Cacciari : “Giorgia Meloni è l’unica figura politica di spessore in grado di rappresentare il nostro Paese”.

Il Professor Massimo Cacciari, filosofo , saggista  di alto spessore sociale, culturale e politico  ,è intervenuto nel “Buongiorno Italia” di Casa Radio,  dal Direttore Giovanni Lacagnina, a commento di una serie di temi rilevanti ,di grande attualità  politica italiana ed internazionale ‘.

Rapporto tra Trump e Meloni:

Cacciari ha approfondito il rapporto tra Giorgia Meloni e Donald Trump, evidenziando alcuni aspetti cruciali della politica internazionale e delle dinamiche interne italiane. Ha sottolineato come, pur essendo necessaria una forte alleanza tra l’Italia e gli Stati Uniti, soprattutto nel contesto geopolitico attuale, ciò non deve oscurare la realtà che l’Europa, nel suo complesso, sta vivendo una sorta di “silenzio colpevole” rispetto alla situazione globale. Secondo Cacciari, l’Europa avrebbe avuto la possibilità di fare molto di più per prevenire o fermare alcune delle crisi internazionali, ma non ha agito in modo decisivo. L’incapacità dell’Unione Europea di giocare un ruolo centrale sulla scena internazionale ha lasciato campo libero a potenze come gli Stati Uniti, che hanno agito da protagonisti.

Nel contesto di questa debolezza europea, Meloni si trova in una posizione particolare. Da un lato, è consapevole della necessità di mantenere buoni legami con gli Stati Uniti, data l’importanza geopolitica e strategica di questa alleanza, ma dall’altro, le sue politiche si trovano inevitabilmente a essere influenzate dalla sua connessione con Washington. In particolare, Cacciari ha fatto notare che esiste una convergenza tra le posizioni di Meloni e Trump su temi fondamentali come l’immigrazione e i diritti. Entrambi condividono una visione più rigida e restrittiva in questi ambiti, posizioni che si riflettono anche nelle politiche italiane sotto la guida della Meloni.

Tuttavia, questa alleanza e questa convergenza di posizioni, pur essendo strategiche per la politica italiana, non sono prive di contraddizioni. Da un lato, l’Italia si trova a dover affrontare le difficoltà legate all’immigrazione e ad altri temi sociali, ma allo stesso tempo è inevitabilmente condizionata dalle dinamiche internazionali, in particolare dalle scelte politiche degli Stati Uniti. La posizione di Meloni, quindi, non è solo il risultato di una sua visione politica, ma anche della necessità di navigare in un contesto globale in cui l’influenza americana gioca un ruolo preminente.

Cacciari ha anche sottolineato che questo legame con gli Stati Uniti, sebbene strategico, non può essere l’unico faro per l’Italia. L’Europa dovrebbe fare di più per prendere posizione sulle crisi internazionali e non limitarsi a subire le decisioni delle potenze esterne. L’alleanza con gli Stati Uniti, pur necessaria, rischia di diventare una sorta di “convenienza” che limita la possibilità per l’Italia di esprimere una politica estera autonoma, al di là degli interessi americani. Questo, secondo Cacciari, pone l’Italia in una posizione complessa, dove le sue politiche interne ed esterne sono condizionate da una connessione inevitabile con le scelte strategiche degli Stati Uniti, ma dove l’Europa, nel suo complesso, non sembra in grado di prendere l’iniziativa in modo forte e deciso.

Immigrazione e Europa:

Massimo Cacciari ha sollevato un punto importante riguardo alla gestione delle politiche migratorie in Italia, affermando che il paese è stato di fatto “lasciato solo” nel fronteggiare le sfide legate all’immigrazione. Secondo il filosofo e politologo, l’Europa non ha saputo coordinarsi in modo efficace per trovare soluzioni comuni e ha di fatto “scaricato” la responsabilità di questa problematica sull’Italia. Cacciari ha portato l’esempio del caso Al-Masri, un caso emblematico che ha messo in luce come il nostro paese sia stato costretto ad affrontare da solo situazioni estremamente difficili. Al-Masri, un individuo che aveva commesso gravi crimini e che aveva girato liberamente per l’Europa, è stato poi “scaricato” in Italia, dove ha trovato ospitalità e dove la sua presenza ha suscitato polemiche e preoccupazioni.

