Paolo Leccese: “Per le famiglie la prima voce della ricchezza è costituita prevalentemente dalla casa”

Nella puntata di oggi di Bricks and Music, andata in onda su Casa Italia Radio e condotta da Paolo Leccese, abbiamo parlato della redistribuzione dei patrimoni in Italia tra finanza e immobiliare.
L’ISTAT (Istituto nazionale di Statistica) e Banca Italia hanno recentemente reso pubblici i dati inerenti la ricchezza degli italiani: l’analisi dei dati comprende le persone fisiche (i privati cittadini in quanto tali con le loro famiglie), le società sia finanziarie che non, e infine la Pubblica Amministrazione.

Qual è la prima fonte di ricchezza degli italiani? Ovviamente non c’è un solo indicatore, occorre tenere in considerazione più fattori che possono variare anche dai vari soggetti perché, un conto è come è suddivisa la ricchezza se ci riferiamo alle famiglie, altro conto è se invece ci riferiamo alla pubblica amministrazione piuttosto che per le società finanziarie. Soffermiamoci oggi sul mondo delle famiglie. L’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, insieme alla Banca d’Italia, hanno recentemente reso pubblici questi dati relativi alla ricchezza degli italiani. L’analisi dei dati comprende le persone fisiche, quindi i privati cittadini in quanto tali, con le loro famiglie. le società sia finanziarie ed infine la pubblica amministrazione. Lo scopo della ricerca è quello di capire quale sia la prima fonte di ricchezza di un ente, sia esso una persona fisica, una società o una pubblica amministrazione. Entriamo subito nel merito e parliamo di percentuali.

Le società finanziarie annoverano come principali fonti di ricchezza i titoli per il 31%, i prestiti per il 27% e il restante è da annoverare nei depositi. Le società non finanziarie hanno gli immobili produttivi che rappresentano il 21% della ricchezza di questo settore. La pubblica amministrazione invece deve più di un terzo della sua ricchezza, circa il 34% alle cosiddette altre opere cioè a tutti quei beni e servizi pubblici come autostrade, ferrovie, infrastrutture in genere.

Per le famiglie, i privati, i cittadini, la prima voce della ricchezza è costituita prevalentemente dalla casa. L’abitazione, infatti, costituisce circa il 45% della ricchezza delle famiglie, mentre il 55% è da suddividere tra le varie attività tra depositi, titoli, ecc.. Dopo il periodo pandemico per l’emergenza Covid-19 abbiamo assistito ad un grande capacità di accumulo di denaro, da parte di alcune categorie di lavoratori, immaginiamo ai dipendenti pubblici, che per diversi mesi hanno guadagnato la stessa cifra avendo poca possibilità di spendere e quelle ricchezze sono state investite in titoli o banalmente sono rimaste depositi e non sono ancora state convertite nella più grande passione degli italiani, il mattone.

 Passiamo ad un altro argomento, in questo periodo in cui siamo tutti preoccupati per il cambiamento climatico e assistiamo in alcune zone d’Italia ad un fenomeno anomalo di grande siccità, vi voglio raccontare di come in alcune zone d’Italia si i sta facendo qualcosa di importante per ritardare gli effetti devastanti di questo surriscaldamento globale. Molti governi di tutto il mondo e molte regioni in Italia stanno correndo ai ripari per cercare di far fronte a queste gravi ripercussioni ambientali che toccheranno molti Stati occidentali, tra cui l’Italia. Quindi, volevo segnalarvi che la Regione Veneto sta pianificando la costruzione di un’isola artificiale per salvare le coste. È un provvedimento che dovrebbe integrare il famoso ripascimento delle spiagge ossia il famoso spostamento di grandi quantità di sabbia che serve ogni anno per rimpolpare le spiagge che vengono erose dal mare. Poichè questo ultimo provvedimento non sarà più sufficiente nel prossimo futuro per mettere a posto le nostre spiagge, questa strategia alternativa che ha pensato il governo della Regione Veneto, sarebbe quella di cercare di creare un’enorme isola artificiale che verrebbe realizzata davanti alle coste più attenzionate, ovvero quelle che rischiano di venire inghiottite dal continuo innalzamento del livello marino nei prossimi dieci anni. Lo spunto dovrebbe essere venuto alla giunta regionale veneta, osservando quanto è già stato fatto nei Paesi Bassi, dove un progetto molto simile a quello ipotizzato in Italia ha già preso vita nel 2011 e in questo caso si parla di una penisolai. Il Veneto dunque, avrebbe in mente di seguire questo esempio e a maggior ragione dopo gli ultimi studi che non sono per niente rassicuranti, che sono stati realizzati su questa materia dall’Università di Padova,.

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