Architettura dell’anima: la bellezza come forma di resistenza

Quando si parla di architettura, si pensa spesso solo a forme, materiali, spazi. Ma c’è chi ne fa una missione emotiva, un mezzo per raccontare la vita, tradurre desideri, costruire ambienti che non siano solo luoghi ma anche sensazioni. Nella nuova puntata de L’Italia che Vale, con me e Angelica Bianco ai microfoni, abbiamo ospitato un architetto che non disegna solo case, ma visioni: Enzo Maria Serafini.

Lo abbiamo definito “architetto dell’anima”, perché non si limita a progettare strutture. Interpreta. Ascolta. Rielabora. E costruisce. La sua storia inizia nella moda, nella sensibilità verso la bellezza ereditata da una famiglia di imprenditori del settore. La bellezza, dice lui, non è estetica fine a sé stessa. È funzione. È emozione. È un modo per sentirsi e far sentire. Un vestito o uno spazio raccontano chi sei.

Dagli studi artistici a Pescara alla guida dello studio milanese di Lazzarini Pickering Architetti, Enzo Maria ha percorso un’Italia verticale: dalle botteghe artigiane alle visioni contemporanee di design. Ma il suo progetto più importante è forse quello che non ha ancora aperto le porte: un museo. Uno spazio pubblico, un’officina, uno studio–bottega in cui architettura, arte, moda e nuove generazioni possano incrociarsi.

Durante la puntata, abbiamo parlato anche di fragilità urbana. La tragedia del crollo a Roma, la memoria ancora viva del sisma dell’Aquila, hanno riportato alla luce la responsabilità di chi costruisce e conserva. Enzo, con delicatezza e fermezza, ha ricordato che l’architettura è anche vita, e che perdere un edificio, oltre a essere un fatto materiale, è un trauma culturale.

La parte più intensa? Quando ha parlato ai ragazzi. Nessuna formula magica, nessuna illusione da influencer: solo un consiglio semplice e potente. “Seguite la vostra passione. Anche quando va contro tutto. È l’unico modo per non affogare nella mediocrità”.

Enzo Maria Serafini ci ha regalato una lezione di architettura e una riflessione sulla funzione della bellezza nella nostra esistenza quotidiana. Ci ha portato dentro la sua visione, dentro quel progetto-museo che sarà un luogo per toccare, vivere, respirare l’arte e l’identità italiana. E noi di Casa Radio ci saremo, perché se c’è un luogo dove raccontare l’Italia che vale, è proprio lì, dove bellezza e funzione si incontrano per costruire futuro.

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