Luigi de Magistris è intervenuto nel programma Buongiorno Italia di Casa Radio, ospite del direttore Giovanni Lacagnina. Diversi i temi di attualità affrontati, dall’elezione di Mamdani a sindaco di New York, alle morti sul lavoro, fino alla riforma della giustizia con la separazione delle carriere.
Elezioni a New York: un modello di speranza e innovazione
In apertura, Luigi de Magistris ha commentato la vittoria di Eric Adams Mamdani, nuovo sindaco di New York, definendola «una gran bella notizia che arriva da una città simbolo nel mondo». Ha raccontato di aver seguito la campagna elettorale con attenzione: «È stata innovativa, inclusiva e molto attenta alle tematiche sociali. Mamdani parla di una New York più popolare, più giusta, che lotta contro le disuguaglianze e promuove integrazione e partecipazione».
L’ex sindaco di Napoli ha sottolineato come questo risultato non riguardi solo la Grande Mela, ma rappresenti un messaggio per tutte le democrazie: «È un esempio di come si possa fare politica davvero al servizio dei cittadini, ascoltando i bisogni reali delle persone e valorizzando la partecipazione attiva. Una politica lontana dalle logiche del potere fine a se stesso».
De Magistris ha ricordato anche il legame tra Napoli e New York durante il suo mandato: «Abbiamo firmato con New York e Barcellona il Manifesto del 41º parallelo, un documento fondato sui valori della pace, della giustizia sociale e dei diritti. Tre città diverse, tre culture diverse, ma unite dallo stesso spirito di libertà e di cittadinanza attiva».
Sulla politica americana, de Magistris ha mostrato prudenza: «Trump appare in difficoltà, ma la politica statunitense è piena di colpi di scena. Nessuno avrebbe previsto il suo ritorno in passato, eppure è accaduto. La vittoria di Mamdani è un segnale importante: dimostra che la partecipazione e la coesione sociale possono ancora prevalere sugli interessi personali».
Morti sul lavoro: l’allarme silenzioso che non possiamo ignorare
Il direttore Giovanni Lacagnina ha chiesto un commento sul tragico crollo della Torre dei Conti avvenuto a Roma, costato la vita a un operaio rumeno di 66 anni. De Magistris ha denunciato con fermezza: «Ci stiamo abituando alla morte sul lavoro, e questo è terribile. In Italia muoiono in media cinque persone ogni giorno mentre lavorano. Cinque vite che se ne vanno mentre cercano di portare a casa uno stipendio».
Ha aggiunto: «Il lavoro è il fondamento della Repubblica, ma deve essere sicuro e dignitoso. Se una persona rischia la vita per guadagnarsi da vivere, quel lavoro non è più un diritto, diventa sfruttamento».
Raccontando alcune esperienze vissute da sindaco, ha spiegato: «A Napoli abbiamo avviato campagne di sensibilizzazione e controlli nelle costruzioni e nelle fabbriche. È incredibile vedere quanto spesso le norme di sicurezza vengano ignorate. Serve responsabilità e un impegno concreto da parte delle istituzioni».
Secondo de Magistris, il problema non è solo tecnico, ma culturale: «Non possiamo accettare che nel 2025 si muoia ancora per lavorare. Serve una nuova cultura del lavoro, dove la persona è al centro, e la politica deve smettere di limitarsi a dichiarazioni di circostanza».
Riforma della giustizia: difendere l’indipendenza dei magistrati
Da ex magistrato, de Magistris ha espresso preoccupazione per la riforma della giustizia promossa dal ministro Carlo Nordio: «Mi preoccupa l’idea che si voglia ridurre l’indipendenza del pubblico ministero. Nordio ha detto che vuole impedire al pm di controllare la politica. Ma se chi indaga non può toccare il potere, come si garantisce la giustizia?»
Ha ricordato che l’equilibrio tra i poteri è il cuore della Costituzione: «La Costituzione nasce dopo il fascismo proprio per impedire la concentrazione del potere. Se oggi il pm dipendesse dal governo, rischieremmo di tornare indietro di decenni».
Raccontando episodi concreti, de Magistris ha spiegato: «Da magistrato ho visto quanto sia fondamentale avere autonomia. Ho seguito casi complessi che coinvolgevano grandi interessi politici ed economici. Senza indipendenza, la giustizia diventa un’illusione».
Ha concluso con un monito: «La magistratura ha bisogno di riforme, ma riforme vere: trasparenza, meritocrazia, responsabilità. Non strumenti per controllare i magistrati scomodi. Da anni assistiamo a un tentativo di addomesticamento della magistratura. Non possiamo permetterlo».
Il caso Cuffaro e il ritorno della politica senza etica
Commentando le ultime inchieste che coinvolgono l’ex presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro, de Magistris ha sottolineato: «Il vero scandalo non è solo la nuova indagine, ma il fatto che un politico condannato per rapporti con la mafia torni protagonista. Questo manda un messaggio pericoloso ai cittadini: sembra che in Italia nessuno paghi davvero».
Secondo de Magistris, il ritorno di figure condannate mina la fiducia nella politica: «Dobbiamo rialzare l’asticella etica. La politica è un servizio, non un privilegio. Se chi ha commesso gravi reati torna a ruoli di potere, il sistema perde credibilità e i cittadini perdono fiducia nella democrazia».
Napoli e il futuro: il richiamo della propria città
De Magistris ha parlato del suo possibile ritorno sulla scena amministrativa partenopea: «Sto valutando seriamente la possibilità di ricandidarmi a sindaco di Napoli. Lo faccio perché amo profondamente la mia città e sono preoccupato per la direzione che ha preso. Il sindaco Manfredi sta smontando passo dopo passo il lavoro complesso che abbiamo costruito in dieci anni».
Ha spiegato la visione del suo progetto: «Voglio ricreare quella rete civica che ci ha permesso di cambiare Napoli: cittadini, associazioni, movimenti e mondi indipendenti. Non sarà una sfida di partiti, ma di visione e amore per la città».
De Magistris ha anche sottolineato l’importanza di un impegno politico più ampio: «Napoli resta il mio punto di partenza, ma chi ha passione civile oggi deve operare anche a livello nazionale. Dobbiamo difendere la Costituzione, i diritti e la giustizia sociale. È fondamentale costruire ponti tra città, territori e istituzioni».
Concludendo l’intervista, ha poi lanciato un appello alla responsabilità collettiva: «L’Italia ha bisogno di un nuovo patto civile. Bisogna ricostruire fiducia, dignità e senso dello Stato. Difendere la giustizia, il lavoro e la libertà significa difendere la democrazia stessa».
Ha aggiunto un messaggio di speranza: «Serve coraggio politico e sociale, e soprattutto la forza di credere che un Paese migliore sia ancora possibile. Non possiamo più essere spettatori passivi. Ogni cittadino, ogni associazione, ogni movimento ha un ruolo da svolgere per costruire un’Italia più giusta, solidale e rispettosa dei diritti di tutti».










