L’INCANTO DI UN BOSCO IN CITTÀ…Bosco Verticale

Intervista a Nerima Hasanefendic ingegnere e architetto.

Provate a chiudere gli occhi.

Siete nel cuore di Milano. Viali battuti dal traffico, il suono dei clacson, il riflesso del sole sui grattacieli. Ma a un tratto, lo sguardo si alza… e qualcosa cambia.

Non è un edificio qualunque. Non è una torre come le altre.

È un bosco. Un Bosco Verticale.

Un grattacielo che ospita alberi, piante, fiori. Un’architettura viva. Un’utopia che prende forma.

Il Bosco Verticale nasce da un’idea visionaria dell’architetto Stefano Boeri, come risposta poetica ma concreta a una delle domande più urgenti del nostro tempo: Come possono le città tornare a respirare?

Le due torri del Bosco Verticale sorgono nel quartiere di Porta Nuova, la Milano che guarda al futuro. Una alta 110 metri, l’altra 76. Ma la loro altezza non è ciò che le rende straordinarie: è la vita che ospitano.

 Oltre 900 alberi, 5.000 arbusti, 11.000 piante perenni. È come se un ettaro di foresta fosse stato impilato in verticale.

 Ogni terrazzo è un giardino sospeso, ogni piano racconta una stagione. Le piante sono state scelte da botanici, testate in galleria del vento, e curate oggi da veri e propri giardinieri acrobatici, che si calano lungo le facciate come alpinisti.

 Ma non si tratta solo di estetica. Questo verde filtra l’inquinamento, riduce la temperatura degli interni, assorbe CO₂ e rilascia ossigeno. Un polmone, ma anche un rifugio per la biodiversità: falchi, farfalle, pipistrelli, insetti impollinatori vivono tra i rami sospesi nel cielo urbano.

 Nel 2014 il Bosco Verticale ha vinto il premio come grattacielo più bello del mondo, l’International Highrise Award. Non solo per la forma, ma per il messaggio: la città del futuro può essere verde, abitata e vivente.

E allora ci chiediamo: che cosa significa davvero abitare l’arte oggi?

 Forse vuol dire abitare un’idea, una visione.

Forse vuol dire vivere in uno spazio che ci mette in relazione con il tempo, con le stagioni, con il ciclo della natura.

 Il Bosco Verticale ci insegna che l’arte può uscire dai musei, scalare le facciate dei palazzi, cambiare il nostro modo di vivere.

 Perché non basta costruire città: dobbiamo coltivarle.

E forse, proprio da un terrazzo fiorito sospeso nel cielo, può cominciare un nuovo modo di pensare il nostro futuro.

 Un futuro dove l’abitare è un atto poetico. Un gesto ecologico. Un’arte che respira.

Ascolta ora il Podcast:

ABITARE L’ARTE | Bosco Verticale
Puntata del 05/05/25
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