Montepaschi, Delfin e Mediobanca: l’economista Fabio Verna, spiega le dinamiche dietro le operazioni finanziarie italiane”:

L’economista Professor Fabio Verna è stato ospite del programma “Buongiorno Italia” di Casa Radio, condotto dal direttore Giovanni Lacagnina, in un intervento che ha offerto un’analisi completa e dettagliata delle recenti vicende finanziarie italiane, delle dinamiche del sistema bancario nazionale e delle ripercussioni economiche del conflitto internazionale in Ucraina. Fin dalle prime battute della trasmissione, l’attenzione è stata catturata dalla notizia dell’indagine avviata dalla Procura di Milano, che coinvolge tre figure di spicco nel panorama economico italiano: l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Luxottica e della holding lussemburghese Delfin S.a.r.l. Francesco Milleri e l’amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena Luigi Lovaglio. Tutti e tre risultano iscritti nel registro degli indagati per le ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alle Autorità di vigilanza, in relazione all’operazione da 13,5 miliardi di euro dell’Offerta pubblica di scambio, che ha raccolto un tasso di adesione del 62% e che, secondo molti analisti, potrebbe avere effetti determinanti sugli equilibri futuri del sistema bancario italiano.

Il Professor Verna ha iniziato spiegando che il sistema bancario italiano possiede una peculiarità fondamentale: le banche non operano con denaro proprio, ma con i risparmi dei cittadini. Questa caratteristica le rende istituzioni estremamente sensibili, soggette a regole molto rigorose e a un articolato sistema di controlli che coinvolge la Consob, la Banca d’Italia e, nei casi più complessi, anche la magistratura. Ogni operazione straordinaria, ogni movimento rilevante e ogni decisione in grado di influenzare il mercato deve essere comunicata, monitorata e analizzata in dettaglio. È proprio questa delicatezza strutturale, ha spiegato Verna, che fa sì che ogni possibile anomalia, anche minima, attiri immediatamente l’attenzione delle autorità competenti e diventi oggetto di indagine.

Soffermandosi su Monte dei Paschi di Siena, Verna ha ripercorso la storia secolare dell’istituto, nato nel 1472 e considerato una delle banche più antiche del mondo, simbolo della tradizione bancaria europea. Negli ultimi decenni, tuttavia, MPS ha attraversato periodi di difficoltà notevoli, culminati nella crisi che ha richiesto un intervento pubblico massiccio. Lo Stato è intervenuto attraverso il Ministero del Tesoro, diventando azionista di riferimento, con l’obiettivo di stabilizzare l’istituto, favorire la ricapitalizzazione e permettere un progressivo risanamento finanziario. Una volta superata la fase più critica, la graduale riduzione della quota statale ha consentito l’ingresso di imprenditori di primo piano come Francesco Gaetano Caltagirone e la holding Delfin, guidata oggi da Francesco Milleri dopo la scomparsa del fondatore Leonardo Del Vecchio, considerato uno dei protagonisti dell’imprenditoria italiana moderna.

Il Professore ha osservato come sia naturale che soggetti economici strutturati e potenti guardino al settore bancario. Le banche non sono solo luoghi in cui si depositano risparmi o si concedono prestiti: rappresentano veri e propri snodi strategici, in cui transitano informazioni, decisioni economiche, leve di controllo e capacità di investimento su larga scala. Negli ultimi anni, l’aumento dei tassi di interesse ha generato extra-profitti significativi, aumentando ulteriormente l’attrattiva di questo comparto e stimolando l’interesse degli imprenditori verso quote rilevanti delle principali banche italiane.

L’analisi di Verna si è poi estesa a Mediobanca, storica banca d’affari italiana fondata e plasmata da Enrico Cuccia, figura mitica e centrale della finanza nazionale. Mediobanca è stata a lungo definita il “salotto buono” della finanza italiana, luogo dove si decidevano fusioni, acquisizioni, strategie industriali e assetti societari di enorme rilievo. Montepaschi, al contrario, rappresenta una banca retail, vicina ai cittadini, alle imprese e alle comunità locali, con una rete capillare di sportelli e servizi quotidiani come conti correnti, mutui, carte, prestiti, bonifici e gestione dei flussi di cassa delle imprese. L’interazione tra una banca d’affari come Mediobanca e una banca retail come MPS, ha sottolineato Verna, potrebbe generare dinamiche di potere e di controllo economico di portata straordinaria, con effetti rilevanti non solo sul mondo finanziario ma anche sulla vita economica quotidiana dei cittadini.

