Casa Balla, situata nel quartiere Prati di Roma, rappresenta un luogo unico nel panorama artistico italiano. È molto più di una casa: è un’opera d’arte totale, una celebrazione della creatività e della visione futurista del suo ideatore, Giacomo Balla. Qui, l’artista ha vissuto, lavorato e plasmato un ambiente che rifletteva in ogni angolo la sua filosofia artistica. Scopriamo insieme la storia di questa straordinaria casa e del genio che l’ha creata.
La storia di Giacomo Balla
Giacomo Balla (1871-1958) è stato uno dei principali protagonisti del futurismo, movimento artistico nato agli inizi del Novecento e celebrato per la sua esaltazione della modernità, del dinamismo e della tecnologia. Nato a Torino, Balla iniziò la sua carriera come pittore divisionista, influenzato da Seurat e Signac. Tuttavia, la sua adesione al futurismo nel 1910 segnò una svolta radicale nella sua arte.
Balla esplorò il tema del movimento in opere come “Dinamismo di un cane al guinzaglio” (1912) e “Velocità astratta” (1913), dove rappresentò la velocità e il cambiamento come essenza della modernità. Oltre alla pittura, si dedicò a scenografia, design, moda e persino urbanistica, contribuendo a trasformare l’estetica del suo tempo.
Casa Balla: un manifesto futurista
Nel 1929, Balla si trasferì con la moglie Elisa e le figlie Luce ed Elica in un appartamento in via Oslavia 39B. Questo divenne presto un vero e proprio laboratorio d’arte. Balla concepì ogni dettaglio della casa come parte integrante del suo universo creativo, rendendola un esempio tangibile della sua idea di **arte totale**.
Gli interni: un’esplosione di creatività
-
**Le pareti dipinte**
Ogni stanza è decorata con motivi geometrici, colori accesi e linee che evocano energia e movimento. Le pareti non sono semplici superfici, ma tele in cui si riflette l’estetica futurista.
-
2. **Arredi su misura**
Balla progettò i mobili, i lampadari e persino le stoviglie, dimostrando che l’arte non conosce limiti e può trasformare ogni oggetto quotidiano.
-
**Atelier e salotto**
L’artista usava la casa come luogo di creazione e sperimentazione, ma anche come punto di incontro per intellettuali e artisti dell’epoca. Era un ambiente vivo, in continua evoluzione.
-
**I dettagli simbolici**
I nomi delle figlie, Luce ed Elica, incarnano due principi cardine del futurismo: la luce, simbolo di progresso e innovazione, e l’elica, emblema del movimento e della modernità.
La vita nella Casa Balla
Balla visse nella casa fino alla sua morte, nel 1958, lavorando instancabilmente e lasciando un’impronta indelebile negli interni. Dopo la sua scomparsa, le figlie mantennero intatta l’abitazione, preservandola come un tesoro artistico. È grazie al loro impegno che oggi possiamo visitarla e comprendere come l’arte di Balla si integrasse pienamente con la sua vita quotidiana.
La quotidianità dell’artista
Nonostante la sua fama, Balla conduceva una vita relativamente modesta. La casa non era solo uno spazio per l’arte, ma anche il centro della sua esistenza familiare. Qui, dipingeva, insegnava alle figlie i principi della sua estetica e riceveva amici e colleghi.
Casa Balla: il laboratorio creativo di Giacomo Balla e le sue opere più iconiche
### **Le opere create a Casa Balla**
Durante il periodo trascorso nella sua dimora romana, Giacomo Balla dipinse alcune delle sue opere più innovative e significative, portando avanti la sua ricerca sui temi della luce, del dinamismo e della modernità. Ecco alcune delle opere più importanti concepite o completate tra le mura di Casa Balla:
Compenetrazioni iridescenti (1912-1930)**
Una delle serie più iconiche di Balla, iniziata negli anni precedenti al trasferimento in via Oslavia, ma perfezionata nella casa-laboratorio. In queste opere, l’artista esplorava le interazioni tra luce e colore, traducendo i principi scientifici del divisionismo in chiave astratta futurista.
Velocità astratta (1913-1914)**
Questa serie celebra il dinamismo e il movimento, temi centrali del futurismo. A Casa Balla, l’artista rielaborò queste idee, dando vita a nuovi studi e variazioni sulla rappresentazione della velocità.
Linee-forza del pugno di Boccioni (1915)**
Un omaggio al collega e amico Umberto Boccioni, dipinto e sviluppato in parte nella casa, dove Balla esplorò il concetto di “linee-forza”, che rappresentavano la potenza e l’energia in movimento.
Complessi plastici di luce e spazio (1920-1930)**
Queste opere astratte e tridimensionali furono progettate e sperimentate nella Casa Balla. Si trattava di studi sulla luce e sulle sue interazioni con le forme, trasformati in oggetti decorativi e installazioni che arredavano anche la casa stessa.
