Ogni anno in Italia circa 300 neonati vengono al mondo con una diagnosi di toxoplasmosi congenita, un’infezione materno-fetale che può avere conseguenze gravissime: ritardo psicomotorio, lesioni oculari, danni neurologici. A questa cifra si aggiunge un dato ancora più inquietante ma poco noto: un neonato su 150 nasce infetto da citomegalovirus (CMV), la principale causa non genetica di sordità infantile e di disabilità permanenti. Malattie silenziose, troppo spesso ignorate anche dagli operatori sanitari, eppure diffusissime.
È partendo da questi numeri che, giovedì 12 giugno, si è svolto a Roma il convegno “La complessità delle infezioni materno-fetali e il ruolo cruciale della diagnostica nella gestione delle infezioni TORCH”, ospitato nella suggestiva cornice della Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, presso il Senato della Repubblica. L’iniziativa, promossa dal Senatore Guido Quintino Liris, ha messo intorno allo stesso tavolo istituzioni, mondo scientifico, accademico e industriale per affrontare in maniera sistemica una delle sfide più importanti per la salute materno-infantile.
Un tavolo tecnico-istituzionale per un’emergenza invisibile
Moderato dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, il convegno ha visto gli interventi del Sen. Francesco Zaffini, presidente della 10ª Commissione permanente del Senato, e di diversi dirigenti del Ministero della Salute, tra cui la Dott.ssa Maria Rosa Campitiello, il Prof. Guido Rasi, il Prof. Francesco Saverio Mennini e il Prof. Americo Cicchetti, che hanno offerto uno spaccato della situazione attuale e delle sfide future, dal punto di vista sanitario ed economico.
“Le infezioni materno-fetali sono patologie subdole – ha affermato il Prof. Marcello Lanari, direttore dell’UOC di Pediatria all’IRCCS AOU di Bologna – spesso asintomatiche nella madre, ma con potenziali conseguenze gravissime per il bambino. Serve uno sforzo sistemico, a partire dalla diagnostica, che deve diventare più diffusa, tempestiva e accessibile.”
Diagnostica e consapevolezza: binomio per la prevenzione
Un focus particolare è stato riservato al citomegalovirus congenito (CMV). La Prof.ssa Tiziana Lazzarotto, tra le massime esperte italiane di microbiologia clinica, ha ricordato che si tratta della più frequente infezione congenita virale nei paesi sviluppati, spesso sottostimata e diagnosticata troppo tardi. “È essenziale promuovere test mirati durante la gravidanza e nei primi giorni di vita del neonato – ha sottolineato – perché solo così possiamo ridurre il rischio di danni permanenti.”
Sul versante economico, il Dott. Eugenio Di Brino di ALTEMS Advisory ha fornito un’analisi dettagliata dell’impatto delle infezioni materno-fetali sul Servizio sanitario nazionale. I costi indiretti derivanti da disabilità permanenti, trattamenti specialistici e supporti assistenziali per le famiglie si sommano a quelli diretti della mancata diagnosi precoce, generando una spesa sociale rilevante.
Il contributo delle imprese biotech e delle associazioni civiche
Anche il mondo dell’impresa ha partecipato al confronto, rappresentato da Diasorin e Assobiotec-Federchimica. Il Dott. Giorgio Ghignoni, vicepresidente di Diasorin, ha sottolineato come la ricerca biotecnologica stia già offrendo soluzioni diagnostiche di alta precisione per individuare le infezioni TORCH in tempi rapidi. A fare eco, il Dott. Riccardo Palmisano, past president di Assobiotec, ha ribadito l’impegno del comparto industriale nel sostenere l’innovazione a beneficio della salute pubblica.
Non meno importante il ruolo della società civile, rappresentata da Cittadinanzattiva. La Dott.ssa Francesca Moccia ha posto l’accento sulla necessità di informare correttamente le donne in gravidanza: “Basta poco per ridurre i rischi: evitare carni crude o poco cotte, lavare bene frutta e verdura, e usare precauzioni nella gestione degli animali domestici. Ma se non si è consapevoli, non si può prevenire.”
Verso un piano sanitario nazionale integrato
In chiusura dei lavori, il Sen. Guido Quintino Liris ha lanciato un appello alle istituzioni: “È arrivato il momento di costruire un piano nazionale per la prevenzione delle infezioni materno-fetali, con screening obbligatori, percorsi diagnostici uniformi e formazione specifica per medici e operatori sanitari. La scienza è pronta, l’industria è pronta, ora tocca alla politica fare la propria parte.”
Prevenire le infezioni TORCH in gravidanza è possibile. E oggi, più che mai, è necessario. Dalla scienza alla politica, dalle aziende alle associazioni, il messaggio lanciato dal Senato è chiaro: proteggere i bambini inizia con l’informazione alle madri. E la salute delle nuove generazioni dipende dalle scelte che facciamo oggi.