prossimo ricomincerà a farci fare i tagli e i sacrifici a scapito delle famiglie. Letta ha votato la legge Fornero sulle pensioni, la Meloni non l’ha votata solo perché non era in Parlamento quel giorno, altrimenti lo avrebbe votata. Siamo al teatro, due schieramenti che si insultano tutti i giorni sulle cose fondamentali dicono e soprattutto fanno le stesse cose. Questo è il vulnus della democrazia in Italia. Per partecipare ai vari talk in televisione con De Magistris ci troveremo a sgomitare e molto per farci sentire. La gente vorrebbe poter sentire parlare, ad esempio, di come si fa a settembre di fronte al 10% di inflazione e al fatto che un pò di aziende chiuderanno perché con le sanzioni e la guerra non c’è più lo sbocco di mercato. Questi sono i problemi che hanno agli italiani. Noi avanziamo delle proposte chiare: scala mobile per gli stipendi, tassare le grandi ricchezze, metterle per la questione delle persone più deboli e più povere, dare una mano alle imprese a stare sul mercato, ma questo vuol dire anche smetterla con la guerra e smetterla con le sanzioni.
Un suo parere sul sistema pensionistico in Italia e quale è la vostra proposta.
Noi pensiamo che sia sbagliato l’allungamento dell’età pensionistica in una situazione in cui abbiamo tanti giovani disoccupati e il lavoro che è sempre più produttivo. In questo senso noi pensiamo che 40 anni di anzianità siano un’anzianità sufficiente e che i sessant’anni di vecchiaia siano un’età sufficiente. E continuiamo a pensare che le donne che si continuano a occupare dei bambini, della casa e della famiglia molto più che noi maschi, debbano poter andare cinque anni prima. Perché dico questo? Perché questo modo i giovani di vent’anni avrebbero la possibilità di entrare in posti di lavoro garantiti in cui possano accedere un mutuo, comprarsi una casa, farsi una famiglia, decidere del loro futuro. E invece oggi i giovani sono tutti in condizioni precarie. Se uno vuole licenziarsi io non ho niente contro, ma non è che è obbligato a passare ogni due mesi da un lavoro all’altro perché magari vorrebbe stare un po più o più tranquillo.
La ringrazio per essere stato con noi, ma magari ci sentiremo più avanti. Le faccio un grande in bocca al lupo per la sua Unione Popolare.
Grazie.