“Abbiamo formidabili piloti che sanno tutto sul come guidare, ma non sanno dove stanno andando.” Con questa metafora Mauro Frate apre una riflessione che va oltre l’architettura, toccando il cuore stesso del nostro modo di abitare il mondo. Oggi – spiega – siamo immersi in una sostenibilità che misura, certifica, regola, ma non orienta più. “L’applicazione dei paradigmi della sostenibilità si mostra come un grande fallimento collettivo. Siamo indietro, e ciò che manca non è la tecnica, ma l’immaginario.”
Il riferimento è al pensiero del rettore IUAV Benno Albrecht e al suo concetto di post-sostenibilità, secondo cui ciò che appare sostenibile in una scala ristretta può rivelarsi insostenibile se osservato con una prospettiva più ampia. “È necessario cambiare lente”, afferma Frate, “uscire dal perimetro delle norme e rimettere al centro la visione.” Solo così l’architettura può tornare ad essere strumento di comprensione e trasformazione, non semplice reazione a emergenze o regolamenti.
Da questo sguardo più ampio nasce la proposta di una nuova stagione progettuale. “Serve un cambio di registro di pensiero. Il mondo cambia, e l’architettura deve cambiare con esso. Non basta ricostruire com’era e dov’era: è necessario ripensare radicalmente il modo in cui abitiamo il territorio.” La responsabilità del progetto, per Frate, non è solo tecnica ma politica. “Fare l’architetto significa fare politica. Ogni scelta formale, ogni decisione spaziale è una presa di posizione sul mondo.”
Ed è in questa dimensione che la sostenibilità torna ad essere questione culturale prima ancora che ambientale. Non un esercizio di ragioneria o di calcolo, ma un atto di pensiero che deve unire etica, estetica e funzione. “Più che di bellezza, mi piace parlare di armonia: quella condizione in cui percepisci lo sforzo di tenere insieme le cose, di renderle adatte al tempo e alle persone.”
Il discorso si sposta poi sul materiale che più di ogni altro rappresenta la sintesi tra tecnica e natura: il legno. Per Frate è una materia “simbolica e concreta al tempo stesso”, ma il suo potenziale è ancora inespresso. “Il legno oggi viene usato in modo quasi medievale. Dovremmo sfruttarne le potenzialità tecnologiche e industriali, spostando la produzione verso sistemi off-site evoluti, che permettano di costruire meglio, più velocemente e con meno sprechi.” È un cambio di paradigma che richiede ricerca, collaborazione e visione, ma anche consapevolezza dei limiti. “Non possiamo pensare di costruire tutte le città del mondo in legno, ma possiamo iniziare a piantare gli alberi giusti e progettare pensando al lungo periodo, abituandoci a utilizzare il legno insieme ad altri materiali come acciaio e cemento, di cui non potremo fare del tutto a meno.”
Questa visione intreccia la dimensione professionale con quella didattica. Frate, da docente, invita i giovani architetti a coniugare pensiero e competenza. “La sostenibilità va affrontata su due piani, tecnico e umanistico. I numeri senza pensiero non servono a nulla. Allo stesso tempo, il pensiero senza competenza tecnica resta astratto. L’università deve ricomporre queste due dimensioni, insegnando a progettare con consapevolezza e responsabilità.”
La conversazione si chiude su una nota che è insieme ammonimento e speranza. “Forse abbiamo bisogno di più immaginazione”, conclude Frate. “Dobbiamo tornare a chiederci non solo come costruire, ma perché e per chi. La sostenibilità vera non è quella che misura, ma quella che immagina. Perché solo chi immagina può ancora cambiare il mondo.”
Il libro di cui si è discusso è: Post Sostenibilità – Benno Albrecht -Quaderni Iuav. Ricerche
Chi è Mauro Frate
Architetto e docente presso lo IUAV di Venezia, da anni si occupa di ricerca e progettazione nel campo dell’architettura sostenibile, con particolare attenzione all’uso del legno e ai processi di rigenerazione urbana e territoriale. La sua attività si muove tra pratica professionale, insegnamento e riflessione culturale, nella convinzione che l’architettura debba essere insieme gesto tecnico, etico e politico, capace di restituire armonia tra l’uomo e il suo ambiente. Visita il sito.
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