De Micheli ha parlato in modo molto critico della politica di Trump, descrivendola come autoritaria e antidemocratica. Secondo lei, le scelte politiche del Presidente degli Stati Uniti vanno contro i principi fondamentali che hanno sempre caratterizzato le democrazie occidentali, come la separazione dei poteri, il rispetto per i diritti civili e il pluralismo politico. A suo avviso, la retorica e le azioni di Trump rischiano di minare le basi stesse della democrazia, promuovendo una visione politica incentrata sulla centralizzazione del potere e sul rafforzamento delle disuguaglianze.
Un aspetto che De Micheli ha particolarmente criticato è l’influenza di alcune delle figure che circondano Trump, tra cui Elon Musk, noto per la sua imprenditorialità e il suo approccio non convenzionale. Per De Micheli, questi personaggi contribuiscono a diffondere una visione del mondo che potrebbe risultare dannosa per le istituzioni democratiche, sia negli Stati Uniti che a livello globale. Musk, in particolare, viene visto dalla De Micheli come un esempio di come la concentrazione del potere economico possa diventare pericolosa, influenzando negativamente la politica pubblica e l’orientamento della società verso una logica che privilegia gli interessi privati a discapito del bene comune.
In risposta alla crescente influenza degli Stati Uniti sotto la guida di Trump,i ha sottolineato che l’unico modo per contrastare efficacemente la “deriva trumpiana” sia una Europa più forte e coesa. Secondo l’ex Ministro, l’Europa deve rinnovare il suo impegno a favore dei valori democratici e del multilateralismo, promuovendo politiche internazionali che siano in grado di contrastare non solo l’influenza economica degli Stati Uniti ma anche la crescente polarizzazione politica che sta caratterizzando l’America di Trump. De Micheli ha parlato della necessità di un’Europa che, pur essendo aperta al dialogo e al confronto, sappia imporsi come soggetto autonomo sulla scena mondiale, difendendo le proprie prerogative e i propri interessi.
La De Micheli ha quindi messo in evidenza che l’Europa deve essere pronta a riorganizzare le proprie alleanze e strategie, soprattutto in ambito economico e geopolitico, per difendere i principi che hanno sempre garantito la stabilità e la prosperità del continente. Una “Europa più forte”, nelle parole dell’ex Ministro, non deve essere solo un blocco economico, ma una realtà politica capace di guidare la transizione verso un nuovo ordine mondiale, più equilibrato e giusto, contrastando la visione isolazionista e protezionista di Trump.
In sintesi ha delineato una visione di Europa come argine alla deriva autoritaria in corso negli Stati Uniti, indicando che solo attraverso una rinnovata forza politica e una maggiore coesione interna l’Unione Europea può essere un vero punto di riferimento per il mondo democratico, in grado di promuovere una governance globale più equa e rispettosa dei diritti umani e della democrazia.
De Micheli ha poi espresso forti critiche in merito alla liberazione del comandante libico Najeem Osema Almasri Habish, che era stato arrestato a Torino e successivamente rilasciato a causa di un errore procedurale da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. L’ex Ministro ha definito l’incidente di “gravità inaudita”, evidenziando come il comandante libico fosse ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra, e come il suo rilascio rappresentasse una grave mancanza di attenzione nei confronti della giustizia internazionale, ha sottolineato che questo episodio non solo mina la credibilità del sistema giuridico italiano, ma solleva anche serie preoccupazioni riguardo alla cooperazione tra il nostro paese e le istituzioni internazionali, come la Corte Penale Internazionale. L’ex Ministro ha sollecitato la premier Giorgia Meloni a riferire direttamente in Parlamento per chiarire le circostanze che hanno portato al rilascio di Almasri Habish, sostenendo che il caso merita una risposta ufficiale e trasparente, in quanto riguarda temi cruciali come la giustizia internazionale, la sicurezza nazionale e le alleanze diplomatiche.
In risposta alle critiche, è stato deciso che sarà il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a riferire alle Camere la prossima settimana, anziché la presidente del Consiglio Meloni, suscitando ulteriori polemiche. Molti si aspettavano che fosse la premier a prendere la parola, dato che il caso coinvolge la gestione della politica estera e delle relazioni internazionali, ambiti che sono di sua diretta competenza. Questo ha alimentato il dibattito sul ruolo e sulle responsabilità del governo in merito a incidenti di questa portata, con l’opposizione che ha chiesto maggiore chiarezza e trasparenza.Il rilascio di Almasri Habish ha, infatti, scatenato una serie di interrogativi sulla capacità del governo di gestire questioni delicate, come quella della cooperazione con la Corte Penale Internazionale e la tutela della giustizia internazionale, mettendo in luce potenziali lacune nel sistema di gestione della sicurezza e delle estradizioni. Questo episodio, secondo De Micheli, è un campanello d’allarme per la politica italiana, che dovrà fare i conti con le sue responsabilità internazionali e garantire che simili errori non si ripetano.
Spostandosi sulla politica interna, De Micheli ha analizzato le difficoltà che attualmente sta vivendo il centrosinistra italiano, sottolineando l’assenza di una visione comune e l’incapacità di creare una vera coesione tra i diversi alleati politici. L’ex Ministro ha evidenziato come il centrosinistra stia attraversando un momento di grande frammentazione, dove le diverse anime del campo politico sembrano avere difficoltà a trovare un programma condiviso. Secondo la De Micheli, questo disordine non solo indebolisce l’opposizione al governo di destra, ma rende anche più difficile rispondere adeguatamente alle esigenze concrete dei cittadini. Per un centrosinistra che voglia tornare a essere competitivo e credibile, l’ex Ministro ha rimarcato la necessità di elaborare un programma chiaro e univoco, che non solo risponda alle sfide economiche e sociali del Paese, ma che si orienti anche verso un futuro di equità e sostenibilità.
In relazione al caso Santanchè, ha ribadito la posizione del PD, che chiede le dimissioni della Ministra del Turismo, accusata di conflitti di interesse e gestione poco trasparente. Secondo De Micheli, la vicenda Santanchè è solo l’ultimo esempio di un governo che non sembra in grado di garantire la responsabilità e la moralità che ci si aspetta da un esecutivo. La De Micheli ha sottolineato che, per un paese democratico, non è tollerabile che esponenti di governo siano coinvolti in situazioni che sollevano dubbi sulla loro imparzialità e sulla loro capacità di servire l’interesse pubblico.
Ma la critica di Paola De Micheli non si è fermata al caso Santanchè; l’ex Ministro ha puntato il dito anche contro Matteo Salvini, attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. De Micheli ha accusato Salvini di non aver preso le proprie responsabilità riguardo al caos che ha coinvolto il settore dei trasporti, in particolare nel contesto delle gravi disfunzioni ferroviarie che hanno messo a dura prova viaggiatori e lavoratori. Secondo De Micheli, Salvini ha mostrato una mancanza di senso di responsabilità, non chiedendo scusa ai cittadini e ai lavoratori che sono stati danneggiati da disservizi gravi. Ha aggiunto che, se Salvini non fosse stato intenzionato a dedicarsi seriamente al Ministero dei Trasporti, forse avrebbe dovuto rifiutare quell’incarico, preferendo concentrarsi sul suo ruolo di Ministro degli Interni, dove evidentemente si sente più a suo agio.