Il caso rappresenta simbolicamente la mancanza di coordinamento tra i paesi europei in materia di immigrazione e di gestione delle crisi. Cacciari ha criticato l’Unione Europea per aver lasciato che l’Italia, con il suo governo e le sue istituzioni, si facesse carico di un problema che riguarda tutta l’Europa. L’Europa, infatti, ha spesso adottato una posizione passiva, con pochi paesi che si sono effettivamente impegnati a risolvere la situazione in modo collettivo, lasciando che il peso delle politiche migratorie gravasse principalmente sugli stati più esposti, come l’Italia, che si trova sulla rotta di accesso principale per i migranti che arrivano via mare.

Cacciari ha altresì dichiarato che la responsabilità di gestire questi flussi migratori è stata in gran parte assunta dal governo di Giorgia Meloni, la quale si è trovata a fronteggiare non solo l’alta pressione derivante dall’immigrazione, ma anche le difficoltà politiche interne ed esterne nel trovare una soluzione equilibrata. La Meloni si è vista costretta ad affrontare un problema che è stato in gran parte lasciato a lei dall’Europa, ma che non è facile da risolvere, dato che le politiche migratorie in Italia sono spesso al centro di dibattiti accesi e polarizzati. Ha poi  poi evidenziato la difficoltà che il governo Meloni ha nel portare avanti politiche che possano accontentare tutte le parti coinvolte. Da una parte, c’è la necessità di dare risposte efficaci alla crescente preoccupazione della popolazione riguardo all’immigrazione, mentre dall’altra, ci sono le pressioni internazionali e le difficoltà nell’ottenere il supporto concreto da parte degli altri paesi europei. La responsabilità sulla gestione dei flussi migratori è, quindi, ricaduta pesantemente sulle spalle della Meloni, un compito che si è rivelato particolarmente arduo in un contesto internazionale dove l’Italia si trova spesso a dover fare i conti con le divisioni all’interno dell’Unione Europea.

Influenza degli Stati Uniti e innovazioni tecnologiche:

Cacciari ha parlato del crescente ruolo delle innovazioni tecnologiche come una delle forze che stanno trasformando le dinamiche geopolitiche e influenzando le politiche globali. In particolare, ha citato esempi significativi di figure come Elon Musk, che con le sue aziende, come Tesla e SpaceX, ha avuto un impatto non solo sul settore tecnologico ed economico, ma anche sulle politiche internazionali. Musk, infatti, è diventato una figura centrale non solo nel campo delle tecnologie avanzate, ma anche nell’influenzare il panorama politico globale, grazie ai suoi progetti che spaziano dall’automobile elettrica e l’energia sostenibile fino ai voli spaziali commerciali. La sua visione e le sue azioni stanno rimodellando il futuro, spingendo verso un’accelerazione dell’innovazione che, inevitabilmente, ha ripercussioni su come i paesi si rapportano tra loro e su come le politiche nazionali si sviluppano.

Inoltre, ha sottolineato l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale (IA) e della digitalizzazione, elementi che stanno cambiando la vita quotidiana e determinando un cambiamento radicale nelle politiche economiche e sociali. Le grandi aziende tecnologiche, molte delle quali hanno sede negli Stati Uniti, sono diventate protagoniste di un nuovo ordine mondiale dove la potenza economica e politica non dipende solo dalle risorse naturali o militari, ma anche dalla capacità di dominare le nuove tecnologie. Le multinazionali tecnologiche, attraverso l’innovazione digitale e l’IA, stanno giocando un ruolo sempre più determinante nell’economia globale, nel controllo dell’informazione e nel plasmare le politiche pubbliche.

Gli Stati Uniti, come potenza globale leader nell’innovazione tecnologica, sono in una posizione privilegiata per influenzare le politiche internazionali. Cacciari ha spiegato che il predominio americano nel settore tecnologico ha un impatto diretto sulla politica internazionale. Le scelte strategiche fatte da aziende come Microsoft, Google, Amazon, e, appunto, Tesla, non solo influenzano l’economia, ma anche le politiche di sicurezza, le questioni legate alla privacy e alla gestione dei dati, e le politiche commerciali tra i paesi. Gli Stati Uniti, quindi, purtroppo per molti, dettano le regole del gioco in un mondo sempre più interconnesso digitalmente, e questo porta inevitabilmente i paesi come l’Italia a dover fare i conti con queste dinamiche.

