Donald Trump giura da 47° Presidente degli Stati Uniti

Oggi segna il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, un evento che riscrive la storia politica americana. Il tycoon, dopo aver vinto le elezioni di novembre 2024, assume il ruolo di 47° presidente degli Stati Uniti, iniziando così il suo secondo mandato non consecutivo. Il giuramento avviene in un Campidoglio blindato, dove si tiene la cerimonia in formato ridotto a causa delle stringenti misure di sicurezza e delle attuali tensioni politiche. Il primo a prestare giuramento è il vicepresidente JD Vance, seguito da Trump, che subito dopo pronuncia il suo primo discorso ufficiale.

Molti leader internazionali sono presenti alla cerimonia, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni e l’ex presidente Barack Obama, anche se la cerimonia è significativamente diversa dalle tradizionali inaugurazioni, con il giuramento che avviene al chiuso per garantire maggiore sicurezza. Nonostante ciò, il simbolismo di questa giornata è potente, segnalando il ritorno al potere di un uomo che ha diviso la politica americana e mondiale con il suo approccio diretto e le sue politiche controverse.

Appena insediato, Trump firma un numero record di decreti esecutivi, circa un centinaio, che riflettono la sua agenda politica, accogliendo il sostegno di un’ampia fetta della popolazione americana che ha appoggiato la sua candidatura. I temi più caldi riguardano l’immigrazione, l’economia, la geopolitica, e in particolare, la gestione di TikTok, i dazi commerciali e la situazione internazionale. Le sue azioni da presidente promettono di avere un impatto significativo sia sul fronte interno che su quello esterno.

Decreti di Trump: L’immigrazione al centro

La maggior parte dei primi decreti esecutivi riguarda la stretta sull’immigrazione, uno dei temi centrali della campagna elettorale di Trump. L’operazione “Operation Safeguard”, destinata a iniziare con un maxi-raid a Chicago, mira a deportare un numero massiccio di immigrati irregolari. Trump ha promesso durante la campagna di avviare “espulsioni di massa” e ha ricevuto il supporto di una parte significativa dell’elettorato. Un sondaggio del New York Times ha rivelato che oltre il 50% degli americani approva questa politica, e Trump è pronto a mantenerla con operazioni su vasta scala che potrebbero coinvolgere città come Los Angeles e New York.

Chicago è stata scelta come punto di partenza non casuale, in quanto città simbolo di una politica democratica “santuario” che protegge gli immigrati irregolari. La polizia locale ha dichiarato di non intervenire direttamente nelle operazioni federali, sebbene non fornirà informazioni alle autorità migratorie, dimostrando il contrasto tra le politiche locali e quelle federali.

TikTok e il futuro digitale degli Stati Uniti

Un altro tema centrale riguarda la piattaforma TikTok, che Trump si è impegnato a “salvare” nonostante il precedente tentativo di bandirla per motivi di sicurezza nazionale. Annunciando un decreto esecutivo che sospende il divieto, Trump ha proposto di permettere alle aziende statunitensi di partecipare in una joint venture che darebbe agli Stati Uniti una quota del 50% nella gestione della piattaforma. La sua strategia potrebbe consentire a TikTok di rimanere operativa negli Stati Uniti, mentre al contempo garantirebbe il controllo del governo americano su questioni di sicurezza. TikTok ha accolto positivamente l’iniziativa, confermando la disponibilità a collaborare per una soluzione a lungo termine.

Dazi commerciali, Cina e il rischio di protezionismo

Nei primi giorni del suo mandato, Trump affronterà anche la questione dei dazi commerciali, temendo una nuova ondata di protezionismo. L’amministrazione ha in programma l’introduzione di tariffe elevate, in particolare contro la Cina, ma anche contro Paesi alleati come il Canada e il Messico. Trump ha già annunciato la possibilità di imporre dazi fino al 100% su prodotti provenienti dalla Cina, una mossa che potrebbe avere ripercussioni globali. L’intenzione di Trump di incontrare il presidente cinese Xi Jinping nei primi 100 giorni del mandato, per cercare un accordo bilaterale, segna un possibile ritorno alle politiche aggressive del suo primo mandato.

Medio Oriente: Gaza, Ucraina e la politica internazionale

Sul fronte internazionale, Trump si trova a dover affrontare una serie di sfide geopolitiche. La situazione a Gaza, dove è stato raggiunto un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, è uno dei temi più urgenti. L’amministrazione Trump ha già inviato l’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, nella regione per monitorare gli sviluppi e cercare di consolidare l’accordo di cessate il fuoco. La diplomazia di Trump dovrà anche concentrarsi sulla guerra in Ucraina, dove si attende un cambiamento di rotta nelle relazioni con la Russia. Sebbene avesse promesso di risolvere il conflitto in 24 ore, Trump ha recentemente ammesso che il processo di pace potrebbe richiedere sei mesi, un approccio più realistico per un conflitto che ha già causato enormi perdite.

Riforme interne e sfide economiche

Sul piano interno, Trump ha già messo in cantiere riforme significative, a partire dall’annunciato aumento delle trivellazioni offshore e la revoca di molte delle direttive sull’ambiente emanate dall’amministrazione Biden. La politica fiscale e la gestione del debito saranno altrettanto cruciali, con il rischio di un default imminente che potrebbe mettere a dura prova l’economia americana. Trump, inoltre, ha dovuto affrontare la necessità di nominare i membri chiave del suo governo, molti dei quali non sono ancora stati confermati dal Senato.

Conclusioni: Un mandato carico di aspettative

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca porta con sé un carico di aspettative e sfide. Con il supporto di una parte significativa della popolazione americana, Trump si prepara a implementare la sua agenda aggressiva fin dai primi giorni del suo mandato, affrontando temi come l’immigrazione, l’economia globale, la geopolitica e la sicurezza nazionale. La sua amministrazione è pronta ad affrontare una serie di battaglie interne ed esterne che potrebbero definire i

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