Bozzetti e costumi teatrali futuristi**
Durante il suo periodo a Casa Balla, l’artista creò una serie di bozzetti per scenografie e costumi futuristi, come quelli per *Feu d’artifice* (1917) di Igor Stravinsky. La casa fungeva da spazio di progettazione e sperimentazione per queste opere, che fondevano arti visive e performance.
Natura morta futurista (1920-1930)**
Balla rielaborò la tradizionale natura morta in chiave futurista, trasformando oggetti comuni in simboli di modernità e dinamismo. Questi quadri, spesso realizzati a Casa Balla, riflettono la fusione tra arte e vita quotidiana.
Progetti per arredi e decorazioni**
Oltre alle tele, Balla progettò oggetti d’arredo che incarnavano i principi futuristi. Alcuni di questi erano veri e propri prototipi per le “case del futuro”. Tavoli, sedie e persino tende e lampade erano opere d’arte che univano funzionalità ed estetica.
Il recupero e l’apertura al pubblico
Dopo anni di chiusura, Casa Balla è stata restaurata e aperta al pubblico grazie al MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo). L’intervento ha permesso di riportare alla luce dettagli preziosi dell’abitazione, rendendo possibile ammirare lo spazio così com’era ai tempi dell’artista.
L’eredità di Giacomo Balla
Oggi, Casa Balla è un simbolo della capacità dell’arte di trasformare il mondo. Il suo approccio rivoluzionario continua a ispirare artisti e designer, dimostrando che il confine tra arte e vita può essere abbattuto.
Giacomo Balla non è stato solo un pittore futurista: è stato un visionario che ha saputo immaginare un mondo in cui l’arte non è un lusso, ma un elemento essenziale della vita quotidiana.
Oggi, visitando Casa Balla, è possibile vedere non solo l’ambiente in cui l’artista lavorò, ma anche tracce delle sue opere e dei suoi progetti.
Molti bozzetti e lavori minori sono stati ritrovati all’interno della casa e fanno parte dell’esperienza immersiva che il luogo offre. Il legame tra le opere e il loro spazio creativo rende Casa Balla una destinazione imperdibile per chiunque voglia comprendere appieno il genio di Giacomo Balla e il suo contributo al futurismo.
Casa Balla come fonte d’ispirazione
L’atmosfera unica della casa influenzò profondamente la produzione artistica di Balla. Ogni parete dipinta, ogni mobile progettato e ogni oggetto decorativo divenne parte integrante della sua arte. La casa stessa era un’opera d’arte vivente, un luogo in cui sperimentare nuove idee e metodi. È qui che Balla concepì il concetto di **arte totale**, fondendo pittura, design e architettura in un unico linguaggio estetico.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
3 dicembre 2024 – 28 febbraio 2025
A cura di Gabriele Simongini
La mostra “Il Tempo del Futurismo” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini, celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944.
Diversamente dalle mostre del passato dedicate al rivoluzionario movimento d’avanguardia fondato nel 1909 da Marinetti, questa mostra si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” posto alla base della nascita del Futurismo. Una riflessione oggi attualissima, se si pensa che lo tsunami tecnologico dell’intelligenza artificiale sta investendo l’umanità, avverando la profezia della macchinizzazione dell’umano e dell’umanizzazione della macchina preconizzata proprio dai futuristi.
La mostra punta a essere inclusiva, didattica e multidisciplinare, si rivolge al grande pubblico e in particolare alle nuove generazioni.
Per questo illustra i concetti di velocità, di spazio, di distanza e di sensibilità percettiva evidenti nei capolavori del Futurismo contestualizzandoli nella società dell’epoca, rivoluzionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche.
Saranno esposte circa 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti, con un’attenzione alla matrice letteraria del movimento marinettiano che non ha precedenti, insieme con un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d’epoca. Per descrivere al meglio l’atmosfera futurista, l’esposizione sarà arricchita da due installazioni site-specific di Magister Art e di Lorenzo Marini e sarà vivacizzata da eventi di approfondimento.
Si ringraziano i musei italiani e stranieri, tra cui il MoMA, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum of Art, la Estorick Collection di Londra e il Kunstmuseum Den Haag de L’Aia che con i loro prestiti hanno generosamente contribuito alla mostra. Il catalogo sarà pubblicato da Treccani e conterrà, oltre ai saluti istituzionali, i testi di Gabriele Simongini, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Elena Gigli, Claudio Giorgione, Giovanni Lista, Ada Masoero, Ida Mitrano, Riccardo Notte, Francesco Perfetti e Marcello Veneziani.
Collaborazioni rilevanti contribuiscono all’offerta culturale messa in campo, come quella con il MAXXI, che con l’apertura al pubblico di Casa Balla aggiunge una tappa fondamentale al discorso narrativo; con la Fondazione Magna Carta, promotrice di un programma di attività culturali con finalità pedagogiche; con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, per il prestito di numerosi oggetti che hanno arricchito la mostra anche con un taglio scientifico.