Cacciari ha detto che  l’Italia, pur trovandosi in un’area geopolitica e culturale che potrebbe teoricamente avvantaggiarsi di una maggiore autonomia politica e decisionale, è costretta a rispondere agli sviluppi globali imposti dalle potenze tecnologiche e dagli Stati Uniti. La crescente dipendenza dalle tecnologie e dai processi digitali, in particolare con l’arrivo dell’intelligenza artificiale, pone l’Italia di fronte a nuove sfide. Da un lato, c’è l’opportunità di sfruttare queste tecnologie per migliorare l’economia e la competitività del paese; dall’altro, c’è il rischio che l’Italia, e più in generale l’Europa, rimangano indietro rispetto agli Stati Uniti e ad altre potenze tecnologiche.

Questo scenario ha anche implicazioni per le politiche interne italiane. L’innovazione tecnologica sta cambiando il mercato del lavoro, le dinamiche sociali e anche il modo in cui i cittadini interagiscono con le istituzioni. L’adozione e la regolamentazione delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, diventano quindi tematiche centrali per il governo italiano, che deve fare i conti con le politiche statunitensi, ma anche con le sfide interne legate alla digitalizzazione.

In conclusione, Cacciari ha messo in evidenza che gli Stati Uniti, grazie alla loro leadership nel settore tecnologico, continuano a giocare un ruolo centrale nell’orientare la politica globale. L’Italia, purtroppo, si trova a dover adattare le sue politiche e strategie alle dinamiche imposte da queste innovazioni tecnologiche, rischiando di trovarsi in una posizione subalterna rispetto ai poteri globali che dettano la direzione del progresso tecnologico e, di conseguenza, delle politiche mondiali. Il futuro politico e sociale dell’Italia, come quello di altri paesi occidentali, dipenderà sempre più da come riusciranno a navigare in questo mondo digitale e interconnesso, in cui la politica, l’economia e la tecnologia sono ormai inseparabili.

Politica e magistratura:

Un altro tema delicato e complesso  affrontato da Cacciari affrontato e’ stato  il rapporto tra politica e magistratura in Italia, un argomento che, secondo il professore, è ancora fortemente influenzato dagli eventi di Tangentopoli e dalla debolezza strutturale dei governi italiani. Cacciari ha sottolineato come il sistema giudiziario italiano, e in particolare la magistratura, continui a giocare un ruolo determinante nella politica, in un modo che ha radici profonde nella storia recente del paese.

Tangentopoli, lo scandalo di corruzione che ha travolto la politica italiana negli anni ’90, ha segnato un punto di rottura tra la classe politica e la magistratura. Questo scandalo ha messo in evidenza le vaste connessioni tra la politica e gli affari, contribuendo a una crescente disillusione nei confronti delle istituzioni politiche. Le indagini giudiziarie di quel periodo hanno avuto un impatto profondo sul sistema politico italiano, con molti esponenti di partiti storici coinvolti in procedimenti legali, portando a un crollo di credibilità per le forze politiche tradizionali. Secondo Cacciari, questa eredità ha creato un contesto in cui la magistratura è rimasta una presenza potente e influente, a volte al di fuori dei tradizionali confini istituzionali, condizionando gli equilibri politici e i comportamenti dei governi.

Cacciari ha osservato che la magistratura, non solo come organo che deve amministrare la giustizia, ma anche come potere influente, ha continuato a esercitare un impatto rilevante sulla politica italiana. Se da un lato la magistratura ha il compito di garantire la legalità, dall’altro, il suo ruolo è diventato oggetto di polemiche, specialmente quando sembra intervenire in modo deciso e diretto nelle vicende politiche. Questo fenomeno, secondo il filosofo, deriva in parte dalla debolezza strutturale dei governi italiani, che, storicamente, non sono stati in grado di rafforzare le proprie istituzioni politiche in modo sufficiente per resistere all’influenza della magistratura. L’assenza di un sistema politico forte, che sia in grado di separare nettamente i poteri e di gestire i conflitti tra le istituzioni, ha fatto sì che la magistratura abbia assunto, talvolta, un ruolo che trascende i suoi compiti originari.

