Luigi de Magistris è intervenuto nel Buongiorno Italia di Casa Radio dal direttore Giovanni Lacagnina. Durante l’intervista de Magistris ha espresso una posizione molto netta riguardo alla politica estera e alle scelte difensive dell’Unione Europea, mettendo in evidenza i rischi e le contraddizioni di un possibile riarmo dell’UE. Secondo l’ex sindaco di Napoli, la prospettiva di un’Europa armata è un passo pericoloso che potrebbe portare a un’escalation del conflitto, con il rischio di coinvolgere direttamente i giovani nelle guerre. De Magistris ha parlato in termini molto forti, definendo “inaudita” e “assurda” la possibilità di mandare le nuove generazioni a combattere per una causa che, secondo lui, non rispecchia i veri interessi della popolazione. Ha criticato l’approccio europeo che, pur cercando di avviare un processo di pace con la Russia, continuerebbe a fornire armi all’Ucraina, con l’intento di prolungare un conflitto che, a suo parere, non ha soluzioni attraverso l’escalation militare.
De Magistris ha messo in discussione anche il ruolo dell’Unione Europea nella scena geopolitica globale, accusandola di perdere la sua identità e di essere guidata più da interessi economici e lobbistici che dalla ricerca della pace e del benessere sociale. Ha specificato che l’UE sembra non avere un piano chiaro per il futuro, concentrandosi troppo su questioni legate alla difesa militare piuttosto che su politiche che possano veramente rispondere alle necessità sociali ed economiche dei cittadini europei. La critica si è rivolta in particolare alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che, secondo de Magistris, sta conducendo un’Europa che si sta avvicinando al “fallimento”, soprattutto a causa della sua gestione dell’emergenza ucraina e della crescente militarizzazione del continente.
De Magistris ha sottolineato come la politica italiana sia in grande difficoltà , con una crescente divisione tra le forze politiche e, in particolare, un’ampliamento della frattura all’interno della sinistra, che fatica a prendere una posizione chiara. La sua principale preoccupazione riguarda la “mediocrità ” della politica attuale e il pericolo di una politica di riarmo che porterebbe l’Europa e l’Italia verso una crisi economica e sociale ancora più grave. Secondo lui, il rischio è che famiglie e imprese finiscano per pagare il prezzo di un’Europa sempre più armata e sempre meno sociale. De Magistris ha fatto riferimento a un quadro più ampio, in cui le politiche europee sembrano essere dominati da logiche finanziarie e da poteri che spingono verso l’escalation militare, a discapito della sicurezza e del benessere delle persone.
Un altro punto critico che de Magistris ha sollevato riguarda la narrativa che circola in Europa, secondo cui la Russia sarebbe sulla soglia dell’invasione dell’Europa occidentale. Ha affermato che questa è una “balle” e una manipolazione della realtà , usata come pretesto per preparare le nuove generazioni alla guerra. Non crede affatto a questa narrazione e ritiene che la paura alimentata dalla politica europea stia preparando il terreno per una guerra lunga e distruttiva, con conseguenze devastanti per l’economia e la società .
De Magistris ha poi sperato che la telefonata imminente tra Trump e Putin possa portare finalmente a una tregua nel conflitto ucraino. Ha espresso l’auspicio che i due leader possano trovare un accordo che interrompa la spirale di violenza e permetta di avviare un processo di pace. Secondo lui, l’Europa, invece di alimentare la guerra, dovrebbe essere il luogo dove si costruisce una pace duratura, basata sulla cooperazione e sul sostegno delle fasce sociali più deboli, non sulla militarizzazione.
In conclusione de Magistris ha invocato la necessità di un cambiamento radicale in Europa, un ritorno ai valori di solidarietà e cooperazione, e ha sottolineato la necessità di creare un movimento di opinione che spinga l’UE verso politiche più sociali e più umane. Secondo lui, la priorità dovrebbe essere quella di risolvere le crisi sociali ed economiche attraverso il dialogo e non con il riarmo. La creazione di un’alternativa politica e sociale, che parta dai territori e dalle necessità reali dei cittadini, è, secondo lui, l’unica via per uscire dalla “mediocrità ” attuale e costruire una nuova Europa, più equa e più pacifica.