Durante l’intervista, il direttore Giovanni Lacagnina ha citato alcuni articoli apparsi su quotidiani nazionali come la Repubblica e il Fatto Quotidiano, che ipotizzano possibili responsabilità politiche e insinuano un coinvolgimento del governo nella vicenda. Il Professor Verna ha risposto con chiarezza, spiegando che i giornali svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nell’inchiesta giornalistica, ma un articolo non può sostituire un’indagine. Un avviso di garanzia, ha ricordato, non costituisce una condanna, ma rappresenta uno strumento previsto dalla legge per tutelare il diritto alla difesa del cittadino. Operazioni di queste dimensioni, ha aggiunto, generano naturalmente sospetti e interpretazioni politiche, perché il settore bancario rappresenta uno dei nodi centrali del potere economico di ogni Paese, ma allo stato attuale non ci sono evidenze di un coinvolgimento diretto dell’esecutivo.

Il confronto si è poi ampliato al piano internazionale, con particolare riferimento alle recenti dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, secondo cui un piano di pace potrebbe essere accettato solo se l’Ucraina rinunciasse a territori come il Donbass e confermasse la sua non adesione all’Unione Europea. Verna ha sottolineato che il conflitto non nasce nel 2022, ma affonda le radici nel 2014, con tensioni etniche, culturali e linguistiche complesse. Ha evidenziato che ridurre la guerra a slogan o tifoserie politiche non aiuta a comprenderne la complessità, e che un’analisi lucida deve considerare le dinamiche geopolitiche, economiche e storiche. La posizione geografica europea di Russia e Ucraina rende il conflitto ancora più doloroso e destabilizzante per tutto il continente, con effetti diretti e indiretti sull’economia, sulla politica e sulla sicurezza internazionale.

Sul piano economico, Verna ha spiegato che la guerra ha scatenato un vero e proprio terremoto sui mercati europei e sulle economie nazionali. La Russia è uno dei principali esportatori mondiali di materie prime, tra cui grano, pesce, petrolio, gas, carbone e terre rare, e per anni ha garantito forniture a basso costo a paesi come Germania e Italia, sostenendo la competitività industriale. La brusca interruzione di questi flussi e il ricorso a gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti, più costoso per via del trasporto e della rigassificazione, ha determinato un aumento dei costi energetici senza precedenti. La Germania è entrata in recessione, mentre l’Italia si trova a dover pagare fino a tre volte di più per la stessa quantità di gas, con conseguenze drammatiche per le imprese energivore.

Le aziende italiane più dipendenti dall’energia affrontano pressioni straordinarie: costi insostenibili, riduzione della produzione, ricorso massiccio alla cassa integrazione e chiusure temporanee o definitive. Queste conseguenze non riguardano solo i bilanci delle imprese, ma il tessuto sociale dei territori in cui operano: quando una fabbrica rallenta o chiude, ne soffre l’intera comunità, con effetti a cascata su occupazione, servizi locali e sviluppo economico regionale.

Il Professor Verna ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di mantenere uno sguardo lucido e razionale, lontano dalle semplificazioni e dalle narrazioni emotive. Comprendere davvero ciò che sta accadendo, tanto nella vicenda giudiziaria legata a Montepaschi e Mediobanca quanto nella gestione della crisi economica ed energetica provocata dalla guerra, richiede un’analisi attenta dei dati, la distinzione tra fatti accertati e ipotesi, e la capacità di valutare processi complessi e interconnessi. Solo con rigore, chiarezza e prudenza è possibile interpretare le trasformazioni in corso e prepararsi alle sfide future dell’Italia e dell’Europa, dalla stabilità finanziaria alla sicurezza energetica, passando per la coesione sociale e la competitività internazionale, evidenziando che, sebbene le operazioni finanziarie e le strategie industriali possano sembrare lontane dalla vita quotidiana dei cittadini, esse incidono profondamente sull’economia reale: sulle possibilità di credito, sull’accesso ai servizi bancari, sulla stabilità delle imprese e sulla fiducia complessiva del sistema economico. La combinazione tra storia, regolamentazione, dinamiche di mercato e geopolitica rende ogni decisione finanziaria un elemento da monitorare con attenzione, ricordando sempre che ogni scelta ha conseguenze dirette sul benessere collettivo

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