Nel corso degli anni, la magistratura è stata percepita da alcuni come un attore che non si limita a interpretare e applicare le leggi, ma che, in certi momenti, è sembrata quasi agire come un potere politico alternativo. Questa situazione ha alimentato tensioni e conflitti tra le forze politiche e i magistrati, che, in alcuni casi, si sono ritrovati in una posizione di confronto aperto. Secondo Cacciari, è inevitabile che, in un contesto di debolezza istituzionale e di scarsa coesione politica, si verifichino questi squilibri, dove la politica non riesce a imporsi con sufficiente forza rispetto ad altri poteri, tra cui quello giudiziario.

Cacciari ha anche accennato alla crescente conflittualità che si è venuta a creare tra i poteri dello Stato, sottolineando come la magistratura abbia spesso assunto un ruolo di “interferenza” nelle vicende politiche, in un clima che ricorda quello di un continuo “scontro tra poteri”. Questa situazione è percepita da molti come un segno di un’instabilità strutturale del sistema italiano, dove la politica, anziché essere il perno del potere, diventa spesso vittima di interventi da parte di altre istituzioni. In un certo senso, la politica italiana sembra essere “guidata” non tanto dalla forza dei partiti, ma dalla capacità delle magistrature di influenzare o bloccare determinate iniziative politiche.

Un altro aspetto che Cacciari ha sottolineato è la difficoltà di separare le sfere politiche e giudiziarie in Italia. La linea tra le due è spesso sfocata, e la politica appare troppo influenzata da fattori giudiziari, a volte anche a livello mediatico. La continua “commistione” di politica e magistratura ha creato un circolo vizioso in cui le indagini giudiziarie diventano strumento di lotta politica, e le decisioni dei magistrati vengono spesso interpretate come attacchi a determinati schieramenti politici. Questo, secondo Cacciari, danneggia l’efficienza del sistema politico, ma anche la credibilità della magistratura stessa, che rischia di essere percepita non solo come un garante della giustizia, ma anche come un attore con propri interessi e influenze.

Giorgia Meloni e il futuro del Quirinale:

Cacciari ha concluso il suo intervento parlando di Giorgia Meloni, suggerendo che potrebbe essere una delle candidate più probabili per la Presidenza della Repubblica italiana nei prossimi anni. Secondo Cacciari, la crescente rilevanza politica di Meloni, che è emersa come una delle figure di leadership più solide in Italia, la rende una candidata naturale per il Quirinale. In un contesto dove il panorama politico italiano appare frammentato e privo di altre figure di spicco, Meloni, al momento, è l’unico leader di peso in grado di assumere una leadership forte, sia a livello nazionale che internazionale, considerando  come la sua ascesa politica, anche in un contesto di grande incertezza e di sfide interne ed esterne, l’abbia portata ad essere un punto di riferimento centrale per il Paese. L’elezione di una donna alla Presidenza della Repubblica, in un momento storico in cui la politica italiana si trova a dover fare i conti con grandi trasformazioni sociali e culturali, sarebbe un segno di cambiamento significativo e, secondo Cacciari, potrebbe essere proprio questo il momento giusto per far emergere una figura femminile come simbolo di una nuova fase politica,   dato che la politica in Italia, come in molti altri Paesi, sta attraversando una fase di trasformazione, e l’idea che le donne possano emergere come figure di leadership in politica è non solo auspicabile, ma anche necessaria. Secondo il filosofo, il Paese ha bisogno di un nuovo tipo di leadership che sappia rispondere alle sfide contemporanee, e Meloni, con la sua visione forte e la sua capacità di rappresentare una parte significativa dell’elettorato, potrebbe essere la persona giusta per questo ruolo. La sua figura, infatti, ha saputo farsi strada in un sistema politico ancora fortemente dominato dagli uomini, ed è riuscita a costruire un consenso trasversale che la rende una delle leader più influenti e apprezzate.

Inoltre, Cacciari ha rimarcato come la Presidenza della Repubblica, nella sua funzione di garante dell’unità nazionale e di rappresentante dell’Italia nel contesto internazionale, potrebbe beneficiare di una figura come Meloni, che ha dimostrato di saper navigare le acque difficili della politica interna ed estera con determinazione e fermezza. Non si tratta solo di una questione di visibilità politica, ma di un’analisi più profonda sulla capacità di un leader di portare avanti un progetto per il paese, soprattutto in un periodo così critico.

 

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Buongiorno Italia | Massimo Cacciari
Intervista del 10/02/25
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