Pari opportunità: stiamo tornando indietro?

“Più lento, più profondo, più dolce”. “Con questo motto – osservava Alexander Langer – non si vince nessuna battaglia frontale, però forse si ha il fiato più lungo”.

Certi che stiamo andando avanti con le pari opportunità? Forse qualcosa si è fermato, ha deviato il nostro cammino, e siamo tornati indietro senza nemmeno accorgercene. 

 Ma prima di rispondere a questa domanda vi presento l’ospite di questa puntata di ‘donna immagine città’: Maurizio Bruno che ha ricoperto varie cariche istituzionali della Provincia e del Comune di Torino, componente commissioni Pari Opportunità con deleghe all’integrazione. Attualmente membro direttivo del Movimento MODERATI di Torino che è al governo dì Torino con deleghe all’integrazione, giovani e periferie. Più volte gradito ospite di GrandiDonne, serate online sul femminile e i principali fenomeni economici e socio-culturali, le cui registrazioni le trovate sulla app gratuita Clubhouse.

Maurizio Bruno è stato ospite di GrandiDonne anche la scorsa settimana, nella puntata dedicata allo sport del calcio nella sua dimensione politica ed economica e come vettore di empowerment femminile.

E già che parliamo di calcio, qualche giorno fa ho letto di come il calcio venga utilizzato in Thailandia da un’organizzazione non-profit decennale chiamata PlayOnside per migliorare la vita delle ragazze birmane fuggite dalla violenza, fame e assenza di diritti umani innescati dalla guerra civile causata dal golpe del 2022 che ha destituito il governo democratico di Aung San Suu Kyi.

PlayOnside è riuscita in questi anni ad abbattere le arretratezze culturali delle famiglie birmane rifugiatesi a Mae Sot in Thailandia, ha portato le ragazze sul campo di calcio, donando loro felicità, spensieratezza, e terapia di gruppo successiva all’allenamento, e nel contempo ha modificato alcuni pregiudizi, come quello di non mostrare le gambe in pubblico. Le ragazze all’inizio si presentavano sul campo in pantaloni lunghi. Oggi giocano in pantaloncini, e da semplice allenamento è diventato un Torneo femminile.

Torniamo al nostro ospite Maurizio Bruno, con lui abbiamo parlato del movimento politico di cui fa parte, Moderati per Torino, di pari opportunità e politiche per l’immigrazione.

Il movimento Moderati è una lista politica presente sul territorio piemontese, sono nati nel 2006 e attualmente governano Torino con PD e AVS. Si trovano dunque su un territorio che da decenni vede flussi migratori, in quanto si è dovuta confrontare con questo fenomeno sin dagli anni ’50 del Novecento.

Torino ha superato diverse fasi, e relative criticità, di questo fenomeno, le amministrazioni succedutesi sono dunque da sempre attive in politiche per l’immigrazione e lo sviluppo delle periferie. Oggi tutto viene gestito con molta attenzione dalla giunta del sindaco Lo Russo, in special modo sulle dinamiche migratorie legate agli stranieri. Naturalmente molte di queste azioni sono destinate alle scuole, è indubbiamente in quell’ambito che si gioca il felice realizzarsi di conoscenza e comprensione tra diverse culture. D’altronde su Torino ci sono 47.000 studenti e ben 23.000 sono stranieri.

Come sostenuto da Bruno, gli immigrati saranno la futura linfa vitale per questa città, ma solo se si saprà ben gestire il fenomeno.

Infatti sul territorio è diffuso il ‘white flight’ (fuga dei bianchi) una nuova forma di ghettizzazione degli allievi stranieri, visibile in special modo nelle periferie, che si realizza mediante la fuga degli italiani verso scuole private o più qualificate o comunque di zone a maggiore concentrazione di “bianchi”. Per comprendere il fenomeno basti pensare che sul territorio torinese si va dal 70% di studenti stranieri in alcune scuole di periferie al circa 10% delle scuole del centro.

Anche tra gli studenti stranieri si riscontra un approccio al mondo scolastico di maggior interesse e ambizione, di sapere e di volersi formare al meglio, tra le ragazze rispetto ai ragazzi.

Maurizio Bruno ci ha anche parlato della sua esperienza nelle Commissioni Pari Opportunità, un percorso iniziato nel 1999 in una delle prime Commissioni provinciali, oggi area metropolitana, di Torino che ammetteva anche gli uomini, probabilmente perché si iniziò in quel periodo a interessarsi anche alle pari opportunità della comunità LGBTQIA+, immigrati e fasce deboli della popolazione.

A oltre vent’anni di distanza molte cose sono cambiate, ma davvero in meglio?

Bruno ci parla di come negli anni ’90 ci fosse un certo tipo di sensibilità che portò le Commissioni a insistere per rimuovere dalla città tutta una serie di pubblicità in cui il corpo della donna era oggettivizzato, una ostentazione sessualmente allusiva, a volte nemmeno tanto allusiva, con l’unico scopo di attrarre l’essere umano maschio, colui che allora era considerato l’unico interessante acquirente di gran parte dei prodotti.

Oggi questo tipo d’intervento inizia a mancare.

Altro esempio che Bruno ci porta è il costante sindacare sui titoli al femminile. Un tempo nelle Commissioni Pari opportunità nessuno avrebbe espresso opinione contraria o irrisoria sui titoli al femminile, e veniva considerato naturale. Ed era considerato naturale dalle e dagli appartenenti di ogni fazione politica.

Oggi le cose stanno cambiando. Stanno cambiando perché il linguaggio rispettoso è stato ideologizzato, ed è diventato una bandiera politica.

E allora: certi che stiamo andando avanti con le pari opportunità? Davvero non è più necessario impegnarsi nella “battaglia” delle pari opportunità? La storia ci insegna che non ci vuole molto a tornare indietro. 

Basta semplicemente essere indifferenti.

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