Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e saggista, ha partecipato al programma Buongiorno Italia di Casa Radio, intervistato dal direttore Giovanni Lacagnina. Durante l’intervento, Crepet ha discusso il momento particolarmente delicato dal punto di vista psicologico che la nostra società sta vivendo, con un focus particolare sui giovani. Il periodo che stiamo attraversando, segnato da conflitti come la guerra che opprime i popoli del nostro continente europeo, sta generando un forte impatto a livello emotivo e psicologico.
Crepet ha offerto un’analisi profonda dei comportamenti umani, esaminando come le tensioni globali e le difficoltà sociali influenzino le dinamiche personali e collettive. Ha sottolineato come il panorama attuale, caratterizzato da incertezze e sfide globali, stia influenzando le menti delle nuove generazioni, creando disorientamento e ansia. La sua riflessione ha intrecciato psicologia e vita reale, mettendo in evidenza le sfide quotidiane che molti giovani devono affrontare in un contesto globale sempre più complesso.
Lo psicologo ha sottolineato come la percezione della guerra possa variare significativamente in base al luogo in cui si vive, riflettendo le diverse realtà geopolitiche e sociali. Ad esempio, la Polonia, che condivide un confine diretto con la Russia e vive quotidianamente l’incertezza della guerra in Ucraina, percepisce il conflitto come una minaccia imminente e tangibile. La vicinanza fisica e psicologica alla guerra rende la situazione molto più concreta per i polacchi. In Italia, invece, la percezione del conflitto è più indiretta e, sebbene ci sia crescente preoccupazione, essa si manifesta soprattutto attraverso fenomeni economici, come l’aumento delle bollette, che ha alimentato un clima di ansia e frustrazione tra la popolazione. Il psicologo ha osservato che, se la situazione militare non dovesse peggiorare ulteriormente, questo senso di angoscia potrebbe ridursi, ma l’incertezza generale persisterebbe. In sostanza, la percezione della guerra si mescola a preoccupazioni sociali ed economiche, che, se non affrontate, rischiano di minare il benessere psicologico e collettivo.
Un altro punto cruciale trattato nel suo intervento riguarda il futuro dei giovani, una generazione che appare particolarmente vulnerabile in un periodo di incertezze globali. Ha espresso una preoccupazione profonda, sottolineando come i giovani, quando interrogati su cosa desiderano dalla politica, abbiano risposto con una sorprendente richiesta di “un dittatore”. Questa risposta, che ha suscitato il suo forte disappunto, è stata interpretata come un segnale allarmante di un desiderio crescente di autoritarismo, probabilmente legato al disorientamento sociale ed economico che molti di loro stanno vivendo. Secondo Crepet un tale atteggiamento è estremamente pericoloso, poiché la dittatura rappresenta la perdita irreparabile della libertà, un valore fondamentale alla base della democrazia. L’emergere di simili tendenze tra i giovani potrebbe costituire una seria minaccia per la libertà individuale e collettiva, minando le fondamenta stesse della società democratica.
L’intervento di Crepet, ha anche toccato la conferenza Mordere il cielo, un evento che ha trattato il tema del disorientamento e della ricerca di conforto da parte delle persone in un momento di grande difficoltà. In un’epoca segnata da preoccupazioni globali, crisi economiche e conflitti internazionali, le persone si trovano spesso in uno stato di disorientamento e paura. In questo contesto, Crepet ha osservato come molti cerchino disperatamente parole di conforto e segni di speranza per affrontare le sfide della vita quotidiana. Questo bisogno di rassicurazione non è solo una reazione emotiva, ma una vera e propria necessità di trovare un ancoraggio psicologico che permetta di orientarsi in un mondo sempre più complesso e minaccioso.
Infine ha parlato della responsabilità dei politici nel preservare e promuovere i valori fondamentali su cui è nata l’Unione Europea citando Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell’Europa, come esempio di un ideale che ha contribuito a formare il sogno europeo di una “grande madre” capace di proteggere e unire i popoli. Crepet ha inoltre espresso la speranza che i politici europei non tradiscano questo sogno, ma lo difendano con determinazione. Tuttavia, ha anche evidenziato che l’Europa ha compiuto alcuni passi affrettati che potrebbero compromettere la sua unità e solidità. La sua preoccupazione riguarda il rischio che l’Europa perda di vista i principi di solidarietà e cooperazione che ne sono alla base.
Nel concludere il suo intervento , ha poi lanciato un monito: i politici devono essere cauti e riflessivi, non lasciarsi travolgere dalla fretta di risolvere problemi a breve termine, ma mantenere sempre presente la visione di lungo periodo che ha ispirato la creazione dell’Unione Europea.