Arroccato su uno sperone roccioso che domina la Valle del Marecchia, il Castello di San Leo è uno dei monumenti più affascinanti e misteriosi d’Italia.
Situato nel borgo medievale di San Leo, in provincia di Rimini, questo imponente fortilizio ha attraversato secoli di storia, divenendo non solo una roccaforte strategica, ma anche il centro di leggende e storie oscure.
Dai condottieri medievali fino ai prigionieri celebri come il Conte di Cagliostro, il castello ha visto passare figure emblematiche che ne hanno accresciuto il fascino e il mistero.
Il castello si erge su una rupe calcarea alta circa 600 metri, praticamente inaccessibile da tre lati. Questa conformazione naturale rendeva San Leo una delle fortezze più difficili da assediare nel Medioevo. Le sue pareti di roccia verticale lo proteggevano da attacchi diretti, mentre un solo ingresso controllava l’accesso alla fortezza, rendendo necessario un lungo assedio per chiunque volesse conquistarla.
Una curiosità poco conosciuta è che l’attuale configurazione del castello non è quella originaria. Nel corso dei secoli, il castello fu ristrutturato e modificato per adattarsi alle nuove tecniche militari. Fu il celebre architetto Francesco di Giorgio Martini, sotto l’egida di Federico da Montefeltro nel XV secolo, a trasformare la fortezza medievale in un baluardo rinascimentale dotato di nuove strutture difensive, come bastioni e torri progettate per resistere all’artiglieria.
Uno degli episodi più noti, ma anche più enigmatici legati al Castello di San Leo, riguarda il Conte di Cagliostro, l’alchimista e avventuriero vissuto nel XVIII secolo. Cagliostro, il cui vero nome era Giuseppe Balsamo, fu un personaggio ambiguo e misterioso, noto per le sue pratiche esoteriche e per essere stato coinvolto in numerosi scandali in tutta Europa.
Nel 1791, accusato di eresia e stregoneria dalla Chiesa cattolica, Cagliostro fu imprigionato proprio nel castello di San Leo, in una cella soprannominata “la Cagliostrina”. Questa prigione, senza finestre e con una sola porta che veniva aperta dall’alto per far passare il cibo, è ancora visitabile oggi. Una leggenda locale racconta che Cagliostro, durante la sua detenzione, tentò di fuggire attraverso un tunnel sotterraneo che collegava il castello alla base della rupe, ma non ci sono prove concrete di questa teoria.
Il Castello di San Leo è da sempre avvolto da un’aura di mistero, che ha contribuito alla diffusione di numerose leggende. Alcuni visitatori sostengono che, durante le visite notturne, sia possibile percepire presenze inquietanti, come spiriti che si aggirano tra le antiche mura. Il più celebre sarebbe proprio quello di Cagliostro, il quale, secondo la tradizione, non avrebbe mai lasciato davvero la sua prigione. I racconti di strani rumori e apparizioni misteriose si moltiplicano, rendendo San Leo una delle mete più amate dagli appassionati di paranormale.
Un’altra curiosità riguarda la Torre del Mastio, una delle strutture più antiche del castello. Si dice che la torre fosse utilizzata per l’osservazione delle stelle e per la pratica dell’alchimia, soprattutto durante il periodo rinascimentale, quando il castello fu un centro di studi e scambi intellettuali tra studiosi di scienze esoteriche.
Nel corso della sua storia, il castello passò più volte di mano tra i signori locali, fino a diventare nel XVI secolo una prigione dello Stato Pontificio. Oltre a Cagliostro, un altro prigioniero famoso fu il Conte Felice Orsini, un patriota e rivoluzionario del XIX secolo. Orsini fu detenuto a San Leo per aver tentato di assassinare Napoleone III nel 1858, ma riuscì a evadere dalla prigione, anche se il suo destino fu segnato poco dopo.
Le celle del castello, fredde e buie, raccontano ancora oggi le storie dei prigionieri che vi furono rinchiusi. Le condizioni di vita all’interno delle mura erano estremamente dure, con prigionieri spesso costretti a vivere in condizioni di isolamento completo, senza luce naturale e con pochissimo cibo. Questi dettagli hanno contribuito a rendere la prigione di San Leo una delle più temute e tristemente celebri d’Italia.
San Leo, oltre a essere famosa per il suo castello, è anche nota per essere stata una delle ultime città della Signoria dei Montefeltro, che la consideravano un baluardo contro le invasioni. Per raggiungere il castello, si doveva attraversare un ponte levatoio e una serie di passaggi stretti e controllati, un vero e proprio labirinto difensivo progettato per confondere gli eventuali assalitori.
Un’altra curiosità riguarda la roccia viva su cui è costruito il castello. Gli architetti sfruttarono appieno la conformazione naturale del terreno, scavando nella roccia per creare stanze e depositi nascosti, oggi parzialmente accessibili durante le visite guidate. Questo elemento conferisce al castello un aspetto quasi “fuso” con la natura circostante, rendendolo parte integrante del paesaggio.
Oggi il Castello di San Leo è stato trasformato in museo, e offre ai visitatori un viaggio nel tempo tra le sue imponenti mura. Al suo interno sono esposte armi medievali, strumenti di tortura e documenti storici che testimoniano le vicende del castello e dei suoi illustri prigionieri. Tra le esposizioni più suggestive vi è la ricostruzione della cella di Cagliostro, che permette di immergersi nelle atmosfere cupe e misteriose del castello.
Il Castello di San Leo continua ad attirare turisti e appassionati di storia da tutto il mondo, affascinati non solo dalla sua architettura e dalla sua importanza storica, ma anche dalle tante leggende che ancora oggi circondano questa fortezza. Con la sua storia lunga e complessa, fatta di guerre, prigionie e misteri irrisolti, San Leo è senza dubbio una delle testimonianze più intriganti del Medioevo italiano.
Il fascino del Castello di San Leo risiede non solo nella sua imponenza architettonica, ma anche nelle storie che racchiude. Da fortezza inespugnabile a prigione temuta, il castello ha visto passare figure emblematiche che ne hanno segnato la storia. Visitarlo oggi significa non solo scoprire un gioiello architettonico, ma immergersi in un mondo di leggende e misteri, che continuano a esercitare un fascino irresistibile su chiunque ne varchi le porte.
Sara Mancini
Storico dell’arte