(Adnkronos) – In lieve calo i nuovi casi di Covid in Italia, il 9% in meno rispetto alla settimana precedente. Nel periodo 3-9 ottobre l'incidenza è pari a 20 casi per 100.000 abitanti, stabile rispetto alla precedente rilevazione (22 casi per 100.000 abitanti nella settimana 26 settembre-2 ottobre). L’indice di trasmissibilità (Rt) al primo ottobre è 0,93, in diminuzione (1,20 al 24 settembre). Questi i dati dell'ultimo monitoraggio ministero Salute-Iss. Al 9 ottobre l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,5% (2.149 ricoverati), stabile rispetto alla settimana precedente (3,3% al 2 ottobre). Stabile anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,8% (71 ricoverati), come nel precedente report (0,8% al 2 ottobre). L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati presenta un andamento eterogeneo nelle diverse Regioni/Pa. Il valore più elevato è stato riportato in Lombardia (38 casi per 100.000 abitanti), il più basso in Sicilia (0,6 casi per 100.000 abitanti). Le fasce di età che registrano il più alto tasso di incidenza settimanale sono 80-89 e oltre i 90 anni. L’età mediana alla diagnosi è di 60 anni, stabile rispetto alla settimana precedente. In lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente le reinfezioni, pari al 48% circa. Calano i nuovi casi, quindi, ma aumentano i decessi, probabilmente per effetto dei maggiori contagi delle settimane precedenti. Nella settimana 3-9 ottobre si registrano 11.887 nuovi casi rispetto ai 13.073 della rilevazione precedente. I morti arrivano a 100, in aumento rispetto agli 85 della settimana 26 settembre-2 ottobre. Questi i dati del bollettino aggiornato, pubblicato dal ministero della Salute. Il maggior numero di nuovi casi si conta in Lombardia (3.767), seguita da Veneto (1.707), Piemonte (1.342) e Lazio (1.114). Nell'ultima settimana sono stati effettuati 91.328 tamponi, in calo rispetto ai 95.017 precedenti. Stabile il tasso di positività, che passa dal 13,8% al 13% della settimana 3-9 ottobre. Dati preliminari relativi al mese di settembre evidenziano in Italia la co-circolazione di differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili al lignaggio ricombinante Xec. Questo il quadro tracciato dall'ultimo monitoraggio. "L'andamento del Covid è tipicamente ondulante", ma "oggi il numero di casi" indicato dai report ufficiali "a mio avviso è molto aleatorio, perché ormai la gran parte delle persone non esegue più il test o comunque non lo registra. Va guardato piuttosto il dato 'duro', quello dei ricoveri e decessi". Il virologo Fabrizio Pregliasco commenta così all'Adnkronos Salute la fotografia scattata dal monitoraggio e dal bollettino settimanali sulle infezioni da Sars-CoV-2. La riduzione dei casi "credo sia solo un effetto statistico. Perché la percezione – a livello ospedaliero, nell'attività dei colleghi medici di famiglia e anche guardando al circuito amicale – è che in questa fase il Covid sia assolutamente in salita", afferma il direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio di Milano. Sul fronte varianti, "XEC cresce" e secondo l'esperto sarà quella che ci accompagnerà nel prossimo inverno. I nuovi mutanti del coronavirus, KP.3.1.1. (attualmente predominante in Italia) e Xec, "sono immunoevasivi" e l'impressione è che chi si infetta oggi riporti sintomi particolarmente pesanti a livello di gola, con "molta tosse". Tuttavia, puntualizza il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano, "Covid è davvero trasversale nelle sue manifestazioni, che a volte anche nel giovane possono essere significative, ed è difficilissimo differenziarlo" se non, appunto, facendo il tampone. Testarsi è importante soprattutto per i fragili, ribadisce il medico, così da avviarli alla terapia antivirale che riduce il rischio di complicanze. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)