Finalmente a Casa

Cecilia Sala, la giovane giornalista italiana che era stata detenuta in Iran dal 19 dicembre nel carcere di Evin, è finalmente tornata in Italia il 9 gennaio. Il suo aereo è atterrato all’aeroporto di Ciampino, poco dopo le 16, dove l’aspettava una delegazione istituzionale composta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. In un video diffuso da Palazzo Chigi, si vede la scena commovente in cui la reporter, visibilmente emozionata, ringrazia la premier portandosi le mani al petto e poi unendole in un gesto di gratitudine. Meloni, con una mano sulle spalle della giornalista, la rassicura con un tono paterno: “Non dire niente, adesso devi solo stare serena, ok? Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte.”

Subito dopo l’arrivo, Sala ha inviato un messaggio vocale ai colleghi di Chora Media, dicendo con una voce tranquilla ma visibilmente sollevata: “Ciao, sono tornata.” Sulla pista di Ciampino, l’emozione era palpabile quando la giornalista ha finalmente potuto riabbracciare il compagno Daniele Raineri e i suoi genitori. Le prime parole di Sala al padre sono state toccanti: “Papà ti voglio bene, finalmente questa parentesi si è chiusa.”

Dopo l’arrivo, Cecilia Sala è stata ascoltata dai carabinieri del ROS, che hanno avviato un’inchiesta sulla sua detenzione in Iran. Secondo quanto si apprende, l’incartamento sarà poi trasmesso all’autorità giudiziaria. Successivamente, la 29enne ha lasciato l’aeroporto e si è diretta verso la sua abitazione romana. “Ringrazio tutti. Ringrazio il governo e tutti quelli che mi hanno tirato fuori,” ha detto Sala ai giornalisti che l’aspettavano fuori dall’aeroporto.

La sua liberazione è stata frutto di una trattativa lunga e complessa, che si è snodata su due binari paralleli. Il primo è stato quello della diplomazia, gestito direttamente dalla presidente Meloni, che ha assunto un ruolo di primo piano in questa vicenda. Il secondo binario è stato quello dell’intelligence, coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, con l’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) guidato da Gianni Caravelli, che ha giocato un ruolo fondamentale nel recupero di Sala. Caravelli, infatti, è stato tra coloro che hanno viaggiato a Teheran con l’aereo di Stato che ha riportato la giornalista in Italia.

La vera chiave di volta in questa difficile situazione è stata la triangolazione diplomatica messa in atto dalla premier, che è riuscita a tessere una rete di contatti tra vari attori internazionali. Nonostante le difficoltà geopolitiche e la delicata situazione diplomatica, Meloni è riuscita a navigare in un panorama complesso, interfacciandosi con diversi interlocutori internazionali, tra cui il governo iraniano e altri attori strategici. A complicare ulteriormente la situazione c’era la fase di transizione politica negli Stati Uniti, con l’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca il 20 gennaio, che rendeva ancora più difficile le dinamiche politiche in corso.

In questo contesto, la capacità della Meloni di muoversi tra i vari livelli della diplomazia e dell’intelligence, coordinando gli sforzi con grande discrezione e fermezza, è stata determinante per sbloccare una situazione che avrebbe potuto protrarsi a lungo. La sua determinazione, unita all’azione di tutti gli attori coinvolti, ha portato a un risultato positivo, con la liberazione di Cecilia Sala e il suo ritorno a casa, dove la reporter potrà finalmente riunirsi con i suoi affetti e rimettere insieme i pezzi di una vicenda che l’ha vista protagonista di una lunga sofferenza.

In primo piano

Collabora con noi

Promuovi il tuo business con noi!

Siamo proiettati al 100% verso il nostro pubblico che, ci segue e si fida per la nostra straordinaria capacità di scegliere i migliori partners sul mercato.

  • Seleziona categoria

  • Seleziona l'autore