(Adnkronos) – Il tumore della prostata, cancro diagnosticato anche all'ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è la forma più frequente di neoplasia tra gli over 50. Nel nostro Paese colpisce un uomo su 8. Nel solo 2024, in Italia, sono stati stimati 40.192 nuovi casi, secondo i dati di Aiom e Airtum, raccolti nel volume 'I Numeri del cancro in Italia 2024' che evidenziano anche la costante crescita della sopravvivenza dei pazienti italiani, attestata al 91% a 5 anni dalla diagnosi. Questo tumore si sviluppa nella prostata, una piccola ghiandola a forma di noce che si trova nel bacino degli uomini. La probabilità di avere un tumore alla prostata aumenta con l’aumentare dell’età , dei livelli di alcuni ormoni (come il testosterone). Ma a incidere sono anche la storia familiare, i fattori genetici, l'obesità , il fumo, l'eccessivo consumo di carni rosse, alimenti trasformati e latticini ad alto contenuto di grassi. Nella fase iniziale il carcinoma della prostata non è in genere accompagnato da sintomi, ma con il progredire della malattia possono comparire diminuzione della potenza del getto urinario, urgenza o aumento della necessità di urinare più volte durante il giorno, anche di notte, presenza di sangue nelle urine (ematuria) e dolore perineale. Nelle fasi più avanzate della malattia, essendo lo scheletro la prima sede di metastatizzazione (come nel caso dell'ex inquilino della Casa Bianca), è caratteristico lo sviluppo di dolore osseo. Nei pazienti con tumore alla prostata localizzato possono essere proposti trattamenti locali come la chirurgia e la radioterapia: queste opzioni terapeutiche dovrebbero essere valutate a livello multidisciplinare e discusse con il paziente alla luce delle possibili conseguenze. Nei pazienti a basso rischio può essere presa in considerazione l'opzione della sorveglianza attiva che consente di evitare il trattamento locale fino a quando la malattia lo permette. La forma più aggressiva – spiegano dall'Associazione italiana oncologia medica – è quella di Stadio IV in cui il cancro ha aggredito anche organi circostanti come ossa linfonodi fegato e polmoni. L’aggressività della malattia è misurata con punteggio di Gleason, quelle più aggressive hanno punteggio 8-10. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
