Intelligenza artificiale e umanità: la nuova frontiera del coaching.

Nella puntata del  Salotto del Coach di martedi 11 Novembre,  Maurizio Pesenti accoglie una voce ormai familiare agli ascoltatori di CasaRadio: Elvira Cuka, coach e formatrice, per affrontare un tema che oggi attraversa ogni professione: l’intelligenza artificiale. Ma, come sempre accade nel salotto di Maurizio, la conversazione va oltre la tecnologia: diventa un dialogo sull’uomo, sul cambiamento e sulla responsabilità.

All’inizio della puntata, Elvira racconta con onestà il suo percorso: da scettica a entusiasta utilizzatrice dell’AI. “All’inizio ne avevo paura,” confessa. “Mi sembrava qualcosa di freddo, distante, non per me. Poi ho cominciato a sperimentare, e ora non potrei più farne a meno.”
Maurizio annuisce: la paura del nuovo è la stessa che affronta ogni volta chi si trova davanti a un cambiamento,  personale o professionale. “È la stessa dinamica del mindset,” osserva. “Prima ci irrigidiamo, poi la curiosità ci apre nuovi orizzonti.”

L’intelligenza artificiale come metafora di una cucina

Per spiegare il funzionamento dell’AI, Elvira sceglie un’immagine vivida: una cucina piena di profumi e ingredienti, dove un “cuoco curioso” assaggia, mescola e impara da milioni di persone. “Quando gli chiedi una ricetta,” spiega, “non copia. Crea qualcosa di unico, su misura per te.”
Maurizio sorride: “È perfetta come metafora. L’intelligenza artificiale raccoglie i nostri ingredienti — esperienze, parole, idee — ma la ricetta finale resta nostra. Sta a noi darle sapore e senso.”

Tra coach e sociologi: un equilibrio umano-tecnologico

La puntata entra poi nel cuore della riflessione sociologica. Pesenti spiega come l’AI non stia solo cambiando strumenti e linguaggi, ma ridisegnando le gerarchie del lavoro: “Chi sa interpretare, connettere e dare senso diventa più prezioso di chi esegue. L’uomo deve restare colui che guida, non chi viene guidato.”
Elvira concorda: “Non è esclusione, ma integrazione. L’umano e l’artificiale devono convivere, fondersi. L’AI ci offre ingredienti che da soli non avremmo nella nostra dispensa.”

Il dialogo si sposta sul piano etico: ogni algoritmo riflette una visione del mondo. “Ciò che scegliamo di automatizzare,” sottolinea Maurizio, “racconta chi siamo.” Ed è qui che il sociologo torna al coach: la responsabilità di chi lavora con le persone è mantenere viva la rotta dei valori, dell’identità e dell’etica. “Se deleghiamo il pensiero, perdiamo autenticità.”

La vera intelligenza è relazionale

Verso la chiusura, Maurizio regala agli ascoltatori una frase che riassume l’essenza della puntata:

“La vera intelligenza non è artificiale né umana. È relazionale.”

Elvira annuisce: “Nasce dove la curiosità incontra la responsabilità.”
Un pensiero che racchiude il senso profondo del Salotto del Coach: non è la tecnologia a definire il futuro, ma il modo in cui scegliamo di restare umani dentro il cambiamento.

Ascolta ora il Podcast:

IL SALOTTO DEL COACH
Puntata del 11/11/25
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