il potere umano dietro le relazioni

In occasione della puntata del Il Salotto del Coach del 4 novembre, abbiamo avuto il piacere di ospitare Simona Muscari, figura chiave nel mondo del matchmaking di alto livello. Ecco una riflessione sul suo percorso, sul significato del suo lavoro e su ciò che è emerso durante l’intervista, dove veramente abbiamo analizzato il potere umano dietro le relazioni.

Il percorso professionale

Simona ha iniziato la sua carriera in un contesto molto diverso da quello in cui opera oggi: ha lavorato in un’agenzia immobiliare, mettendo in gioco le competenze relazionali, l’ascolto e la mediazione. Questo “primo capitolo” può sembrare lontano dal matchmaking, ma  come lei ci ha raccontato  le abilità fondamentali erano già in gioco: capire le esigenze dell’altro, comprendere le sue motivazioni, mediare aspettative.
Da quell’esperienza, Simona è passata rapidamente a un’agenzia matrimoniale: qui ha percepito che la “vendita di un immobile” poteva diventare la “ricerca di un compagno di vita”, con una intensità emotiva e responsabilità completamente diverse.
Col tempo, ha sculptato la sua missione: non più solo “trovare qualcuno”, ma “creare una connessione autentica, compatibile, consapevole”. Oggi è conosciuta come una matchmaker d’élite – la sua agenzia si rivolge a persone di successo che cercano partner alla pari per stile di vita, valori e visione.

Il mestiere di “mediatrice di cuori”

Durante l’intervista, Simona ha spiegato come il suo lavoro non sia solo “mettere in contatto due single”, ma abbia un respiro più ampio:

  • Approccio selettivo: il suo club esclusivo valuta non solo il profilo esteriore ma anche valori, nutrimento emotivo e alignment di visione.

  • Team multidisciplinare: psicologi, sessuologi, esperti relazionali collaborano per gestire la complessità delle persone.

  • Vocazione e missione: Simona ha condiviso come la sua esperienza personale – relazioni sbagliate, ricerca di sé – l’abbia portata a trasformare il lavoro in una chiamata.

  • Standard elevati e riservatezza: la clientela è “impegnata, autonoma, con poco tempo”, e richiede discrezione e rigore.

Un passaggio che ha colpito: «Non ti servo per “incontrare qualcuno”, ti servo per incontrare chi è compatibile con chi sei diventato» parafrasando quanto Simona esprime nel suo sito.

Simona ha sottolineato come persone accomunate da responsabilità elevate, impegni pressanti, viaggi, ecc., rischiano di trascurare il “tempo per l’amore”. Il suo servizio nasce per questo: per agire laddove il tempo manca e la casualità non basta. Non è più il numero di date, ma la qualità della selezione, l’allineamento profondo che fa la differenza. Questo approccio si riallaccia al concetto di “scelta consapevole” più che “incontro casuale”Simona ha ribadito che la persona che cerca una relazione non deve solo “trovare qualcuno”, ma prima “essere qualcuno” che desidera e merita una relazione. Questa idea riecheggia fortemente nella tua area di lavoro (coaching, mindset, crescita).
Il matchmaking viene presentato come professione strutturata: selezione, strategie, follow-up; non più solo “cuori solitari in cerca” ma un sistema che richiama head-hunting, orientamento, consulenza relazionale.

Un altro tema forte: non si tratta solo di “fare soldi” con la solitudine altrui, ma di responsabilità – aiutare le persone a evitare errori, a non accontentarsi, a non rimanere bloccate in relazioni che non li rappresentano. In questo senso, Simona parla di “missione”.

Ma non voglio rubare contenuti preziosi all’intervista che potete ascoltare anche come podcast.

Ascolta ora il Podcast:

IL SALOTTO DEL COACH
Puntata del 04/11/25
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