Loredana De Marco, già Presidente del Consiglio Comunale di Porto Torres e attivista del Movimento 5 Stelle, ha recentemente parlato del degrado che affligge i quartieri popolari della cittadina sarda. In un’intervista rilasciata a Casa Radio, ha spiegato che, nonostante non faccia più parte dell’amministrazione comunale dal 2021, ha deciso di avviare un’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica e ottenere un intervento concreto dalle istituzioni.
Signora De Marco, Lei è stata Presidente del Consiglio Comunale di Porto Torres e, nonostante oggi non sia più parte del Consiglio, ha promosso un’iniziativa importante all’interno del Gruppo Territoriale M5S che ha portato all’attenzione le problematiche di diversi quartieri popolari della città. È riuscita insieme agli attivisti a raccogliere mille firme e a ottenere un incontro con l’assessore regionale ai Lavori Pubblici della Sardegna. Da cosa nasce questa iniziativa?
Manco dal Consiglio Comunale di Porto Torres dal 2021, anno in cui è iniziata questa amministrazione, e attualmente non abbiamo più rappresentanti in Consiglio. Tuttavia, come gruppo territoriale, ho deciso di promuovere questa iniziativa per un motivo molto semplice: le persone continuano a vedermi come un riferimento, nonostante non sia più in Consiglio. Al supermercato, in un ambulatorio medico o per strada, mi raccontano delle loro difficoltà.
Le problematiche riguardano soprattutto le condizioni allarmanti delle case popolari, dove si registrano situazioni di degrado estremo. Ci sono palazzi recintati dai vigili del fuoco per motivi di sicurezza e il quartiere Satellite vive in un abbandono generale, con marciapiedi rovinati, erba alta e la presenza di ratti. A peggiorare la situazione, è stato chiuso anche un supermercato che rappresentava un punto di riferimento importante per gli anziani del quartiere. Ora sono costretti a percorrere chilometri ogni giorno per raggiungere un alimentari, e tutto questo a causa di lavori di competenza dell’AREA, l’ente che gestisce le case popolari.
Ci sono state denunce del sindaco nei confronti di AREA, ma finora non si era visto alcun risultato concreto. La situazione non è solo una questione di decoro urbano, ma anche di sicurezza e dignità per chi abita questi luoghi. Con un grande lavoro e raccogliendo oltre mille firme, ho portato queste problematiche all’attenzione dell’amministrazione pubblica, coinvolgendo non solo l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, ma anche il sindaco, che ha responsabilità dirette su alcune delle questioni. Sono più di 10 anni che i quartieri popolari vivono in questa condizione, ed era doveroso intervenire.
Quanto conta il coinvolgimento diretto dei cittadini in iniziative come questa e com’è possibile ottenere il loro sostegno pur non ricoprendo un incarico pubblico?
Il Movimento 5 Stelle nasce con l’obiettivo di riportare i cittadini al centro delle istituzioni, promuovendo una politica che non sia calata dall’alto ma che nasca dalle esigenze reali delle persone. La politica, nella sua essenza, dovrebbe essere proprio questo: la gestione della polis della comunità, dove ogni individuo sente il dovere e il diritto di contribuire attivamente.
Per me, il cambiamento culturale necessario parte da un principio fondamentale: il cittadino non deve limitarsi a partecipare solo attraverso il voto, ma deve sentirsi responsabile, quasi come un sindaco della propria città, ogni giorno. È un principio che fa parte del mio DNA, una convinzione profonda che guida il mio attivismo.
La cittadinanza attiva, infatti, non è solo uno strumento per risolvere problemi concreti, ma una risposta a una situazione sociale che oggi trovo tristemente frammentata. Ricordo con nostalgia i tempi in cui i quartieri erano vivi, in cui si dialogava tra vicini e si organizzavano eventi comunitari. Quelle erano esperienze che non solo creavano legami sociali forti, ma miglioravano concretamente la qualità della vita di tutti.
Oggi credo che, per andare avanti e migliorare il nostro presente, sia necessario riscoprire quei valori di solidarietà e collaborazione del passato, adattandoli al nostro tempo. È questa visione che mi spinge ad agire, raccogliere firme, promuovere incontri e coinvolgere le persone: perché solo con una comunità attiva e unita possiamo realizzare un cambiamento reale.
Che tipo di risposta si aspetta da parte delle istituzioni e come valuterebbe il loro eventuale intervento rispetto alle richieste della cittadinanza?
La risposta che mi aspetto dalle istituzioni è un intervento concreto, che non si limiti all’ascolto, per quanto importante, ma che porti a soluzioni tangibili. Dopo così tanto tempo trascorso in una situazione di evidente criticità, è fondamentale che ci siano azioni reali e risolutive.
In questo contesto, desidero sottolineare l’importanza di gesti come quello dell’assessore Piu, che ha scelto di recarsi personalmente nel quartiere per prendere visione delle problematiche. Questo tipo di presenza diretta, purtroppo rara, rappresenta un passo importante verso una politica più vicina alle persone.
Il mio obiettivo, tuttavia, va oltre la semplice risoluzione dei problemi: credo fermamente nella forza di unire gli intenti. Quando le istituzioni e i cittadini lavorano insieme per un obiettivo comune e riescono a raggiungerlo, per me quello è il vero successo. Non si tratta di interessi personali, ma della soddisfazione di vedere una comunità che migliora e ritrova fiducia. L’idea di poter restituire un sorriso, di offrire una soluzione a chi vive quotidianamente queste difficoltà, è ciò che mi motiva e dà valore al mio impegno.