Il Dott. Giuseppe Failla racconta l’importanza del ruolo dei cattolici in politica in una società disorientata e smarrita.
Il Dott. Giuseppe Failla, medico radiologo presso l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, è stato ospite della trasmissione “Buongiorno Italia”, in onda su Casa Radio, ospite del Direttore Giovanni Lacagnina.
Un’occasione preziosa per presentare il suo ultimo libro – “Alcide Aldo Sturzo. Un’intervista fra fantasia, storia e politica” – ma anche per proporre una riflessione ampia e coraggiosa sul ruolo dei cattolici nella società e nella politica di oggi.
Nel corso del dialogo, Failla ha espresso con passione e chiarezza il bisogno urgente di una nuova presenza cristiana nello spazio pubblico. “Non possiamo restare ai margini – ha affermato – mentre la società cambia, spesso smarrendo i suoi riferimenti essenziali. I cattolici devono tornare a essere voce viva, responsabile e profetica”.
Una vita tra medicina, fede e cultura
Nato a Carini (Palermo) nel 1954, Giuseppe Failla è medico specialista in radiologia e dal 1990 presta servizio presso l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli, dove coniuga professionalità scientifica e attenzione umana, portando la sua sensibilità cristiana dentro il mondo sanitario. Autore di numerosi articoli per la rivista “Vita Ospedaliera” dei Fbf, è impegnato da anni anche nel mondo pastorale e formativo, soprattutto a contatto con i giovani, come responsabile del progetto “Cortile dei Gentili”, luogo di dialogo tra fede e cultura contemporanea.
Il libro: una narrazione tra memoria e speranza
Il suo libro, edito da Cantagalli, ha un titolo che incuriosisce:
📘 “Alcide Aldo Sturzo. Un’intervista fra fantasia, storia e politica”.
Si tratta di un’opera dal taglio originale: un dialogo immaginario, ma documentato e verosimile, tra due giganti del cattolicesimo politico – Alcide De Gasperi e Aldo Moro – che attraverso la parola e il confronto fanno emergere un secolo di trasformazioni sociali e politiche in Italia.
Scuola, sanità, lavoro, famiglie, comunità cristiana: tutti i grandi temi sono trattati con lucidità, ma anche con una forte tensione ideale. L’intento dell’autore non è solo raccontare la storia, ma proporre un cammino di consapevolezza per il presente e per il futuro. Le figure di riferimento sono quelle che hanno lasciato una traccia profonda: Luigi Sturzo, Aldo Moro, Giuseppe Dossetti, Paolo VI, Giuseppe Lazzati, Luigi Giussani. Persone che hanno saputo coniugare fede e politica, senza compromessi, ma con grande concretezza e passione per il bene comune.
Una politica intesa come vocazione civile
Per Failla, la politica non è un ambito da cui i cristiani devono ritirarsi, ma uno dei luoghi privilegiati in cui testimoniare la verità del Vangelo. “Non basta più commentare dall’esterno, bisogna assumersi delle responsabilità, piccoli o grandi che siano – ha detto durante l’intervista –. Serve una presenza culturale e civile che non imponga, ma proponga, che non alzi muri ideologici, ma costruisca ponti di ascolto e dialogo”.
E ancora: “Non dobbiamo creare nuovi partiti confessionali. La vera sfida è educare persone libere, formate, responsabili, che sappiano leggere la realtà alla luce del Vangelo e agire con competenza e spirito di servizio”.
Il disagio giovanile: una ferita aperta
Uno dei passaggi più intensi dell’intervista è stato quello dedicato al disagio giovanile, una delle grandi preoccupazioni del Dott. Failla. “I giovani oggi – ha detto con tono accorato – vivono una crisi di senso profonda. Le ferite lasciate dalla pandemia, l’insicurezza economica, la solitudine, la mancanza di figure educative forti… tutto questo alimenta ansia, apatia, e nei casi peggiori depressione o rifiuto del mondo adulto”.
Per Failla, la risposta non può essere solo tecnica o assistenziale: “I giovani hanno bisogno di adulti credibili, che sappiano ascoltarli senza giudicarli, ma anche proporre percorsi di crescita vera. C’è sete di senso, di bellezza, di comunione. Serve una nuova alleanza educativa tra famiglia, scuola, parrocchie, società civile”.
Nel libro, questa urgenza è trattata con delicatezza e realismo, nella convinzione che non ci sarà futuro se perdiamo i nostri giovani.
Una sanità più giusta e umana
Altro tema centrale nel libro – e nella vita professionale dell’autore – è quello della sanità. Failla, da medico, conosce le sfide quotidiane del sistema sanitario italiano: carenze strutturali, personale sotto pressione, disuguaglianze territoriali.
“La vera emergenza – spiega – è la deumanizzazione delle cure. Dobbiamo tornare a mettere la persona al centro, soprattutto quella più fragile: l’anziano solo, il disabile, il malato cronico, il povero”.
Una sanità giusta – secondo Failla – richiede riforme serie, ma anche un rinnovato spirito di servizio da parte degli operatori, che devono essere sostenuti, formati, e messi nelle condizioni di lavorare con dignità.
Il Dott. Giuseppe Failla non si propone come “maestro”, ma come testimone. Il suo libro, e il suo intervento radiofonico, sono un appello a non restare passivi.
“Viviamo un tempo difficile, ma anche ricco di possibilità. Se i cristiani sapranno essere coerenti, liberi e creativi, allora potranno riaccendere la speranza, nei cuori dei giovani, nei luoghi della sofferenza, nelle istituzioni”.
📚 “Alcide Aldo Sturzo. Un’intervista fra fantasia, storia e politica”
📍 Edizioni Cantagalli – disponibile in libreria