Misterioso… Quartiere Coppedè


Abitare l’arte – Il quartiere Coppedè: un sogno esoterico tra simboli e pietra

Nel cuore del quartiere Trieste a Roma, si apre un varco spazio-temporale che conduce in un mondo sospeso tra fiaba, esoterismo e modernità: è il Quartiere Coppedè, un angolo visionario della Capitale progettato dall’architetto Gino Coppedè tra il 1915 e il 1927. Non è un quartiere in senso stretto, ma un complesso di edifici — circa 45 palazzine e 17 villini — che ruotano attorno all’arco monumentale di via Tagliamento, decorato con un grande lampadario in ferro battuto, quasi un portale iniziatico. Luce e lumi della ragione!!

Nel cuore del quartiere, la Fontana delle Rane, simbolo di rigenerazione e le api di operosità, in piazza Mincio è un bizzarro teatro liberty, dove si dice che i Beatles si siano immersi vestiti. Tutto attorno, si dispiega un mondo simbolico.

Spicca il Villino delle Fate, una sinfonia di stili e materiali che unisce elementi medievali, gotici, rinascimentali. Sulle sue facciate campeggiano allegorie delle tre città italiane più celebrate: Roma con la lupa capitolina e il Colosseo, Firenze con Dante e il giglio, Venezia con il leone marciano. Gli affreschi e bassorilievi raccontano un’Italia ideale, spirituale, unificata non politicamente, ma simbolicamente. Vi si leggono frasi latine e si ritrovano emblemi alchemici come la salamandra (trasformazione), il sole e la luna (opposti in armonia), e decorazioni che rimandano a un percorso iniziatico.

A fianco, il Palazzo del Ragno, dominato da un grande aracnide sulla facciata, è un richiamo massonico: il ragno, tessitore del mondo, è simbolo di ordine e pazienza. Ha otto zampe, come le otto direzioni della rosa dei venti o le otto tappe dell’Opera Alchemica. Sotto di esso la scritta “Labor”, che in latino significa “lavoro”, indica la fatica costruttiva, l’arte muratoria, il progresso spirituale attraverso l’operosità.

Infine, il Palazzo Cabiria, che prende il nome dal film muto del 1914, è un omaggio alla potenza evocativa del cinema. Sul suo portale di ingresso campeggia la scritta “Cabiria” incorniciata da simboli solari e figure enigmatiche: è un tempio moderno dedicato all’immaginazione, all’eterno ritorno del mito. Il cielo stellato vome quello nei templi massonici.

Coppedè non è solo un luogo, ma un rito urbano, dove architettura e simbolismo convivono. Qui, abitare l’arte è un’esperienza iniziatica.

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ABITARE L’ARTE | Coppede
Puntata del 19/05/25
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